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Una famiglia perfetta: Recensione in Anteprima

Torna Paolo Genovese con una nuova commedia, stavolta a sfondo natalizio. Eccovi la recensione in anteprima di Una famiglia perfetta

pubblicato 29 Novembre 2012 aggiornato 13 Dicembre 2020 09:21

È la Vigilia di Natale, e si sa, certe ricorrenze vanno celebrate rigorosamente in famiglia. Ma non tutte le famiglie sono uguali, checché ne dicano spot, film, libri ed un immaginario condiviso che ha fatto di questo appuntamento l’emblema di un consumismo sterile e falsamente gioviale. No, niente di tutto questo in Una famiglia perfetta.

Siamo a Natale, o forse no. Perché in fondo tutto è rarefatto, tutto sa di artatamente costruito: le dinamiche, i personaggi, lo scenario. Ogni cosa. Sono 420 le sale in cui verrà proiettata questa pellicola, decisamente calata già nell’atmosfera natalizia ma ben distante (non solo per collocazione nel palinsesto) rispetto alla canea di cinepanettoni e affini.

E se non il migliore, certamente il più interessante dei film diretti da Paolo Genovese, che qui riprende il soggetto di un film spagnolo uscito nel ’96, diretto da Fernando León de Aranoa ed intitolato Familia. Tenore diverso, struttura diversa. Qui il regista romano, classe ’66, opera diverse modifiche, tante che alla fine della fonte non ne resta che lo spunto per intavolare un differente discorso.

Leone (Sergio Castellitto), un eccentrico ma al tempo stesso misterioso ricco, decide di portare l’arte del Presepio ad uno step successivo, per certi aspetti avulso dal suo retaggio. Se in varie parti d’Italia ci si affanna tra presepi artigianali ed altri viventi, questo stravagante personaggio si costruisce da zero la propria famiglia. Moglie, figli, nonna, zii… tutti! La cornice è quella di un meraviglioso casale umbro, nei pressi di Todi.

Giusto per capire dove voglia arrivare Genovese, basta assistere al primo quarto d’ora. I primi minuti sono un vero e proprio smacco a tutti quegli spot che inondano i canali televisivi sotto le feste. Forte del suo passato nel settore, il regista di Immaturi sembra quasi promuovere uno di quei preparati per torte, pronte in forno in 10 minuti. Poi la tavolata, l’idillio, la perfezione (visto che che ci siamo).

Finché improvvisamente non crolla tutto: ognuno dei componenti di questa famiglia apparentemente impeccabile sta interpretando una parte. E lo spettacolo in questione è esattamente questo: una famiglia perfetta. Una rappresentazione dove non ci sono prove, dove non si ha tempo di costruire il proprio personaggio. Perché, come dirà Fortunato (Marco Giallini), «qui deve sempre essere buona la prima»!

D’altra parte è essenzialmente una componente a farla da padrone, ossia la recitazione. Per un film che strizza l’occhio al teatro in maniera tutt’altro che velata è il minimo, dato che, pure nella finzione, gli attori che recitano in questo contesto fanno parte di una compagnia teatrale. Una famiglia perfetta, a conti fatti, è un continuo susseguirsi di episodi divertenti e trappole disseminate da un eccezionale Castellitto, che pur non rubando la scena a nessuno contribuisce ad imprimere un’impronta notevole alla narrazione. Tranelli che si sostanziano in stravolgimenti del copione in corso d’opera, in cui realtà e finzione si mescolano e si sovrappongono, laddove il copione è l’unico appiglio di cui ognuno dispone. Ed allora è improvvisazione, con tutto ciò che ne consegue.

Un film che si rifà inevitabilmente alla grande stagione della commedia all’italiana, cui aspira sinceramente anche senza riuscire ad assimilarla del tutto. Ottimi i tempi comici, considerato che le risate non mancano. Meno incisivo il risvolto drammatico, quello che ci fa riflettere, se vogliamo. Certi shock hanno un loro perché, ma alla fine della fiera ad avere il sopravvento è sempre la verve comica, tra equivoci ed uscite volutamente imbarazzanti.

Abbiamo citato Castellitto, ma in realtà bravi tutti. La Gerini, che qui si distingue con maggiore forza rispetto all’ultimo film che l’ha vista in sala (Il comandante e la cicogna); Ilaria Occhini, un’elegante Nonna Rosa, senza sbavature e da attrice navigata qual è; Eugenia Costantini, la migliore tra i figli; la Crescentini, la Neri; ma soprattutto lui, Marco Giallini. Vero e proprio mattatore, è su di lui che grava la responsabilità della riuscita di questa farsa. Fortunato, il suo personaggio, è disposto a tutto pur di assecondare le paturnie di un indisponente e irritante riccone, unico spettatore del loro spettacolo ma che, come dice lui stesso, «paga per mille». Indubbiamente sboccato, ma pressoché mai volgare, Giallini detta i tempi, fa e disfa perché in fondo è questo il suo compito (esilarante la scena della tombola!).

Stona a tratti il reiterato ricorso a certi temi musicali prettamente natalizi, motivato sì dalla venatura sarcastica e dissacrante di cui è permeato l’intero film, ma non sempre opportuno. In fondo però Una famiglia perfetta è una pellicola che punta a lasciarsi seguire, prima ancora che farsi guardare. Quest’ultima è proprio l’ultima delle cose che interessano a Genovese, cui non manca l’abilità di ricreare l’atmosfera giusta a prescindere da inquadrature e virtuosismi di sorta.

E seppure lontani da quel periodo, oramai quasi mitico, dei Risi, dei Monicelli, dei Comencini, dei Germi e chi più ne ha più ne metta, Una famiglia perfetta tende ad alzare l’asticella di certe produzioni nostrane. Merito di un cast indiscutibilmente azzeccato, guidato da un Giallini, come già detto, in splendida forma e di un’idea alla base accattivante, sviluppata in maniera in fin dei conti riuscita. Una commedia allegra e scanzonata, che non si prende troppo sul serio ma che volendo offre pure qualche lieve ed opaco margine di riflessione. Ma che soprattutto diverte, senza necessariamente puntare verso il basso.

Voto di Antonio: 7

Una famiglia perfetta (Italia, 2012). Di Paolo Genovese, con Sergio Castellitto, Claudia Gerini, Marco Giallini, Carolina Crescentini, Eugenia Costantini, Eugenio Franceschini, Francesca Neri, Ilaria Occhini, Maurizio Mattioli, Sergio Fiorentini e Paolo Calabresi. In sala da oggi, 29 Novembre.