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CineBlog consiglia: Apocalypse Now – Redux

Apocalypse Now – Redux (Apocalypse Now Redux, USA, 1979 / 2001) di Francis Ford Coppola; con Marlon Brando, Martin Sheen, Robert Duvall, Frederic Forrest, Dennis Hopper, Sam Bottoms.Stasera, 20.30, RaiTrePiù che tornare a parlare di qualità ben note di un capolavoro assoluto del cinema di guerra e del cinema tutto, si può parlare di Apocalypse

12 Luglio 2008 13:40

Apocalypse Now - Redux Apocalypse Now – Redux (Apocalypse Now Redux, USA, 1979 / 2001) di Francis Ford Coppola; con Marlon Brando, Martin Sheen, Robert Duvall, Frederic Forrest, Dennis Hopper, Sam Bottoms.

Stasera, 20.30, RaiTre

Più che tornare a parlare di qualità ben note di un capolavoro assoluto del cinema di guerra e del cinema tutto, si può parlare di Apocalypse Now e Apocalypse Now – Redux. E quindi: quale versione preferire? Per i puristi, gli aficionados e i nostalgici non ci sono dubbi: il film del 1979 resta intoccabile, ineguagliabile e un punto di non ritorno. Di bellezza e di importanza. Per gli altri, probabilmente, quasi un film nuovo e di altre bellezza e importanza.

La scena della tavola rubata, la scena delle conigliette, la lettura del Times Magazine, il bombardamento finale allungato e tutti gli altri momenti recuperati che vanno a formare i 47 minuti aggiuntivi sono poi così fondamentali? Evidentemente no: Apocalypse Now era già potentissimo e veloce come una scheggia nella sua versione originale, e gli intenti (ben al di là di una semplice storia antimilitarista) erano raggiunti in modo splendido.

Ma quelle sequenze rendono il capolavoro di Francis Ford Coppola un vero monumento, un’opera fiume con la quale continuare a confrontarsi. Dilatando fino a tre ore e passa un racconto che si butta nel cuore della giungla, nelle tenebre e nella guerra con la quale molti registi si confronteranno, Apocalypse Now – Redux è la versione che, tra le due, si deve preferire quando si vuole capire il lavoro dell’immenso regista che recupera una delle sue vette e la ritrasforma, regalandoci ancora una volta un lavoro collettivo (scritto da John Milius) che è grande cinema e immensa descrizione dell’orrore.