Inside Man
INSIDE MAN di Spike Lee con Denzel Washington, Clive Owen, Jodie Foster, Willem Dafoe, Doug Aguirre. Spike Lee non si smentisce, e ci rifila un altro grande film. Thriller tra i più divertenti, tesi ed intelligenti usciti negli ultimi anni, “Inside man” gioca coi generi in modo brillante e lascia veramente incollati lo spettatore alla
INSIDE MAN
di Spike Lee
con Denzel Washington, Clive Owen, Jodie Foster, Willem Dafoe, Doug Aguirre.
Spike Lee non si smentisce, e ci rifila un altro grande film. Thriller tra i più divertenti, tesi ed intelligenti usciti negli ultimi anni, “Inside man” gioca coi generi in modo brillante e lascia veramente incollati lo spettatore alla poltrona. Con una regia sempre grandiosa, con la stessa originalità con cui Lee ha diretto un altro dei suoi film più belli (se non il suo più bello), ossia La 25a ora, il regista statunitense ci trasporta in una storia ambientata fondamentalmente in una banca e nei suoi dintorni.
Quattro persone sono gli artefici di una rapina ai danni della sede centrale della Manhattan Trust: tutto è calcolato alla perfezione, ogni dettaglio è al suo posto e il meccanismo dovrebbe funzionare come un orologio svizzero. I cinquanta ostaggi tenuti all’interno dell’edificio vengono spogliati e vengono fatte indossare loro tute e maschere. L’incarico di riuscire a portare a buon fine questa vicenda è preso in mano dal detective Keith Frazier (Washington), che cerca subito un contatto col capo dei rapinatori, Dalton Russell (Owen). Ma anche Madeliene White (Foster) ha un suo scopo e cercherà, per conto di qualcun’altro, di giungere a patti coi rapinatori… Questa è a grandi linee la trama del film, che si basa soprattutto su una sceneggiatura (di Russell Gewirtz) che presenta situazioni divertenti ed emozionanti, capaci di tenere col fiato sospeso, appassionare e far ridere con battute ironiche ad effetto immediato. Ma al di là di tutto questo grande intrattenimento, di questo soggetto trattato in modo particolare e di questa miscela di thriller, commedia e quant’altro, ciò che è soprattutto interessante è la descrizione, come al solito, dell’America multietnica che Spike Lee ci offre, un dipinto di un’America in fondo ancora multirazziale e ancora spaventata. Coi film di Spike Lee bisogna scavare fino in fondo, anche con un film del genere che solo all’apparenza può sembrare non sia un film personalissimo (il progetto all’inizio era di Ron Howard).
Ottima la fotografia, irresistibile la colonna sonora e l’uso che se ne fa (da non perdere la bollywoodiana “Chaiyya Chaiyya”!), montaggio accurato. Ma è da sottolineare la grandissima prova di tutti gli attori: grande Washington, bravo Owen, piccola ma incisiva parte per Dafoe, bellissima e straordinaria la Foster; le loro storie s’intrecciano davanti ai nostri occhi, cambiano le situazioni, si rovesciano, nessuno è il migliore, nessuno il peggiore, nessuno è buono o cattivo. Forse sono tutti simpatici, forse sono tutti un po’ cattivi, forse il poliziotto è affascinante come il cattivo di turno, chi può dirlo! Il fascino di “Inside man” sta anche in questo: ci servono mille di questi film, altro che un Ocean’s Eleven!
Voto Carla: 7
Voto Gabriele: 8
Voto Natalie: 9