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La breccia di Porta Pia, 20 settembre 1870: i migliori film sul Risorgimento italiano

Cinque capolavori per celebrare l’anniversario della presa di Roma e la breccia di Porta Pia a 143 anni di distanza.

pubblicato 20 Settembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 09:31

Quel lungo periodo storico che va dal 1848 alla fine della Prima Guerra Mondiale, noto a tutti come Risorgimento, raggiunse uno dei suoi momenti più travagliati il 20 settembre 1870, quando i bersaglieri irruppero nella breccia di Porta Pia a Roma. Conquistare lo Stato Pontificio e porre fine al potere temporale del Papa non fu una decisione da poco e le conseguenze di questo gesto furono gravide di conseguenze politiche perdurate per decenni.

Non è questa la sede per un’analisi storica della questione, ma il Risorgimento, uno degli elementi fondanti della storia italiana, da sempre desta grande interesse tra i cineasti, tanto che il primo film mai proiettato pubblicamente nel nostro paese, fu La presa di Roma di Filoteo Alberini, uno dei pionieri del cinematografo tricolore.

Si tratta di un cortometraggio girato nel lontano 1905, uno dei primissimi film italiani: ne rimangono circa 4 minuti (75 metri circa di pellicola) che noi vi proponiamo. Venne proiettato il 20 settembre 1905 sui bastioni di Porta Pia, di fronte a migliaia di persone, per celebrare il 35° anniversario della conquista della città. Un documento inestimabile, nel quale venne utilizzato un montaggio già alquanto complesso e che presentava una sceneggiatura divisa in sette diversi quadri.

Nei decenni successi molti altri titoli vennero pubblicati, sia sotto il regime fascista, desideroso di appropriarsi dell’eredità garibaldina, sia nel secondo dopoguerra, in un paese lacerato in cerca di un’unica identità. E anche il maestro Roberto Rossellini non mancò di cimentarsi sull’argomento, girando nel ’61 Viva l’Italia! girato per celebrare il centenario dell’unificazione. Il regista avrebbe voluto dargli il titolo neorealistico Paisà 1860, ma a seguito di numerose polemiche, vista l’analogia col precedente Paisà, venne adottata la denominazione ben più patriottica e con tanto di punto esclamativo. Interpretato da Renzo Ricci nel ruolo di Garibaldi e Paolo Stoppa nei panni di Bixio, la storia si ferma al drammatico 1861, anno in cui il generalissimo, pronto a invadere lo Stato Pontificio, venne fermato dalle truppe sabaude.

Passiamo agli anni ’70 con Correva l’anno di grazia 1870 (1972) diretto da Alfredo Giannetti e interpretato da Anna Magnani e Marcello Mastroianni, con “Nannarella” impegnata in un ruolo di popolana romana che, poco prima di Porta Pia, organizza un tumulto volto a liberare dalle carceri pontificie i prigionieri politici.

Nel ’77 Luigi Magni girò In nome del Papa Re, secondo film della trilogia “papalina” iniziata con Nell’anno del Signore (1969) e proseguita con In nome del popolo sovrano (1990). Protagonista Nino Manfredi, monsignore nella Roma ormai satura del potere pontificio, dove la polizia segreta incarcerava senza pietà ogni possibile sedizioso. Bel film storico, costumi ben fatti, Manfredi imperioso e completamente a suo agio nel ruolo del prelato.

Ultimo in ordine di tempo, Arrivano i bersaglieri (1980), sempre di Luigi Magni, ambientato proprio nei giorni della fine dello Stato Pontificio. Melodramma vivace e ironico ha per protagonista il grande Ugo Tognazzi, principe della nobiltà romana il cui figlio è morto con la divisa sabauda. Interessante il ruolo di Pippo Franco, nei panni di un pretaccio dalle ambizioni molto terrene, portato ad esempio della futura società italiana.

Concludiamo con una nota: sono stati volutamente omessi titoli quali Il Gattopardo di Luchino Visconti o I Viceré in quanto, pur essendo il primo un capolavoro (ma di certo non il secondo), trattano solo a latere il tema risorgimentale, concentrandosi sulla trasposizione cinematografica delle rispettive opere da cui sono tratti.