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Una canzone per te: due domande ai Lost

Esce il 28 maggio la commedia italiana Una Canzone per te, diretta da Herbert Simone Paragnani ed interpretata da Michela Quattrociocche, Martina Pinto, Emanuele Bosi, Agnese Claisse, Alessandra Roca, Claudio Falconi, Marco Battelli, Gabriele Galli. Il film racconta la storia del giovane Davide (Emanuele Bosi), leader di una band e fidanzato con la bella Silvia

di carla
pubblicato 4 Maggio 2010 aggiornato 2 Agosto 2020 01:25


Esce il 28 maggio la commedia italiana Una Canzone per te, diretta da Herbert Simone Paragnani ed interpretata da Michela Quattrociocche, Martina Pinto, Emanuele Bosi, Agnese Claisse, Alessandra Roca, Claudio Falconi, Marco Battelli, Gabriele Galli.

Il film racconta la storia del giovane Davide (Emanuele Bosi), leader di una band e fidanzato con la bella Silvia (Michela Quattrociocche). Un giorno perde tutto. Decide di ricominciare da una canzone facendosi aiutare da Lisa (Agnese Claisse), la “sfigata” della scuola.

Nella colonna sonora ci sono i Lost con la canzone L’applauso del cielo. Soundsblog li ha intervistati e ci hanno lasciato due domande:

“L’applauso del cielo” primo estratto dell’album fa da colonna sonora a “Una canzone per te” il film di Herbert Simone Paragnani che esce il 28 maggio. Come è nata questa esperienza?
Mtv ci ha proposto questa iniziativa e ci è piaciuta subito perché era per noi la prima esperienza di colonna sonora di un film. Dopodiché ci hanno proposto di fare anche un piccolo cameo. Naturalmente non è stata un’ interpretazione da professionisti, abbiamo interpretato solo noi stessi sopra un palco.

Il protagonista del film è un leader di una band preso molto da sé stesso e dal successo tanto da perdere di vista le cose importanti. Qual è il vostro rapporto con il successo, non avete paura di essere travolti dalla fama?
In questo periodo abbiamo raggiunto traguardi molto importanti ma in realtà siamo persone che la sera festeggiamo l’evento o il premio appena vinto , ma il giorno siamo capaci di metterlo in bacheca e non pensarci più di tanto. A quel punto dobbiamo rimetterci in gioco, se non fosse così non produrremmo dischi, e ci fermeremmo ogni volta.