Home Festival di Cannes Shield of Straw: recensione in anteprima del film di Takashi Miike

Shield of Straw: recensione in anteprima del film di Takashi Miike

Takashi Miike presenta il suo Shield of Straw in concorso al Festival di Cannes 2013. Una lunga fuga in cui ci pensano i soldi a trasformare gli uomini in assassini. Miike gioca col genere e con la confezione hollywoodiana, ma il film non funziona. Leggi la recensione.

pubblicato 21 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 14:43

Ninagawa è un uomo che conta nella politica giapponese e che vanta amicizie molto potenti. Sua nipote viene uccisa. Il sospetto è Kunihide Kiyomaru, e il ragazzo è stato già indagato otto anni prima per l’omicidio di un’altra ragazza. Tre mesi dopo l’omicidio di sua nipote Ninagawa mette un annuncio on line: pagherà con un miliardo di yen chi ucciderà l’uomo. Cinque detective del Dipartimento di Sicurezza della polizia di Tokyo, capitanati da Kazuki Mekari, vengono assegnati come scorta a Kiyomaru. La distanza tra Fukuoka e Tokyo è approssimativamente di 1.200 km. Durante il loro viaggio una parte significativa della popolazione giapponese complotterà per uccidere Kiyomaru…

Già uscito in sala lo scorso aprile in patria, Shield of Straw rappresenta di certo una delle scelte più curiose all’interno del concorso del Festival di Cannes 2013. Non perché sia firmata da Takashi Miike, il folle autore nipponico tra i più prolifici al mondo: Miike infatti è stato ormai ampiamente sdoganato dal circuito delle rassegne internazionali, sin da quando Venezia portò in concorso il suo Sukiyaki Western Django nel 2007.

Miike torna a Cannes per la seconda volta in competizione, dopo quella con Hara-kiri nel 2011. Shield of Straw rappresenta un po’ il perfetto “film da mezzanotte” di Cannes, e non perché il regista non meriti di per sé il concorso – anzi -, ma perché è evidente a tutti che un’opera del genere non c’azzecca nulla con la Palma d’oro e compagnia bella. Tanto più che la pellicola risulta essere una cocente delusione.

Che ci crediate o no, partiamo da Il cavaliere oscuro e da Christopher Nolan. Quando uscì il secondo film della trilogia su Batman, in molti si chiesero quanto avrebbe inciso sui cinecomics. La risposta era facile, certo: più difficile scommettere su come avrebbe invece influenzato i blockbuster e i film d’azione. C’ha poi pensato Inception ad aumentare la sensazione che lo stile di Nolan sarebbe diventato farina per il sacco di molti autori.


Uno dei film che più ha preso a piene mani da Il cavaliere oscuro è ad esempio Skyfall. Mendes l’ha pure dichiarato, senza problemi, e il film ha una sua identità molto personale. Il cinema di Nolan, fatto di trame in cui la minaccia è perno centrale della narrazione, fatto di colpi di teatro ed uno stile robusto, s’intravede molto bene anche in Shield of Straw di Miike: il film è tutta una lunga fuga che, soprattutto nella parte in viaggio in furgone, non può non ricordare il Batman di Nolan. Vedere per credere.

Ma a Miike non fa bene adattarsi al modello americano. Vi diranno che in realtà è lui che usa il cinema di Hollywood per fare un film suo. Sarà, ed è indubbio che la ferocia di certe scene e il sangue versato (contenuto rispetto al suo standard, in realtà) siano frutto dell’immaginario e della poetica dell’autore. Però l’operazione resta sempre a metà, tra prodottino confezionato per essere mangiato e digerito in fretta e un potenziale più radicale che resta inespresso.

Difficile credere che Miike si possa accontentare di ribadire cose già dette. Però il discorso del film è questo: quando gli metti i soldi davanti, chiunque può trasformarsi in un mostro. In periodo di crisi, poi… La cosa più interessante in fase di sceneggiatura è il momento in cui Kazuki e la collega Atsuko capiscono che le persone più pericolose sono i criminali armati: ovvero i loro stessi colleghi poliziotti. Nessuno riesce a resistere alla taglia posta sulla testa di Kiyomaru, visto poi che ad un certo punto del film Ninagawa promette 100.000 yen anche soltanto a chi almeno proverà ad uccidere il ragazzo.

Pieno di scene d’azione e di personaggi uccisi nel lungo cammino, Shield of Straw rimane invischiato a metà nelle sue intenzioni. Il ritmo rallenta poi notevolmente durante tutte le conversazioni tra i personaggi, che ribadiscono spesso e volentieri l’ovvio. Micidiale infine la canzone pop che chiude il film sui titoli di coda, e che col tono del film c’azzecca come i cavoli a merenda.

Voto di Gabriele: 4

Shield of Straw (Wara no tate, Giappone 2013, Thriller 125′) di Takashi Miike; con Tatsuya Fujiwara, Nanako Matsushima, Takao Osawa, Tsutomu Yamazaki, Masatô Ibu, Goro Kishitani, Kento Nagayama. Qui il trailer.

Festival di Cannes