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Noah: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Andiamo a scoprire insieme i commenti dei critici Americani e Italiani su “Noah” diretto da Darren Aronofsky e interpretato da Russell Crowe

di carla
pubblicato 14 Aprile 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 02:40

Ho visto ieri sera Noah e devo ammettere di essere rimasta molto sorpresa di trovarmi di fronte ad un film fantasy. Mi aspettavo un altro genere di pellicola, un altro tipo di struttura portante e mi aspettavo, sinceramente, di meglio da un regista come Darren Aronofsky. Stamattina mi sono letta la nostra (negativa) recensione e ho deciso di cercare e di proporvi i commenti dei critici Americani e Italiani. Vediamo insieme cosa hanno scritto. Su Rotten, mentre scrivo, la percentuale delle recensioni positive è del 77%. A voi è piaciuto?

Noah, scritto, diretto e prodotto da Darren Aronofsky, vede nel cast Russell Crowe, Jennifer Connelly, Logan Lerman, Douglas Booth, Emma Watson, Ray Winstone, Anthony Hopkins, Kevin Durand, Marton Csokas, Dakota Goyo.

David Denby – New Yorker: Aronofsky combina creazionismo, l’evoluzione darwiniana, il peccato originale, la fine dei giorni, e l’ambientalismo radicale.

Christy Lemire – ChristyLemire.com: “Noah” assomiglia a uno di quei film sull’apocalisse, solo con un cast migliore ed effetti speciali più abbaglianti.
Voto: 2.5 / 4

James Berardinelli – ReelViews: E’ troppo lungo e a volte pigro. Le battaglie, progettate per dare un tocco fantasy al film, hanno gravi errori di calcolo. E la sovrabbondanza di CGI trasforma Noah in un videogioco. Voto: 2.5 / 4

Bob Mondello – NPR: il Diluvio Universale, digitalizzato, è un bel diluvio universale.
Voto: 7/10

Chris Nashawaty – Entertainment Weekly: Noah è un film su grandi idee (ambientalismo, l’obbedienza celeste contro l’amore terreno) e le ambizioni registiche sono ancora più grandi (come raccontare una storia personale su grande scala). Ma, alla fine, è anche una delusione. Voto: C +

Adam Nayman – Globe and Mail: Aronofsky e il suo co-sceneggiatore Ari Handel lottano per creare un dramma autentico e così ripiegano sui cliché dell’action-movie. Voto: 1.5 / 4

James Rocchi – Film.com: W. H. Auden metteva in guardia coloro che “leggevano la Bibbia per la sua prosa”, ma dopo “Noah”, forse l’avviso migliore è quello di controllare quelle persone che leggono la Bibbia per realizzare scene d’azione widescreen. Voto: 4/10

Tom Long – Detroit News: Per la maggior parte, funziona. Voto: B +

Richard Roeper – Richard Roeper.com: Uno dei poemi epici biblici più abbaglianti e indimenticabili mai messo su pellicola. Voto: 4/5

Andrew O’Hehir – Salon.com: C’è tanta delusione e tanta gioia in “Noah” che ho difficoltà a distinguere l’uno dall’altro, o di determinare se i suoi svolazzi più bizzarri si qualificano come errori o colpi di genio.

Kenneth Turan – Los Angeles Times: “Noah” riesce a fondere il previsto con l’imprevisto e lo fa con tanto entusiasmo ed energia che non si vuole distogliere gli occhi dallo schermo.

Jocelyn Noveck – Associated Press: Aronofsky si tuffa a capofitto in questa storia del bene contro il male, non solo tra gli uomini, ma dentro l’anima di un uomo.

Joe Neumaier – New York Daily News: Un film biblico ha bisogno di più fede. Voto: 2/5

Rene Rodriguez – Miami Herald: Il punto è il messaggio che il film ti lascia, che funziona indipendentemente dalla vostra fede (o dalla mancanza). Voto: 3/4

Richard Corliss – TIME Magazine: Aronofsky porta emozionante artistica in una delle più note e più drammatiche storie meno plausibili del Vecchio Testamento.

AO Scott – New York Times: “Noah” è a volte goffo, ridicolo e poco convincente, ma non è quasi mai noioso.

Ty Burr – Boston Globe: “Noah” è in parti uguali ridicolo e magnifico, la follia di un uomo di spettacolo e di un pazzo. Voto: 2.5 / 4

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Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: (…) un po’ schizofrenicamente, il nucleo di questo fantasy biblico a sfondo ambientalista è materia da teatro da camera, e attiene a laceranti problemi di coscienza (…) film disuguale e affascinante scaturisce dai visionari scenari del diluvio, così come dalle suggestioni di arcaici, incontaminati paesaggi prima e dopo la tempesta. Al centro dell’affresco un potente Russell Crowe, Noè carismatico, credibile e umano in coppia perfetta con la sensibile Jennifer Connelly, per la seconda volta (dopo A Beautiful Mind) sua sposa; mentre gli ottimi Ray Winstone e Anthony Hopkins arpeggiano in chiave shakespeariana Tabul-Cain e Matusalemme.

Alberto Crespi – l’Unità: Molto affascinante nelle sequenze visive (…) il film si indebolisce nella necessità di avere un trama (…) Noah è curioso come riflessione d’autore e banalotto come kolossal in 3D. Non di meno, merita un’occh

Alice Sforza – il Giornale: La storia di Noè è raccontata nella genesi. Poche pagine che sono bastate a Aronofsky per tirare fuori un film, di oltre due ore, che a tratti deborda per la troppa voglia di stupire.

Roberto Nepoti – la Repubblica: (…) Il regista di “The Wrestler” e “Il cigno nero” ha realizzato un film ibrido, un ircocervo che comincia come uno spin-off del Signore degli anelli poi, verso i due terzi, diventa un melodramma familiare basato su un dilemma morale. L’unica cosa che tiene insieme i due pezzi è la caratterizzazione del patriarca (Russell Crowe), che nella sceneggiatura di Ari Handel e dello stesso Aronofsky è un uomo tutto d’un pezzo, mosso dalla convinzione che l’umanità abbia perduto il diritto di esistere (vuole salvare solo gli animali) e debba finire con lui e la sua famiglia.

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