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Re della Terra Selvaggia – Beasts of the Southern Wild: spot, clip, featurette, note di regia e di produzione

Candidato a 4 Premi Oscar, Re della Terra Selvaggia arriva in Italia

pubblicato 5 Febbraio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 17:54

Un film meraviglioso, senza girarci troppo attorno. Delicato, poetico, commovente, originale, indipendente nell’anima e diretto con mano ambiziosa da un trentenne che farà parlare di se’. Tale Benh Zeitlin, candidato all’Oscar a sorpresa per la Miglior Regia, tanto da spodestare autori ben più conosciuti come Quentin Tarantino, Ben Affleck e Tom Hooper. Dopo lunga attesa, questo giovedì Re della Terra Selvaggia uscirà nei cinema d’Italia, in 30 copie appena.

30 copie per imparare ad amare un piccolo gioiello che noi di Cineblog stiamo ‘spingendo’ da quasi un anno, ovvero da quando il nostro Gabriele se ne innamorò al Festival di Cannes 2012. Beasts of the Southern Wild, questo il titolo originale, sarà chiamato il prossimo 24 febbraio a vincere almeno uno dei Premi Oscar a cui è stato candidato, per poi lasciar strada al suo padre e creatore, ovvero quel Zeitlin straordinario compositore di una colonna sonora meravigliosa, ingiustamente ed inspiegabilmente snobbata dall’Academy. Comunque vada a finire, questo va comunque detto, il film ha già fatto incetta di premi in giro per il mondo. Sono infatti arrivati il Gran Premio della Giuria e della Migliore Fotografia al Sundance, il Gotham Award come Miglior Regista Esordiente, 4 nominations agli Spirit Awards (Miglior Film, Miglior Regia, Migliore attrice, Migliore fotografia), l’ambita Camera d’Or al Festival di Cannes come Miglior Opera Prima, il Premio Fipresci, la Menzione Speciale della Giuria Ecumenica e al Prix Regards Jeune a Benh Zeitlin; il Grand Prize come Miglior Film ed il Premio Cartier Révélation come miglior regista esordiente al Festival di Deauville, il Premio del Pubblico al Los Angeles Film Festival, il Premio Rivelazione al London Film Festival e tanti altri ancora.

Oggi, per lanciare degnamente l’uscita di Re della Terra Selvaggia nelle nostre sale, vi proponiamo 2 featurette sottotitolate in italiano, due clip, un’intervista, il parere di Oprah e uno spot di 15 secondi, sempre in italiano, da affiancare alle note di regia e alle ricche ed interessanti note di produzione, che vi attendono dopo il saltino. In attesa che Beasts of the Southern Wild diventi realtà.


 

Note di Regia – Benh Zeitlin

L’abilità di qualcuno nel preparare ciambelle o nel ridere di gusto contano per me tanto quanto la sua capacità di essere un ottimo carrellista.
Nella mia vita, così come nei miei film, voglio essere circondato da persone selvagge, coraggiose e di buon cuore. Se questo, a volte, conduce a situazioni di caos, non importa. Almeno queste situazioni si attraversano con persone che si amano.
In fin dei conti, è il film che ci guadagna in passione, coraggio e generosità. E questo, ai miei occhi, è molto più importante di un carrello perfettamente utilizzato.
È con questo principio in testa che ho affrontato tutte le tappe della creazione di Beasts of the Southern Wild. Ho fatto di tutto per infondere un’energia, un sentimento, un modo di essere che tutti quelli con cui lavoravo potessero condividere.
Fare un film per me è inventare una realtà e farvi vivere le persone migliori che conosco.
Il modo in cui abbiamo operato per il casting ne è l’esempio migliore. Abbiamo scelto Dwight Henry che lavorava alla panetteria di fronte, e Quvenzhané Wallis, che andava alla scuola elementare del quartiere, per incarnare i nostri eroi Wink e Hushpuppy. Né l’uno né l’altro avevano mai recitato. Ma bastava guardarli dritti negli occhi per capire che erano dei feroci guerrieri, capaci di ogni cosa.
E anche se, all’improvviso, questo ci costringeva a modificare completamente la sceneggiatura, a rovesciare il nostro cammino, era poca cosa: perché si trattava di addomesticare questo indomabile modo di essere che era il cuore del film.
Questo metodo lo abbiamo applicato ogni volta che bisognava prendere una decisione. Dovevamo ricostruire una scenografia marina in studio oppure trasferirci in mare? Avremmo trovato un luogo tranquillo dell’isola da allestire come fosse alla fine del mondo, o saremmo partiti alla ricerca della fine del mondo? Avremmo trasformato una ragazzina preadolescente di undici anni in una bambina di sei, oppure avremmo scelto una bambina che aveva veramente sei anni?
Abbiamo messo alla prova la forza della nostra storia e quella della comunità su cui si reggeva, confrontandoci con ogni ostacolo che si poneva davanti al nostro cammino.
Questa mentalità indomita che impregna tutta la Louisiana del Sud è ciò che mi ha reso dipendente da questa terra. Sono venuto per una visita che sarebbe dovuta durare due mesi. Sono passati sei anni, e non ho alcuna intenzione di ripartire. Qui si trova la culla di una specie in via di estinzione: quella delle persone più tenaci che io conosca in America. Ed è stata la loro fierezza a condurmi a questa storia. Tra uragani, maree nere, terra che si sgretola sotto ai nostri piedi, tutto contribuisce a trasmettere la sensazione che un giorno, inevitabilmente, questo mondo sarà cancellato dalla mappa geografica. Volevo fare un film che si interrogasse sulla maniera di reagire di fronte a una tale condanna a morte. Non era mia intenzione criticare i politici che hanno contribuito a questo stato di cose, né innescare una battaglia sulla responsabilità ambientale, tantomeno risvegliare le coscienze.
La questione che mi interessava era piuttosto la seguente: come potevano queste persone trovare la forza di vedere morire la terra che li ha resi unici, senza perdere la speranza, la gioia e questo spirito incredibile di festa che li contraddistingue?
Ho trovato la risposta grazie a questi esseri feroci che ho scelto per recitare nel film. E in parte, anche in Juicy and delicious, la pièce teatrale della mia amica Lucy Alibar: una commedia apocalittica su un ragazzino che perde il papà in un luogo alla fine del mondo. Dal lavoro con Lucy e con la folgorante personalità di Quvenzhane Wallis è nato il personaggio di Hushpuppy. Una forza della natura che, per sopravvivere, deve trovare in sé, dall’alto dei suoi sei anni, tutta la potenza del Sud della Louisiana. Ho conferito a questo personaggio una saggezza e un coraggio che io non credo di essere in grado di possedere. Hushpuppy è la persona che vorrei essere.

Note di Produzione

Il Background

Mix terribile di artisti, animatori, costruttori, montatori, musicisti e narratori di storie, Court 13 realizza film su comunità improbabili, come un’improbabile comunità a sua volta.
E quale miglior luogo di New Orleans e i suoi vicini bayou, una regione che ha forgiato secoli di cultura e tradizione pur vivendo in un contesto ambientale altamente improbabile?
In quale altro luogo si organizzano party per festeggiare un uragano? E in quale altro luogo si allestisce una parata fiammeggiante quando muore qualcuno? Dove una musica senza tempo ti fa battere i piedi su una terra che sprofonda? Da quando hanno realizzato un’imbarcazione di paccottiglia facendola veleggiare verso Lake Pontchartrain per il cortometraggio Glory at Sea, Court 13 ha collaborato con la gente e i luoghi della Louisiana per creare storie importanti da piccole cose. Storie che vanno oltre la realtà, ma sono costruite su gente reale che vive in situazioni irreali. ?Tuttavia lo sforzo della realizzazione di Beasts of the Southern Wild non è stato un errare solitario, ma una totale partnership tra l’energia e le sfide di Court 13 e la visione determinata di Cinereach. Dopo aver familiarizzato con i realizzatori di Glory at Sea, Cinereach ha voluto assicurarsi che l’immaginazione creativa di Benh Zeitlin nel suo progetto successivo potesse realizzarsi. In linea con il loro obiettivo di sostenere “storie vitali, raccontate artisticamente”, Cinereach ha messo gli autori davanti a ogni altra cosa, condividendo con Court 13 la filosofia di cogliere le sfide cinematografiche come opportunità invece che come ostacoli. Non hanno fatto altro che permettere a Zeitlin e alla sua brigata di praticare ciò che sembravano aver predicato nel loro epico cortometraggio due anni prima. E a presiedere come celebrante di questa unione è stato Paul Mezey di Journeyman Pictures, che ha costantemente benedetto la produzione con la sua saggezza da guida Jedi.
Così come il sud della Louisiana non è solo un luogo ma uno stile di vita, anche Court 13 e Cinereach sono molto più che un approccio diverso al fare cinema. Con Beasts of the Southern Wild queste idee nebulose venivano finalmente messe in pratica in una scala più ampia. Beasts è il primo lungometraggio realizzato da Court 13.

La Genesi del film
 
Essendo amici fin da ragazzini, Benh Zeitlin ha sempre coltivato l’idea di adattare una delle opere di Lucy Alibar per realizzarne un cortometraggio. Alibar ha scritto racconti che sembrano giocare come un delizioso miscuglio di cibo, magia e amore, nello stile del Sud.
Dopo aver visto un allestimento teatrale di Juicy and delicious nel 2008, Zeitlin ha deciso che la portata e lo spirito del mondo creato da Alibar, per non dire quella storia in particolare, meritavano una trasposizione in un lungometraggio di finzione, e che quello sarebbe stato il suo primo film.
Alibar ha creato dei personaggi dotati di una particolare dolcezza e sottoposti a un tipo di amore così duro che potrebbe essere definito crudele, se al tempo stesso non ti venisse anche da ridere.
Questa dissonanza nei rapporti tra i personaggi è un aspetto che Alibar e Zeitlin avrebbero mantenuto nella loro transizione verso una sceneggiatura. Tuttavia, mentre osservare la performance teatrale della Alibar era come essere di fronte a qualcosa di surreale e magico dove non vi erano regole, Zeitlin si è avvicinato alla storia e al modo di raccontarla partendo da un approccio realistico. E stato lo stesso realismo che ha definito lo stile del suo corto del 2008 Glory at Sea; ma così come i personaggi incontrati a bordo della barca di paccottiglia erano indubbiamente di fantasia, di fantasia sarebbe stato anche ciò che Hushpuppy avrebbe vissuto quando il mondo intorno a lei cominciava a sgretolarsi. Nella loro essenza, sia il racconto sia il film si sarebbero articolati su qualità centrali e determinanti per il loro piccolo eroe: un coraggio emozionale, quel particolare tipo di coraggio che è necessario per dire addio a qualcuno che si ama.
Alibar e Zeitlin hanno trasferito questo tema nel paesaggio sprofondante della Louisiana – un luogo che privilegia una gioia genuina e appetiti dissoluti persino quando i suoi villaggi si riempiono di acqua e le sponde del bayou affondano di fronte ai loro occhi.

La portata del film si è così ampliata, fino a rappresentare la perdita di un luogo e insieme quella di una persona; la perdita di Wink in parallelo alla perdita della sua casa.
 
Un bayou inventato all’estremo sud del Paese: la Grande Vasca non si è ispirata ad alcuna città specifica, ma piuttosto a una concentrazione in un unico posto di tutti gli elementi culturali della Louisiana del Sud. In altre parole, la Grande Vasca conteneva tutto il bene che il cambiamento naturale di epiche proporzioni avrebbe portato via. La domanda per il personaggio di Hushpuppy diventava la seguente: che tipo di responsabilità e di dovere hai verso la tua casa e te stesso, mentre sei lì per qualcuno o qualcosa che ti scivola via davanti agli occhi?
Zeitlin e Alibar hanno forgiato la sceneggiatura a 80 miglia sudovest di New Orleans e in un mondo lontano, rinchiuso in un porto dove la strada finisce e comincia il Golfo.
I cinque bayou che si estendevano a sud di Houma come dita nell’Oceano, la comunità di persone che vivevano lì (pescatori di gamberetti e di gamberi, petrolieri) ed il loro stile di vita erano certamente un terreno fertile per la loro immaginazione. Ma già dall’inizio il mondo della Grande Vasca sarebbe stato a un passo dalla realtà.
Questo non significa che il processo creativo non andasse occasionalmente a sovrapporsi a qualche iniziale location individuata: quando Benh ha trovato una scuola abbandonata e un barile arrugginito di petrolio nella parte posteriore della proprietà di Claude Bourg, Hushpuppy finalmente aveva una casa.
Ma Zeitlin è sempre stato consapevole del fatto che ambientare il film in un posto particolare avrebbe diminuito l’impatto della storia e che, rimuovendo ogni fotogramma o riferimento letterale, lo avrebbe invece allargato a un’esperienza visiva più ampia e più ricca. Benh e Alibar avevano intessuto una storia enorme in un universo alternativo – un universo che probabilmente avrebbe meritato le risorse di almeno 100M di dollari di un blockbuster per essere costruito.  Come riuscire a ricreare questo mondo gigantesco e la sua distruzione con un budget limitato è stata una delle sfide apparentemente impossibili da vincere.
Fortunatamente il film era stato selezionato al laboratorio di Registi, Sceneggiatori e Produttori del Sundance Institute, che ha come obiettivo prioritario proprio quello di aiutare i filmakers a navigare in questo tipo di problemi.  Il Laboratorio per gli Sceneggiatori è stato fondamentale per il raggiungimento di quella transizione di cui si parlava prima, mentre il laboratorio dei Registi ha dato a Zeitlin la possibilità di dare a queste idee creative il terreno per crescere. Infine, il laboratorio Produttori, ha guidato il progetto per compattare il mondo del film di Zeitlin in un’opera effettivamente realizzabile. La benedizione finale è arrivata dal Premio Sundance/NHK International Filmakers per Benh Zeitlin, e ormai la posta in gioco era definita. Questi filmakers avevano aspettative importanti per il film e si sarebbero confrontati con aspettative ancora più alte a seguire.
 

Il Casting
 
Man mano che la portata del film si allargava, diventava chiaro che il pubblico sarebbe stato catturato dentro questo mondo dalla prospettiva di una singola, curiosa bestia di nome Hushpuppy.
Il successo del film sarebbe dipeso interamente dal trovare qualcuno che entrasse nelle scarpe piccole ma al tempo stesso imponenti di questo personaggio.
E questo è stato il primo, immenso, problema da affrontare: come si poteva concepire che un bambino potesse portare questo complesso film sulle sue piccole spalle? La ricerca è iniziata all’inizio del 2009 a New Orleans, nella stanza di una scuola abbandonata e adibita a ufficio e spazio per i provini. Un luogo in cui sono stati scoperti così tanti bambini di talento, che Court 13 ha iniziato un programma doposcuola per insegnare loro recitazione e regia. Le sessioni con le bambine tra i sei e i nove anni risultavano più come interviste e giochi che non come una audizione tradizionale. Dopo quattro mesi senza Hushpuppy, la ricerca si è allargata oltre la città nelle comunità del bayou dove Zeitlin e Alibar stavano scrivendo la sceneggiatura e dove il film sarebbe stato alla fine girato. L’esercito dei volontari di Court 13 si è aggirato per otto comunità lavorando con i sovrintendenti locali per distribuire i volantini nelle scuole pubbliche e tenere audizioni nelle parrocchie e nelle biblioteche. I quattro mesi di ricerche si sono trasformati in un anno, dopo aver perlustrato ogni pista da bowling del doposcuola, ogni congregazione e ogni aula scolastica che riuscivano a scovare. In alcune zone i volontari sono addirittura andati porta a porta.
Dopo aver incontrato 4.000 bambini, il duro lavoro li ha ripagati e si sono trovati davanti a Hushpuppy. Era proprio nel cortile del film, a Houma, nella Louisiana, tra le paludi e le chiatte che fanno da sfondo alla pellicola. Lei non aveva l’età compresa tra sei e nove anni. Quando ha fatto il primo provino ne aveva solo cinque. Dotata chiaramente di una fantasia sorprendente, Quvenzhané Wallis era una micro-forza della natura con una capacità di mettere a fuoco le cose e un’intelligenza emotiva mai viste prima. Il fascino completo della sua personalità non poteva essere confinato alle parole “azione” e “stop”: era un tale uragano di humour e di carisma naturale che ti affascinava in ogni luogo ti trovassi.
La missione successiva era trovare il personaggio del padre di Hushpuppy, Wink. Il procedimento per le audizioni degli adulti era simile a quello per i bambini: essenzialmente un’intervista sulla loro storia personale, poi veniva presentata loro una scena con situazioni in cui improvvisare nell’interpretazione di un personaggio non lontano da loro stessi. Unicamente nella fase finale di questo processo, quando erano vicini alla selezione finale, gli attori potevano avere un copione.
Nuovamente, ci si concentrò sulla gente del luogo da New Orleans alle zone del bayou, persone che non avevano mai recitato prima ma erano incuriosite da un volantino nel negozio di un barbiere o da un annuncio in una radio locale. Nel rivedere le registrazioni che i volontari di Court 13 gli avevano portato, Zeitlin continuava a guardare quelle di un uomo con un sorriso particolare. Mr. Dwight Henry era una figura familiare, poiché gestiva un delizioso panificio dalla parte opposta della strada dove sorgeva l’edificio scolastico abbandonato delle audizioni. Recitava a mala pena in tutti i nastri delle registrazioni iniziali, raccontava invece storie incredibili sulla New Orleans post uragano Katrina, mentre continuava il suo lavoro di panettiere. Sei mesi più tardi, mentre lo cercavano disperatamente per richiamarlo, per il team sembrava impossibile riuscire a bloccarlo. Si sono resi conto che lo cercavano nel pomeriggio, mentre lui lavorava da mezzanotte a mezzogiorno – gli orari del panettiere – e dormiva subito dopo. Una volta arrivato, ha dimostrato una potente vulnerabilità emotiva e una presenza scenica imponente. Zeitlin e il team avevano sempre pensato che quel ruolo sarebbe stato più adatto per un attore professionista. Ma poiché non intendevano prendere facili scorciatoie, alla fine hanno preferito Mr. Henry. Le prove e le sessioni con Zeitlin si sarebbero svolte nel panificio, dalle due alle cinque del mattino, mentre cuoceva il pane. Questa scelta avrebbe finito col portare lo spirito di Mr. Henry nel tessuto del film in un modo tale che oggi risulta difficile immaginare il personaggio di Wink in un modo diverso. Ha letteralmente creato il suo personaggio.
Allo stesso modo, il resto dei personaggi adulti del cast è stato composto da gente del luogo, tra New Orleans e la zona in cui cominciavano a montarsi le infrastrutture del film, con la partecipazione anche di alcuni dei protagonisti di “Glory at Sea”. Alla fine, la Grande Vasca aveva i suoi abitanti.
 
 
Gli Aurochs
 
Appena il cast fu chiuso e ognuno di loro aveva imparato a recitare in un film per la prima volta, un altro set di star doveva essere trovato, un’altra sfida andava superata.
Uno degli elementi principali nella sceneggiatura di Alibar e Zeitlin, per cui il film è stato definito più grande e più complesso del solito film indipendente, sono state le mitologiche fiere, creature da giorno del giudizio universale, conosciute come Aurochs. Il nucleo mitologico del film era che questi animali pre-storici tanto tempo fa si fossero congelati in ghiacciai, per poi essere scongelati e riesumati dagli straordinari cambiamenti climatici che vediamo accadere nella Grande Vasca.
Come crei una parata di mostri che annunciano l’imminente apocalisse, contando su un budget tutt’altro che mostruoso?
Mentre la troupe di Zeitlin era raggruppata nel bayou, una seconda unità con base a New Orleans doveva rispondere a questa domanda.
La scena fu girata in una caserma dei pompieri abbandonata nel Marigny che è stata concessa da un compagno del Sundance Institute rinomato filmaker locale – padrino della scena del cinema indipendente a New Orleans.
Era come un laboratorio, con serbatoi di acqua giganti, una città miniaturizzata in laser-cut, con recinti di animali nel cortile posteriore.
Questo perché il primo passo era raggruppare gli Aurochs viventi, dei surrogati che respirassero: una manciata di animali selvatici, che dovevano essere addestrati per esibirsi davanti alla macchina da presa.
Il secondo passo era adornare queste creature con copricapi confezionati su misura, specificamente progettati per dotare le creature con gli occhi spalancati di corna terribili e peli ispidi.
La storia degli Aurochs sarebbe stata girata sullo sfondo di un set di una mini-era glaciale meticolosamente costruita. Alcune riprese con il greenscreen hanno richiesto la superficie di nastro trasportatore per permettere agli enormi mammiferi di trottare in giro, un sistema che sfruttava un membro del gruppo su una cyclette. Problema risolto!
 

La Produzione
 
Nel Gennaio 2010 la società di produzione Court 13 piantò la sua bandiera della sua nuova sede nel bayou – 517 Highway 55, in Montegut, Louisiana, precedentemente conosciuta come Claude Bourg’s Cajun Country Stop & Stazione di benzina.
Un diamante nel fango, questa proprietà si adattava perfettamente alle necessità del film: l’ex minimarket divenne l’ufficio, il garage degli autoarticolati ospitò il reparto di scenografia, la zona delle attrezzature per pulire i gamberi divenne l’area degli accessori di scena, e alla fine un terzo del film si trovò ad essere girato nel cortile posteriore di Claude. Un altro terzo, a non più di 15 minuti da lì.
Dopo essersi concessa un momento per riprendersi dalla miracolosa vittoria al Super Bowl dei Saints a Febbraio, l’organizzazione della Court 13 barattò sacchi a pelo e caloriferi del minimarket di Claude in cambio di letti di cuccetta nei campi di pesca situati dietro. I membri che condividevano lo stesso pensiero della troupe cominciarono ad avventurarsi nel bayou attraverso la strada principale, per cominciare il lavoro di preproduzione. Il gruppo era un singolare ibrido di persone del luogo, della Louisiana, professionisti del cinema indipendente, ed amici di amici pronti per un’avventura; quello che condividevano era la dedizione all’esperienza particolarmente pervasiva che il raccontare questa storia richiedeva.
Alla fine della pre-produzione, la troupe era costituita da più di 80 membri – 40 dei quali solo del reparto di Scenografia – e tutti erano sparpagliati lungo i bayous.
Le notti passavano aprendo i gamberi su un’enorme tovaglia fatta di giornale, e mandandoli giù intorno al falò nel cortile posteriore di Claude.
Lucy inscenò anche una lettura del suo dramma originale nel garage dei meccanici; era solo una delle molte puntate di una “Divertente Notte in Famiglia.”
Con ogni recluta nuova, c’erano più animali raggruppati, più barche e veicoli sicuri, più set elaborati, più costumi fatti su misura…
Un carico generoso di attrezzature per il macchinista gentilmente concesso dagli amici Rooftop Films e Eastern Effects rese la vita più facile al reparto G & E. Nel frattempo, il gioiello della corona del reparto di scenografia, una gigantesca nave-scuola da guerra, situata nel bayou vicino all’ufficio della stazione di benzina, sconcertava ogni persona del luogo che passava.
La lavorazione del film iniziò il 20 Aprile, una data meglio conosciuta in Louisiana anche per quello che accadde quel giorno: la disastrosa perdita di petrolio della piattaforma BP Deepwater Horizon, proprio 100 miglia Sud-Est del bayou ripreso nel film…
La produzione andò avanti, girando per 40 giorni vicino e all’interno dei corsi d’acqua navigabili di Montegut, Houma, Bourg, e Pointe-Aux-Chenes, come anche Mandeville e Slidell, avvicinandosi alla North Shore. Poi il ritorno per una settimana a New Orleans per la seconda unità e la fotografia degli effetti speciali per gli Aurochs. Nel bayou ogni giorno era una nuova sfida contro gli elementi della natura: giornate lunghe, aria umida e pesante, barche che si rompevano… I bambini di 8 anni erano capricciosi, a Wink era andata via la voce, il cibo era talmente tanto e buono da stare male; per ogni problema risolto altri due venivano fuori. Il mantra di Court 13 di sfruttare al meglio gli ambienti circostanti si è rivelato la chiave. La squadra è andata incontro a circa 15 ripetizioni del piano di ripresa. Ci sono state esplosioni, un incontro con l’FBI, vari veicoli che hanno preso fuoco al momento sbagliato, altri che non hanno preso fuoco al momento giusto, una grande società petrolifera che li ha cacciati da una location chiave per ripulire il danno che aveva generato al largo… E l’elemento che ha tenuto tutti loro a galla è stata la perseveranza e lo spirito di una bambina di sei anni. Ha superato la dura prova delle riprese di questo film egregiamente, e ha chiesto di averne ancora.
 

La Post Produzione

Zeitlin e il suo montatore si ritrovarono con una montagna di girato su cui lavorare. Una enorme copia lavoro che svelava ogni singola scena e l’intreccio narrativo che Zeitlin intendeva seguire, e per mesi e mesi, continuarono questo lavoro di “tagliuzzamento” del girato per riuscire a dare vita alla versione filmica più efficace. Essendo uno dei due compositori delle musiche, e volendo essere presente ad ogni step della postproduzione, Zeitlin si trovava di fronte ad un lavoro ritagliato appositamente per lui.  Quando, nel Settembre 2010, i tempi per la presentazione al Sundance stavano ormai per scadere, si decise quindi che per permettere a Benh di seguire attentamente il film la postproduzione aveva bisogno di un altro anno di lavoro. Tutte le forze spese quell’anno erano state destinate unicamente a chiudere la produzione del film, e fare una scoperta definitiva: il cuore della storia era il rapporto tra Hushpuppy e il padre.
Fortunatamente un altro miracolo accadde: la Fondazione Kenneth Rainin della Film Society di San Francisco ci elargì una donazione che permise al film di ingaggiare i migliori artisti degli effetti speciali della Baia, in modo tale che il girato degli Aurochs potesse riuscire a convivere con tutto il resto del film. Più tardi, grazie ad alcuni sostenitori presso la Film Society, il film vinse un nuovo finanziamento, durante il secondo anno di post-produzione, grazie al quale si potè collaborare con i giganteschi laboratori Skywalker della Baia di San Francisco, per la post-produzione del suono. Per un piccolo film della Louisiana che tentava di ritrarre qualcosa di cinematograficamente più vasto delle sue piccole parti, questo fu un dono dal cielo.
Una volta organizzate le varie fasi della post-produzione, alla fine del 2011, Zeitiln riusci a sedersi con il suo collaboratore per comporre la Colonna Sonora. Il duo aveva composto le musiche per “Glory at Sea”, ottendendo un clamoroso riscontro al di là del film. Le musiche furono utilizzate da Obama per i video della campagna Americana nel 2008 e nelle pubblicità di Google Crome. La sfida questa volta era come articolare musicalmente sia l’immaginazione e lo stato emozionale di Hushpuppy, sia il mondo che si sgretolava attorno a lei. Avrebbero ingaggiato una leggendaria banda della Louisiana per la musica “Bathtub”. Ma la domanda che si ponevano era: quando Hushpupppy svela al pubblico il singolare carillon del suo mondo, quale melodia ne sarebbe uscita?  Trovarono una risposta, e infine “Bathtub” ebbe un epico, tentacolare paesaggio sonoro, la magia visuale che accompagna i messaggeri bestiali alla loro sorte avversa, e la melodia del suo eroe che diventa guerriero. Gli ultimi ritocchi furono fatti durante il mix sonoro in Marin County: il film che era iniziato nel Bayou, finì nella Baia.

Premio Oscar