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The International – La recensione in anteprima

The International (The International) di Tom Tykwer, con Clive Owen, Naomi Watts, Armin Mueller-Stahl, Ulrich Thomsen, James Rebhorn, Luca Barbareschi. Louis Salinger è agente dell’Interpol dai sani principi. Un caso fortuito lo porta a scoprire che nel traffico internazionale di armi gestito da alcune delle più pericolose organizzazioni terroristiche è coinvolto un importante banchiere dal

20 Marzo 2009 16:32

The International The International (The International) di Tom Tykwer, con Clive Owen, Naomi Watts, Armin Mueller-Stahl, Ulrich Thomsen, James Rebhorn, Luca Barbareschi.

Louis Salinger è agente dell’Interpol dai sani principi. Un caso fortuito lo porta a scoprire che nel traffico internazionale di armi gestito da alcune delle più pericolose organizzazioni terroristiche è coinvolto un importante banchiere dal nome insospettabile. Insieme a Eleanor Whitman, una bella Vice Procuratore Distrettuale Eleanor Whitman, dovrà viaggiare per diverse nazioni per scoprire il meccanismo perverso di questo mercato illegale.

Il cinema è ancora lo specchio del suo tempo. Lo dimostra la sceneggiatura di The International, scritta dall’esordiente Eric Singer, che riprende nuovamente il tema del traffico internazionale di armi ma con la variante che il nemico, questa volta, si nasconde fra le mura della quinta banca più grande al mondo. Dopo i recenti tracolli degli istituti di credito americani non c’è da stupirsi che proprio le banche hanno preso il posto delle multinazionali nel ruolo di villain dell’immaginario collettivo (anche se per essere precisi la sceneggiatura risale a tempi non sospetti in cui la crisi non era ancora arrivata). Ma non tutto è finzione, visto che circa trentanni fa la Credit and Commercial International con sede in Pakistan, finanziava una vasta rete di attività criminali e terroristiche. Cinema e realtà giocano quindi a ricorrersi.

Controllare il debito vuol dire avere in mano il potere, sono le parole del politico italiano interpretato da Luca Barbareschi, forse una delle poche certezze che si possono ascrivere al film di Tom Tykwer, regista tedesco a cui si deve anche Profumo e Lola Corre. Proprio a Berlino, capitale tedesca, prende il via la vicenda di questo thriller che fa del suo essere internazionale una bandiera. Un film che si trasforma presto in un compendio di architettura da cartolina delle città vistate dall’imbronciato Clive Owen, che dovrà percorre migliaia di chilometri alla ricerca delle prove per schiacciare l’ingombrante nemico. A Milano è ospite del Grattacielo Pirelli, a New York devasta il Guggheneim di Frank Lloyd Wright (tranquilli, tutto ricostruito in set), dopo un rapido scorcio di Lussemburgo e del Lago d’Iseo taglia il traguardo sui tetti di una Istanbul da mille e una notte. Tikwer costruisce un film profondamente legato all’ambiente urbano, fatto di luoghi, di edifici, di spazi, sebbene le città rappresentate siano diverse si ha quasi l’impressione di un unico conglomerato, quasi a sottolineare come per le banche (e per certi traffici illeciti) non esitano confini nazionali. Funzionale al racconto la fotografia plumbea di Frank Griebe in cui vengono esaltati i toni del grigio e del nero, esaltando l’atmosfera urbana del film.

Tikwer sembra però indeciso su quale fronte schierarsi. Il film è spesso in bilico tra thriller e azione, sebbene l’intreccio fantapolitico per il primo genere è piuttosto scarno (per esempio se confrontato con la complessità narrativa dello splendido Syriana di Stephen Gaghan, e gli appassionati di film adrenalinici e spettacolari rimarranno parzialmente delusi. In fin dei conti The International è un film che si lascia vedere, che offre una buona vetrina europea per due attori molto alla moda oltre oceano e che appassiona, ma non delude nemmeno.

Piccola nota a margine: Milano si dimostra un ottimo set cinematografico (potete vederne la clip su 02blog). Da troppo tempo città sottovalutata, chissà se Milano potrà giovare della risonanza di un film di questo calibro per cambiare le sue sorti cinematografiche da troppo tempo lontane dalle grandi produzioni anche per questioni politiche. L’Italia invece viene rappresentata in modo poco edificante, carabinieri inefficiente, politici corrotti, brigatisti al soldo dei potenti, ma forse non è proprio tutta immaginazione.

Nel ruolo di se stesso dovrebbe apparire anche il governatore della regione Lombardia Roberto Formigoni, ma io non l’ho visto!

Il film esce in sala il 20 marzo.

Voto Carlo 6,5
Voto Simona: 5/6