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Madagascar 2: Recensione in Anteprima

Madagascar 2 ( Madagascar: Escape 2 Africa, Usa, 2008 ) di Eric Darnell, Tom McGrath. Avevamo lasciato Alex il Leone, Marty la Zebra, Melman la Giraffa e Gloria l’Ippopotamo tra i lemuri ballerini e i pinguini spia nel Madagascar, con la voglia e la speranza di tornare a New York. Riparato miracolosamente un vecchio aereo,

13 Novembre 2008 11:00

Madagascar 2: Recensione in Anteprima Madagascar 2 ( Madagascar: Escape 2 Africa, Usa, 2008 ) di Eric Darnell, Tom McGrath.

Avevamo lasciato Alex il Leone, Marty la Zebra, Melman la Giraffa e Gloria l’Ippopotamo tra i lemuri ballerini e i pinguini spia nel Madagascar, con la voglia e la speranza di tornare a New York. Riparato miracolosamente un vecchio aereo, la banda al completo tenta il viaggio della speranza, con lo sky line più famoso del mondo come punto d’arrivo. Peccato che il tutto finisca molto prima, con un atterraggio d’emergenza in… Africa!

3 anni dopo il clamoroso successo di Madagascar tornano i folli animali della giungla targati Dreamworks, con un sequel sinceramente inferiore alle attese e al primo fortunato capitolo. Ai vecchi esilaranti personaggi se ne sono aggiunti molti altri, con una precisa sensazione però di incompiuto e forzato, come se la saga avesse già finito tutte le frecce del proprio arco…

Tipicamente Dreamworks. Da sempre i “fabbricanti” animati della casa partorita da Steven Spielberg si differenziano dai ‘geni’ della Pixar per diversi motivi. L’animazione, la capacità d’innovazione, la forza ed il coraggio di rischiare, il riuscire ad abbracciare un pubblico anagraficamente eterogenio e il partorire storie originali sono alcune delle caratteristiche alla base delle due case animate. E se in casa Pixar toccano livelli graficamente impensabili, osano l’inosabile, innovano continuamente e rischiano dal punto di vista degli script, spesso e volentieri andando a limitarsi nell’affacciarsi ad un determinato tipo di pubblico, in casa Dreamworks fanno esattamente l’opposto. Un opposto che paga, visto che gli incassi premiano la casa dei ‘palloncini’, ma che alla lunga potrebbe stancare.

Un’analisi breve e necessaria per descrivere Madagascar 2, prodotto tipicamente dreamworksiano perchè quasi realizzato in ‘serie’, per necessità, per obblighi da botteghino, per franchise, per cavalcare l’onda di un successo clamoroso e portare avanti eventuali spin-off, che potrebbero essere l’attesa ciliegina sulla torta.

Al sottoscritto Madagascar era piaciuto! Gag esilaranti, personaggi interessanti, storia simpatica ed un’animazione ‘particolare’ a condire il tutto. Dopo 3 anni questi ingredienti sono stati ripresi, dal primo all’ultimo, senza però riuscire a dare alla storia un qualcosa che l’amalgamasse per bene. Madagascar 2 risulta slegato, spezzato, spesso quasi ‘videoclipparo’ e per questo meno riuscito del primo episodio.

I personaggi, che qui godranno di una maggiore introspezione, con tanto di clamorose sorprese per ognuno di loro, hanno perso quell’ovvio senso di originalità, dovuto dalla novità, che aveva giustificato il clamoroso ed inatteso successo del film precedente. Paradossalmente, come già capitato ad esempio con lo scoiattolino de l”Era Glaciale, sono i personaggi secondari, le spalle comiche, a prendere in mano la situazione.

Il meglio del film arriva infatti dal Re Julien, il lemure ballerino a cui ‘piaceva muoversi’ nel primo film, delizioso nella sua monarchica eccentricità, dai 4 fantastici pinguini, che avranno a breve un lungometraggio tutto loro dedicato, e da Mortino, il lemure dagli occhioni grandi e dolci del primo capitolo, che vedremo in pochissime scene, in grado però di giustificare da sole il prezzo del biglietto.

A questi si aggiungono nuovi interessanti e macchiettistici personaggi, come le fantastiche scimmie da ‘sindacato’, l’ippopotamo figaccione e palestrato che ci prova con Gloria e i genitori di Alex. Ovviamente ci sono le solite amate citazioni/ omaggi a film e personaggi del passato, anche se la ‘scopiazzatura’ iniziale presa da Nemo dubito rientri proprio in una di queste due categorie. Maggiormente interessato, invece, risulta essere il lato emotivo. Il ritrovo da parte di Alex dei suoi genitori, il solito rapporto d’amicizia ricucito con pazienza e forza dopo una brusca rottura e un clamoroso e ‘diverso’ sbocciato amore faranno da cornice “pseudo seria” alle folli ed ironiche avventure che sono comunque sempre alla base della storia, anche in questo secondo capitolo.

Puntuale la satira pungente nei confronti degli americani, bollati come “ignoranti e maleducati”, con tando di ‘american dream’ portato fino in Africa, Statua della Libertà compresa. Proprio gli umani, come sempre capita con la Dreamworks, rappresentano il punto più basso dell’animazione, anche se uno di questi, già visto nel primo capitolo, avrà un ruolo più che secondario in questo sequel.

In conclusione un film che comunque diverte e strappa diverse risate, affacciandosi ad un pubblico fatto sia di grandi che di piccini ( Shrek Docet… ) ma che risulta decisamente inferiore al precedente episodio. D’altronde i miseri 85 minuti sono forse la chiara dimostrazione che probabilmente di idee non è che ce ne fossero molte. Finale apertissimo a parte, con nuovi capitoli in canna, pinguini compresi, non possiamo far altro che augurarci che una ventata d’aria fresca ridia linfa vitale ad Alex, Marty, Melman e Gloria, apparsi incredibilmente già stanchi alla loro 2° esibizione…

Voto Federico: 6+
Voto Carla: 6.5 (8 ai pinguini)
Voto Gabriele: 5

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