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Dalla vita in poi – La recensione in anteprima

Dalla vita in poi Regia di Gianfrancesco Lazotti, con Cristiana Capotondi, Filippo Nigro, Nicoletta Romanoff, Pino Insegno, Carlo Buccirosso.Come fece a suo tempo il nasuto Cyrano de Bergerac, la distrofica Katia diventa il messaggero d’amore tra la svampita Rosalba e il detenuto Danilo, che deve scontare lunghi anni dietro le sbarre per un omicidio di

pubblicato 19 Novembre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 18:10

Dalla vita in poi Regia di Gianfrancesco Lazotti, con Cristiana Capotondi, Filippo Nigro, Nicoletta Romanoff, Pino Insegno, Carlo Buccirosso.

Come fece a suo tempo il nasuto Cyrano de Bergerac, la distrofica Katia diventa il messaggero d’amore tra la svampita Rosalba e il detenuto Danilo, che deve scontare lunghi anni dietro le sbarre per un omicidio di cui si è macchiato in passato. Non sappiamo come sia iniziata la corrispondenza tra i due, se con uno spirito da crocerossina per alleviare la sofferenza della detenzione o se con il preciso scopo di trovare degli eccitanti brividi di erotismo carcerario. Katia trova le parole che Rosalba non sa scrivere e lentamente si innamora dell’idea di essere innamorata. L’occasione perfetta arriva quando l’amica, volubile tanto quanto ingenua, decide di essersi innamorata di un calciatore della Roma. Katia coglie l’attimo e subentra all’amica, approfitta della sua condizione di disabilità per ottenere ciò che necessita per arrivare al suo uomo e riesce a rompere il ghiaccio della diffidenza nel cuore di Danilo.

Nasce così una storia d’amore politicamente scorretta e impossibile, non tanto per questioni sociali ma semplicemente perché entrambi i due protagonisti sono condannati, a Danilo toccheranno almeno trentanni di carcere e a Katia altri sette sulla sedia a rotelle, perché sa bene che la malattia non le darà scampo.

Gianfrancesco Lazotti si confronta con una commedia agrodolce, visto che la sottotraccia della malattia lascia spazio alla sorriso ma non può essere dimenticata, riprendendo gli archetipi del romanzo epistolare che nel periodo pre-massmediologico erano tanto apprezzati e che oggi si tende a ricordare come una forma di anticipazione del meccanismo delle chat line, rivolte a riflusso di una nuova fase in cui (per dirla alla Ong) l’asse tra scrittura e oratorialità tende a cambiare di equilibrio.

Dalla vita in poi però maschera dietro la faccia sorridente del politicamente scorretto, dichiarato dal regista, un immagine decisamente sconfortante del mondo femminile e della sfera dei sentimenti. L’amore di Katia non è un sentimento puro e nobile, ma un tentativo di ricerca di una completezza personale, tanto che si ha come l’impressione che la scelta dell’oggetto dell’interesse (Danilo) sia totalmente casuale o, peggio ancora scelto perché considerato parzialmente inarrivabile e al contempo una facile preda (è già in gabbia). Al suo fianco invece c’è Rosalba, che vive l’amore in modo più genuino, impulsivo ma non totalmente incosciente, tanto da scegliere come bersaglio delle sue attenzioni un altro obiettivo irraggiungibile, il calciatore, che però le permette di sognare un futuro di feste, di fama e, perché no, di notorietà in qualche show televisivo…

Sembra già un gran passo avanti che una commedia d’amore in Italia non mostri due post-adolescenti mucciniani in atteggiamenti da emulazione come attaccare un lucchetto su Ponte Milvio, ma il film non riesce a convincer. I premi ottenuti a festival come Taormina e Montreal dimostrano come il pubblico internazionale, anche la critica, abbia apprezzato il lavoro di Lazotti, ma lo sbandierato modernismo dell’inversione delle regole dell’amore attraverso le lettere (o le chat) maschera in realtà un modo di pensare i sentimenti della donna che risultano retrivi e passatisti.

Cristiana Capotondi va benissimo per rappresentare un’innamorata pronta a tutto pur di raggiungere il suo lui, ma rendere credibile una disabilità solo stando seduta sulla sedia a rotelle è forse una speranza un po’ troppo alta. Nicoletta Romanoff riesce bene nella parte della buzzica da borgatara, forse la descrizione migliore che passa dal film risiede proprio nella profonda, sincera amicizia dei loro personaggi. Ma poco altro…

Dalla vita in poi esce nelle sale venerdì 19 novembre.

Voto Carlo 4