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Avengers: Endgame, la recensione: epica chiusura per un’epocale saga

Joe e Anthony Russo chiudono in bellezza un’epopea iniziata nel 2014 con The Winter Soldier, proseguita con Civil War, Infinity War e ora arrivata ai suoi titoli di coda con Endgame.

pubblicato 24 Aprile 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 19:48

Un anno di congetture, teorie, sbandierati colpi di scena. 12 mesi dopo Infinity War, quarto principale incasso di tutti i tempi con 2,048,359,754 dollari, Joe e Anthony Russo hanno messo un punto ad undici anni di pellicole Marvel con un capitolo colossale, produttivamente parlando epocale, ambizioso e travolgente. Endgame, 22esimo film in undici anni, abbraccia un decennio che ha di fatto riscritto la Storia recente di Hollywood, facendo decollare un genere, il cinecomic, che da tempo ha ormai fagocitato la Mecca del Cinema.

Eravamo rimasti ad un Pianeta Terra dimezzato da Thanos, riuscito ad uccidere miliardi di persone grazie alle famigerate Gemme dell’Infinito. Tra i tanti scomparsi, persino supereroi come Black Panther, Spider-Man, Doctor Strange. Ai sopravvissuti l’arduo compito di andare avanti, provando a tornare indietro nel tempo per scongiurare quanto fatalmente capitato.

Proseguire nella trama significherebbe cedere a facili spoiler, che è doveroso evitare per consentire all’enorme fan-base di gustarsi nel migliore dei modi una pellicola gigantesca, lunga 180 minuti, che gioca sapientemente con il passato del proprio Universo, da ritrovare, riscoprire, riammirare. Christopher Markus e Stephen McFeely, già sceneggiatori dei 3 Captain America, Thor: The Dark World e Infinity War, non cedono al facile e fracassone kolossal con cui ribaltare lo spettatore, lavorando di scrittura, sui personaggi e sulle relative sfaccettature, sulle conseguenze emotive nate dallo sterminio del capitolo precedente. Endgame si prende tutto il suo tempo per carburare, per elaborare lutti e rabbia repressa, per costruire un piano di azione che sia credibile, per quanto quasi impossibile da realizzare.

Meno gigionesco e più volutamente drammatico rispetto al tradizionale ‘taglio Marvel’, Avengers: Endgame è una sorta di mega-ultra-reunion in cui tutti, ma proprio tutti, tornano per salutare il proprio pubblico nel migliore dei modi. Unica vera novità rispetto al titolo del 2018 Carol Danvers, ovvero Captain Marvel, ‘scoperta’ solo pochi mesi fa con una pellicola a lei interamente dedicata, ma dietro l’ultima supereroina miliardaria si stagliano volti conosciuti, amati, ammirati, dal 2008 ad oggi. Tra i tanti quello che più sorprende è Chris Hemsworth, ingrassato, ubriacone e barbuto Thor in versione “Drugo” Lebowski, a cui i Russo affidano le parti più esilaranti, da dividere saggiamente con il procione Rocket Raccoon.

Una sceneggiatura a matrioska, quella firmata Markus e McFeely, in cui l’apparenza spesso inganna e il colpo di scena, che fa rima con sacrificio, è chiaramente dietro l’angolo. Gestire tre ore di pellicola con un’unica vera battaglia è impresa ardua, eppure i due fratelli colpiscono nel segno, lasciando egual spazio agli Avengers principali, gli originali, forse mai tanto legati ad un impianto di scrittura, tutto dialoghi e recitazione, come in questo caso. Cavalcando più epoche, Endgame semina citazioni a non finire, con i maghi degli effetti speciali chiamati a ringiovanire, dimagrire e ingrassare personaggi, rendendo credibili scontri interstellari tra mostruose creature e supereroi. Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Hemsworth, Scarlett Johansson, Jeremy Renner, Don Cheadle, Karen Gillan e Paul Rudd si dividono la scena attraverso ruoli chiave, egualmente fondamentali, per riuscire in un salvataggio di massa di difficile soluzione. Civil War, tutti contro tutti del 2016 che aveva visto il gruppone implodere, è un lontano ricordo, annebbiato dalla follia di Thanos e dal dolore globale provocato dalle sue azioni. L’amicizia, la famiglia, tornano ad essere collante in un film costretto a stupire, a divertire, a commuovere, a dividere, a moltiplicare per tremila le variegate emozioni vissute precedentemente. Riuscendoci appieno.

Quanto fatto da Kevin Feige e dalla Marvel tutta, in questi undici anni che sono fruttati quasi 19 miliardi di dollari solo al botteghino, è reso ancor più incredibile da una chiusura spaventosamente bilanciata, tanto nella forma quanto nella scrittura, ineccepibile nei suoi intrecci e nel suo essere duro e puro intrattenimento cinematografico. Tutto va ad incastrarsi perfettamente, mentre cadono alcuni eroi ed altri si rialzano, nella speranza che la fantomatica Fase 4, ad oggi mai del tutto annunciata, prenda ufficialmente vita. Nell’attesa, il 2020 sarà apparentemente il primo anno senza cinecomic Marvel al cinema dopo 13 anni di trionfi, inevitabilmente interrotti per far riprendere fiato ai suoi protagonisti, e a tutti quei fan che un finale simile l’hanno a lungo agognato.

[rating title=”Voto di Federico” value=”8″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Antonio” value=”7″ layout=”left”]

Avengers: Endgame (Usa, 2019, cinecomic) di Joe Russo, Anthony Russo; con Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Jeremy Renner, Don Cheadle, Paul Rudd, Brie Larson, Karen Gillan, Bradley Cooper, Josh Brolin, Evangeline Lilly, Gwyneth Paltrow, Sebastian Stan, Chadwick Boseman, Jon Favreau – uscita mercoledì 24 aprile 2019.