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The Devil’s Double: recensione in anteprima del film di Lee Tamahori

Lee Tamahori racconta la storia vera del sosia di un figlio di Saddam nel film The Devil’s Double: ecco la recensione da Los Angeles

di vanessa
pubblicato 23 Giugno 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 10:52

Uday Hussein (Dominic Cooper), nonchè figlio del ben più famoso Saddam, detto anche il Principe Nero, non è sicuramente una figura pubblica esemplare: psicopatico alcolizzato, depravato, persona violenta e ossessionata dal sesso, che sperpera soldi e vive nel lusso più sfrenato. Per questi motivi, il suo stesso entourage pensa bene di trovare un sosia che possa appunto impersonarlo, al fine di scampare eventuali attentati contro di lui.

Sì, questo è un film ma è anche la storia vera di Latif Yahia (Dominic Cooper), che alla fine degli anni 80, al termine della guerra tra Iraq e Iran, era stato scelto per coprire questo ruolo. Latif è costretto ad accettare la proposta per evitare l’uccisione della sua famiglia. Davanti a sé un destino solo da accettare, una pericolosa relazione con la donna preferita di Uday e una perdita di identità.

Se dovessimo subito inquadrare il film, diremmo che è un action movie con scene da thriller e un tocco alla Scarface, con effetti speciali alla James Bond e con momenti da Nip/Tuk. Un mix di ingredienti che però non ha grande successo. Non si tratta del solito film sull’Iraq, anche se si vedono sequenze sul fronte, ma di una rivisitazione moderna di un episodio alquanto oscuro e al quale sono stati aggiunti sicuramente troppi elementi di finzione. Tanto che molte scene risultano gratuite e deprimenti proprio perchè visualmente troppo (sur)reali e violente. Ci viene quasi da dire, non adatte ad un pubblico femminile.

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Costretto ad accettare il suo nuovo lavoro, Latif deve subire operazioni di chirurgia estetica e dentale per accentuare la somiglianza con Uday così come cambiare il suo modo di parlare, il timbro di voce. Deve imparare un diverso gusto nell’abbigliamento e gestire un “nuovo” modo di vivere nel lusso, con mille donne sempre pronte a soddisfarlo. Per Latif non è facile, anche perchè è sempre controllato dal vero Uday in maniera maniacale e perchè inizia una relazione segreta con Sarrab (Ludivine Sagnier) che però non viene esplorata in maniera intima e soprattutto umana.

La performance di Dominic Cooper è senz’altro l’unica nota positiva di questo film. Nonostante in molte scene siano presenti sia Uday che Latif, lo spettatore non fai mai confusione a riconoscerli e questo è segno della ottima interpretazione dell’attore inglese. Nonostante questo il film non funziona molto e lo spettatore non riesce a connettersi profondamente con il personaggio di Latif. Ma ci sono anche altri punti deboli nel film. A partire dal fatto che tutti non parlano in lingua originale ma in inglese con un forte accento mediorientale, togliendo credibilità ai personaggi sullo schermo.

Interessante come non si menzioni che Latif e Uday si conoscevano già dai tempi della scuola, quando erano in tanti ad aver notato la loro somiglianza. Inoltre Latif viene chiamato scherzosamente dall’entourage di Uday come il terzo figlio di Saddam, anche se nel film, l’altro vero figlio di Hussein, Qusay, non viene mai menzionato.

Sicuramente credibili sono le location, a Malta, rivestita a pennello con decorazioni fastose tipiche dell’architettura dei palazzi reali iracheni, così come i costumi. Anche la colonna Sonora di Christian Henson predilige un gusto più moderno rispetto alla solita musica araba, rendendo un’atmosfera molto dark e attuale.

Voto Vanessa: 5, direttamente dal Los Angeles Film Festival 2011.
Qui potete vedere il trailer del film e qui alcune foto.

The Devil’s Double (The Devil’s Double, Belgio 2011, 108 minuti – Drammatico) di Lee Tamahori, con Dominic Cooper, Ludivine Sagnier, Mimoun Oaissa, Raad Rawi, Philip Quast, Khalid Laith.