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CineBlog consiglia: Arancia Meccanica

Eccomi là. Cioè io, Alex, e i miei tre Drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Ed eravamo seduti nel Korova Milkbar, arrovellandoci il Gulliver per sapere che cosa fare della serata. Il Korova Milkbar vende latte+, cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quello che stavamo bevendo. È roba che ti fa

25 Settembre 2007 11:00

Eccomi là. Cioè io, Alex, e i miei tre Drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Ed eravamo seduti nel Korova Milkbar, arrovellandoci il Gulliver per sapere che cosa fare della serata. Il Korova Milkbar vende latte+, cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quello che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto, e disposto all’esercizio dell’amata ultraviolenza. [da Wikipedia]

Serve aggiungere altro? Forse no, perchè su Arancia Meccanica sono stati scritti fiumi di parole e sui dizionari piovono stelline, ma forse anche sì, perchè il capolavoro di Stanley Kubrick passa finalmente nella tv pubblica, dopo essersi ritrovato col divieto ai minori di 14 rispetto all’iniziale v.m.18.
Dopo una rilettura fetish e pop da parte del geniale Andy Warhol, il romanzo di Anthony Burgess viene riletto da Kubrick che ne esalta tutte le componenti a suo favore, per un film dal sapore distopico, finemente ironico, impegnatissimo e agghiacciante. Agghiacciante non certo solo per la sua carica violenta, che ancora oggi lascia incollati davanti allo schermo, ma per ciò che dice e soprattutto come lo dice. Società, libero arbitrio, compromessi, potere e governo. Tra l’altro, il finale è la sbalorditiva e imprevedibile conclusione di un lucidissimo e attualissimo ritratto del mondo in cui viviamo.

Ambientazioni sfruttate fino all’ultima ombra, costumi originali che diverranno presto di culto (come quelli dei Drughi), scenografie coloratissime, astratte e bizzarre, una colonna sonora entrata nell’immaginario collettivo (non solo la musica non originale, tra Beethoven e Rossini, e la storica riproposizione di Singin’ in the Rain, ma anche le stupende main themes create apposta per la pellicola: inquietanti e meravigliose), dialoghi pungenti e grotteschi sono tutte componenti di uno degli affreschi più spiazzanti e impressionanti che la Settima Arte ci abbia donato. E Kubrick regala a Malcolm McDowell il ruolo che ogni attore vorrebbe per entrare nella leggenda: fascino ambiguo, dallo sguardo blu magnetico e preoccupante, fa venire i brividi. E a proposito di sguardo, che dire della sequenza in cui lo scrittore paralizzato, ascoltando proprio Alex che in bagno canta Singin’ in the Rain, si rende conto di aver ospitato il suo torturatore?

Ognuno poi avrà la sua sequenza (o la sua serie di sequenze) prediletta, tanto i momenti cult non si contano. A pochi fregherà che questo film sia il preferito fra i film di Kubrick del sottoscritto e sia anche nella sua top five, ma lo dico comunque…

La pellicola verrà introdotta da uno speciale di un’ora, con materiale d’archivio ed interviste. Stasera, 22.30, La7