Home Recensioni Sinister: Recensione in Anteprima più trailer italiano

Sinister: Recensione in Anteprima più trailer italiano

8 anni dopo The Exorcism of Emily Rose, torna Scott Derrickson con il sorprendente Sinister.

pubblicato 21 Febbraio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 17:20

Tra un inutile (ed evitabile) Paranormal Activity e l’altro, fortunatamente, Jason Blum ha trovato tempo e denaro per produrre quello che possiamo da subito definire il miglior horror dell’anno. Anche se uscito negli Usa nell’ottobre del 2012, con 77,712,439 dollari raccolti in tutto il mondo dopo esserne costati appena 3, Sinister di Scott Derrickson esce solo ora in Italia, grazie alla Koch Media che lo distribuirà nei cinema nostrani a partire dal prossimo 14 marzo.

Dietro la macchina da presa, come detto, quel Derrickson esploso nel 2005 grazie al sorprendente The Exorcism of Emily Rose ma malamente naufragato nel 2008 a causa del terribile Ultimatum alla Terra. Passati quasi 5 anni, il regista è tornato al suo primo ed unico amore, l’horror, regalando perle di autentico terrore. Perché in Sinister convergono con arguzia tutti gli immancabili ingredienti del genere, in questo caso inondato da venature thriller inattese e sorprendenti.

Diviso quasi in due tronconi, il film di Derrickson abbandona finalmente la tanto abusata tecnica del Found Footage per riportare l’horror alle sue origini, fatte di maschere, spiriti, leggende millenarie, bambini e menti contorte, come quella del suo protagonista, disposto a tutto pur di raggiungere la vetta, ancora una volta, finendo così in un incubo senza apparente via di uscita.



Ellison Oswalt è uno scrittore che ha ottenuto enorme successo con il suo primo libro di cronaca nera. Diventata un best seller, l’inchiesta lo trasformò in una celebrità. Soldi, interviste, autografi. E poi l’anonimato. Perché i due successivi lavori di Oswalt fecero flop. Per questo l’uomo è alla disperata ricerca della storia perfetta. Una storia che generi paura, mistero, indagando sulle morti sospette di un’intera famiglia, trovata appesa, con il cappio al collo, sull’albero del proprio giardino. Senza dire nulla a moglie e figli, Ellison si trasferisce nella casa della morte, cercando indizi che possano metterlo sulla strada di un altro successo letterario, che l’uomo cerca con disperazione, annegando l’ansia nel whisky. Per puro caso e in modo alquanto misterioso, Oswalt trova una strana scatola in soffitta, contenente dei vecchi filmini in Super 8. Pellicole che testimoniano una serie di altri omicidi. Non solo quello della famiglia morta per impiccagione. C’è un serial killer che da decenni uccide e filma le sue vittime. Famiglie, sempre e solo famiglie, trucidate e ‘mutilate, perché uno dei componenti, un bambino, viene sempre rapito. La scoperta è clamorosa, e soprattutto troppo allettante per lasciar perdere l’occasione di dar vita ad un altro libro. E’ l’occasione che Ellison cercava. Per questo indaga sui filmati, scoprendo l’esistenza di un passato e di una verità che incrocia il paranormale, trasformando la sua vita e quella della sua famiglia in un vero e proprio incubo ad occhi aperti.

Una casa. Pochi spazi. Un proiettore in Super 8. Un serpente. Le tenebre. Suoni ansiogeni e quasi demoniaci. Le ombre. Poche ingredienti per girare un horror dai contorni delineati e spaventosi, anche se atipici. Perché la regia di Derrickson, grazie anche al sorprendente script scritto a quattro mani con il critico cinematografico C. Robert Cargill, spazia, varia, vira. Da un genere all’altro. L’inizio è puro thriller vecchia maniera. Ci sono una serie di omicidi irrisolti, ed un uomo che indaga su di essi. Le tracce si sommano e la soluzione sembra sempre più dietro l’angolo, mentre il protagonista precipita in un burrone di insicurezze e di paure. Che fanno rima con ‘fama e ricchezza’, che l’uomo ha il terrore di perdere. Per questo accetta di gettarsi in pasto ai filmini terrificanti lasciati da chissà chi in soffitta. Per questo si allontana sempre più dalla moglie e dai figli. Per questo chiede aiuto ad un vice-sceriffo, provando ad indagare sul passato dei vecchi proprietari della casa. Per paura. Di non esistere più in quanto scrittore, di non ripetere più quel best seller che 10 anni prima lo aveva inondato di complimenti ed interviste. La paura dell’oblio, della fine della celebrità.

Giocando con il concetto di ‘paura’, Derrickson, non solo co-sceneggiatore e regista ma anche montatore, ha così dato vita ad un film terrificante, che cavalca l’idea dell’horror nell’horror. O meglio dell’uomo qualunque che osserva con spavento ciò che più lo terrorizza, senza però riuscire a distogliere lo sguardo. Entra così in gioco il rapporto tra schermo e spettatore. Il devastato e debole Ethan Hawke del film (prova monocorde per lui) è consapevole degli errori che sta commettendo, ma non riesce ad uscirne, non riesce a non guardare quei mostruosi Super 8 trovati casualmente. Filmini che non lo faranno dormire la notte, tanto da portarlo ad un passo dall’alcolismo. Ma c’è la paura sopra citata da scacciare, accettando così il terribile compromesso. Perché solo il fascino del male è in grado di mantenere intatto l’ego dell’uomo, alimentato un tempo da un ormai sbiadito e lontano successo editoriale.

Improvvisamente, dopo circa 45 minuti tesi come una corda di violino, la pellicola prende una strada inattesa, rischiosissima ma forse obbligata. Quella spiritica. Ma lo fa con astuzia e molta attenzione, e senza mai abbandonare la presa sul terrore, che continuerà ad impreziosirla fino all’ultimo minuto grazie all’entrata in scena della ‘maschera di turno’, decisamente riuscita. Parliamo di una una divinità pagana di nome Bughuul, grazie alla quale tutto si fa ancor più criptico e misterioso, fino al finale rivelatore, che chiude con intelligenza un ipotetico primo capitolo, lasciando automaticamente spalancato il portone ad eventuali e più che probabili sequel. Nata vedendo The Ring, l’idea del film si è evoluta negli anni, per poi trovare il proprio sbocco naturale grazie alla mano sapiente e alla visione orrorifica di un regista tornato in auge, dopo il disastroso blockbuster fantascientifico del 2008.

Voto di Federico: 7,5

Sinister (Horror, Usa, 2012) di Scott Derrickson; con Ethan Hawke, Vincent D’Onofrio, Fred Dalton Thompson, James Ransone, Clare Foley, Juliet Rylance, Michael Hall D’Addario, Victoria Leigh, Ethan Haberfield, Cameron Ocasio, Danielle Kotch, Blake Mizrahi, Rachel Konstantin, Nicholas King – uscita giovedì 14 marzo 2013.