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Fa’ la cosa sbagliata – The Wackness: Recensione in Anteprima

Fa’ la cosa sbagliata – The Wackness (The Wackness, Usa, 2008) di Jonathan Levine; con Ben Kingsley, Josh Peck, Famke Janssen, Olivia Thirlby, Mary-Kate Olsen, Jane Adams, Method Man, Aaron Yoo.Che Dio benedica il cinema indipendente americano. Premiato al Sundance Film Festival come Miglior Film Drammatico, per volere del pubblico, arriva finalmente anche in Italia

pubblicato 3 Agosto 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 12:02

Fa’ la cosa sbagliata – The Wackness (The Wackness, Usa, 2008) di Jonathan Levine; con Ben Kingsley, Josh Peck, Famke Janssen, Olivia Thirlby, Mary-Kate Olsen, Jane Adams, Method Man, Aaron Yoo.

Che Dio benedica il cinema indipendente americano. Premiato al Sundance Film Festival come Miglior Film Drammatico, per volere del pubblico, arriva finalmente anche in Italia The Wackness, diventato per noi Fa’ la Cosa Sbagliata. Scritto e diretto da Jonathan Levine, regista di All the Boys Love Mandy Lane, The Wackness conferma le potenzialità del cinema d’autore statunitense a basso costo, divertendo e stupendo, tanto da confermare un più che roseo futuro per il suo interessantissimo regista.

Luke e il dottor Squires sono davvero una strana coppia. Il primo è un ragazzino appena diplomatosi, che spaccia per raggranellare qualche soldo. Il secondo un rinomato psicologo di quasi 60 anni, che si fa pagare da Luke le sedute di psicanalisi con la marijuana. Tra i due si instaura un rapporto d’amicizia talmente particolare da risultare folle, con alla base il sesso e la droga. Peccato che ad infilarcisi arrivi la figliastra del dottor Squires, Stephane, che fa letteralmente perdere la testa a Luke…

Un gioiellino. Così possiamo etichettare questo Fai la cosa Sbagliata, scritto e diretto in maniera interessantisisma ed interpretato in modo divino dai suoi protagonisti. Se vedere l’ex Ghandi Ben Kingsley nei panni di un capellone, fricchettone, psicologo, malato di sesso e drogato sessantenne immaturo diverte e al tempo stesso sorprende, non si può non rimanere piacevolmente stupiti anche dal giovane Josh Peck, bravissimo quanto il più anziano e celebre collega.

Alla base della pellicola uno script pungente, che ci riporta nella New York del 1994. Sono gli anni in cui il mondo della musica piange Kurt Cobain e celebra Notorius B.I.G. e Tupac, gli anni in cui non esistono i cellulari ma i cercapersone, gli anni in cui si gioca al Nintendo e al Game Boy, gli anni in cui le musicassette dominano ancora le nostre colonne sonore quotidiane, alla facciaccia dei moderni mp3 e degli antenati cd.

Un’epoca, quella scelta da Jonathan Levine, mai del tutto dimenticata, con il sindaco-sceriffo Rudy Giuliani messo alla berlina, nel suo voler nascondere sotto il tappeto tutte le zozzerie della Grande Mela, nascondendole agli occhi dei media. Così come New York anche i due protagonisti del film sono chiamati a risolvere i propri apparentemente insormontabili problemi. Jake Shapiro è il classico studente impopolare, senza amici e con due genitori che non fanno altro che litigare, tanto da accettare di farsi ‘mantenere’ dal figlio neo diplomato e spacciatore.

Il dottor Squires, invece, è un rinomato psichiatra di una certa età, mai del tutto cresciuto e maturato. Vive un matrimonio alla deriva, culla con amore le avventure sessuali di un tempo, continuando a sentire brani musicali di una giovinezza che non c’è più, riempendo le proprie giornate di antidepressivi e droghe varie, ‘barattandole’, in cambio di sedute gratuite, proprio con Jake.

I due diventano così ‘amici’, tanto da confidarsi i più impensabili segreti, soprattutto sessuali. Ad unirli ancora di più a doppio filo la figliastra del dottore, Stephanie. Bella, bellissima, Stephanie è la reginetta della scuola. Peccato che con l’arrivo dell’estate la città si svuoti, portandola a conoscere da più vicino lo ‘sfigato’ Luke, che finirà ovviamente per innamorarsi di lei, facendo ingelosire papà Squires…

Attraverso uno script ricco di dialoghi ficcanti, una bellissima fotografia, sgranata e dai toni chiarissimi, una perfetta colonna sonora e una regia originale, piena di idee, di trovate, di ariosi dolly, di mai banali primi piani e di buonissimi piani sequenza, The Wackness vola via che è un piacere, finendo per diventare un vero e proprio inno alla vita, da prendere di petto sempre e comunque, facendo anche quelle scelte che a volte troppo frettolosamente etichettiamo come ‘sbagliate’. A ribaltarsi e a scambiarsi di posto sono due mondi, quelli dei ragazzi e quelli degli adulti, con i primi maturi e i secondi incapaci di crescere una volta per tutte, in una New York dove sono il sesso e la droga a dominare la scena.

L’impressione è che risentiremo parlare di questo Jonathan Levine, padre padrone di questa piccola delizia made in Usa. Consigliatissimo.

Uscita in Sala: 28 agosto

Voto Federico: 7,5
Voto Simona: 6+
Voto Gabriele: 8