Home Curiosità Colazione da Tiffany: recensione ultra cinquantenne e curiosità sul film di Canale 5

Colazione da Tiffany: recensione ultra cinquantenne e curiosità sul film di Canale 5

Oggi facciamo “Colazione da Tiffany” con Audrey Hepburn, caffè nero e croissant da passeggio, all’alba, sul marciapiede della Fifth Avenue, in tubino nero di Givenchy, fili di perle e occhiali RayBan Wayfarer con montatura di tartaruga, al ritmo della splendida Moon River, pregustando la visione del Breakfast at Tiffany’s di Blake Edwards, programmato per questa sera alle 21,10 su Canale 5.

di cuttv
pubblicato 14 Febbraio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 17:44

Una colazione con stile ed eleganza, che ha già festeggiato i primi 50 anni con un bel restauro, e un ritorno in sala con anteprima al Festival di Roma, confermandosi un’impareggiabile mix di commedia sofisticata e favola sentimentale. Di certo una romantica alternativa televisiva al Festival di Sanremo e l’esibizione canora di Albano, nel giorno di San Valentino dedicato ad ogni genere di amore e legame, anche quello tra una giovane impulsiva a caccia di un milionario da sposare come Holly Golightly, e il su vicino scrittore, spiantato e mantenuto Paul Varjack, tra malviventi ed ex mariti, con la complicità di una vetrina scintillante che rassicura e lo zampino di un grosso ‘gatto’ dal pelo rosso.

Un film che mantiene la verve del romanzo di Truman Capote al quale si ispira, pur dovendo rinunciare alle tematiche dell’omosessualità a causa del codice Hays, prediligendo un lieto fine, e soprattutto un personaggio meno ‘allegro’ di quello pensato dallo scrittore per un’estroversa Marilyn Monroe. Un personaggio incantevole e leggiadro, complesso e divertente, che beve latte in calici di cristallo, vive nel disordine con la musica ad alto volume, fa colazione all’alba per la strada, chiude il telefono fastidioso in una valigia e getta via i moralismi.


Colazione da Tiffany poster
Colazione da Tiffany poster
Colazione da Tiffany poster
Colazione da Tiffany poster
Colazione da Tiffany poster

Una Holly Golightly cucita sul fascino seducente di Audrey Hepburn, dalla sceneggiatura di George Axelrod e la regia delicata di Blake Edward, che la fotografia di Franz Planer e la colonna sonora di Henry Mancini, non fanno che esaltare, sin da quando la bella ed elegante Holly Golightly scende dal taxi, per fare colazione davanti alla vetrina di Tiffany & Co., dove “non può accaderti niente di brutto”.

Una scena che consacra l’icona di stile senza tempo, al punto da diventare nel 2009 la protagonista dello spot commerciale della Lancia ‘Musa’. Il tubino nero di Givenchy, disegnato dallo stilista per la sua musa e amica, ha seguito un destino analogo,bramato e imitato, venduto all’asta nel 2006 per 467.200 sterline (oltre 687.000 €), conservato al Museo del Costume di Madrid, e donato in copie per beneficenza.

La scena girata agli albori di ottobre nel 1960, approfitta delle sfumature rosee e argentee regalate a New York dall’autunno, e dell’allure della gioielleria, inaugurata al n. 727 della Fifth Avenue nel 1940, dopo diversi trasferimenti, e la medesima statua di Atlante, realizzata da un’artista di polene come Frederick Meltzer, simbolo di ricchezza e forza del proprietario come sulle prue delle navi.

Una vera e propria multinazionale con centinaia di negozi in tutto il mondo, fondata nel 1837, gioielleria solo dal 1853,che a quanto pare aprì di domenica per la prima volta la mattina del 2 ottobre del 1960, per permettere le riprese del film, prima del passaggio del corteo di Nikita Kruscev.

Anche l’edificio utilizzato per le riprese esterne degli appartamenti di Holly Golightly e Paul Varjac, con la porta verde e le scale in pietra rossa al n. 169 della 59th East, angolo Lexington Avenue, nel residenziale Upper East Side, resta una delle mete ambite da turisti e appassionati.

La New York Public Library, all’angolo tra la 42nd Street e la Fifth Avenue, inaugurata nel 1911 con i due leoni all’ingresso, e set di tanti altri film, da Ghostbusters a The Day after Tomorrow, passando per Sex and the City, diventa invece la meta della città diurna e colta, ignorata dalla mondana e party addicted Holly, esplorata per la prima volta con l’innamorato Paul.

Il famoso Club 21, frequentato dai personaggi più in vista, con la sua cantina per pochi di oltre 55.000 bottiglie pregiate, nel quale si rifugia la nostra eroina dopo l’addio con l’ex marito, è stato in realtà ricostruito in studio, come gli interni degli appartamenti, ma in fondo sono gli esterni di New York a regalare un fascino impareggiabile alle location, dal lago artificiale di Central Park dove Paul incontra l’ex marito di Holly, al muretto della fontana ai piedi dell’imponente Seagram Bulding, scelto per i chiarimenti.

Se l’interpretazione della Hepburn ha reso il film un classico, quella di George Peppard nei panni di Paul Varjack, sembra intensificarsi insieme al rapporto tra i due personaggi, Mickey Rooney sorprende come fotografo giapponese, al quale i giapponesi non risparmiarono critiche per il trucco carico, ma anche il randagio senza nome che non appartiene a nessuno, come Holly, guadagnò un patsy (una sorta di Oscar delgi animali) facendo le fusa all’immaginario cinematografico felino, fino alla scena finale.

Colazione da Tiffany poster

Lui è buono, vero gatto? Su, vieni qua, povero amore, povero amore senza nome… ma io penso che non ho il diritto di dargli un nome… perché in fondo noi due non ci apparteniamo, è stato un incontro casuale. E poi non voglio possedere niente, finché non avrò trovato un posto che mi vada a genio… non so ancora dove sarà, ma so com’è.

Il film costato 2 milioni e mezzo di dollari, ne incassò circa 14 in tutto il mondo, rendendo la Hepburn l’attrice più pagata, dopo Liz Taylor, e vincitrice di un David di Donatello come migliore attrice straniera.

Colonna Sonora

Gli unici due Oscar vinti dal film andarono alla colonna sonora, con la partitura originale composta e diretta da Henry Mancini ispirato dalla malinconia dell’attrice, e i testi di Johnny Mercer, oltre alla miglior canzone, quella “Moon River” cantata dalla stessa Hepburn. Per inciso, la scena in cui la canta seduta sul davanzale della finestra, scritta per lei, non è stata eliminata solo per la caparbietà dell’attrice.

Le tracce della registrazione del 1961 comprendevano:

01 Moon Rive
02 Something For Cat
03. Sally’s Tomato
04. Mr. Yunioshi
05. The Big Blow Out
06. Hub Caps And Tail Lights
07. Breakfast At Tiffany’s
08. Latin Golightly
09. Holly
10. Loose Caboose
11. The Big Heist
12. Moon River Cha Cha

Henry Mancini - Colazione da Tiffany del 1961 BMG

Per celebrare il cinquantenario del film, dal 6 febbraio 2012, è disponibile una versione dell’album con nuove tracce bonus. 8 tra i brani più amati del repertorio dell’orchestra di Henry Mancini, e 5 versioni di “Moon River” eseguita dal Grant Green Quartet, dall’Eddie Harris Quintet, dal cantante soul Jerry Butler, dal cantante pop sudafricano Danny Williams e nella versione originale eseguita da Audrey Hepburn con la chitarra, estratta direttamente dal film.

01. Moon River
02. Something for Cat
03. Sally’s Tomato
04. Mr. Yunioshi
05. The Big Blow Out
06. Hub Caps and Tail Lights
07. Breakfast at Tiffany’s
08. Latin Golightly
09 Holly
10. Loose Caboose
11. The Big Heist
12. Moon River Cha Cha
13. Misty
14. Moon Talk
15. Joanna
16. Mr. Lucky
17. Dreamsville
18. Blue Satin
19. Slow and Easy
20. Softly
21. Moon River #2
22. Moon River #3
23. Moon River #4
24. Moon River #5
25. Moon River #6

Ed ora anche un bel documentario sul dietro le quinte, per ingannare l’attesa fino all’ora di cena. Buona colazione.