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Paranormal Activity – La recensione in anteprima

strong>Paranormal Activity (Paranormal Activity) Regia di Oren Peli con Katie Featherston, Micah Sloat, Mark Fredrichs, Amber Armstrong. La grande casa in cui si è appena trasferita una giovane coppia ha un aspetto sinistro. Di notte il sonno dei due ragazzi viene spesso interrotto da strani rumori. Il dubbio che li tormenta è che la casa

pubblicato 5 Febbraio 2010 aggiornato 2 Agosto 2020 05:41

strong>Paranormal Activity (Paranormal Activity) Regia di Oren Peli con Katie Featherston, Micah Sloat, Mark Fredrichs, Amber Armstrong.

La grande casa in cui si è appena trasferita una giovane coppia ha un aspetto sinistro. Di notte il sonno dei due ragazzi viene spesso interrotto da strani rumori. Il dubbio che li tormenta è che la casa sia abitata da un’entità misteriosa che si manifesta quando loro dormono. Dopo alcuni fenomeni inspiegabili, decidono di studiare a fondo quello che sta accadendo e scelgono di installare un impianto di video sorveglianza così che ogni cosa accade durante la notte sia registrata lasciando una traccia indelebile.

Nel cono d’ombra della stella supergigante di Avatar si nasconde la nana bianca di Paranormal Activity, molto più piccola, ma dalla densità infinitamente maggiore rispetto a quella del vaporoso pianeta Pandora. In un’ipotetica classifica di box office calcolata in base alla cifra ottenuta in base a un singolo dollaro di budget investito, il colosso di James Cameron avrebbe dovuto incassare una cifra intorno ai 1300 miliardi di dollari per essere paragonato al fenomeno firmato dal regista esordiente Oren Peli.

Con una cifra prossima ai 15 mila dollari, una location (la villetta di San Diego in cui abita il regista), una troupe di solo tre persone (oltre gli attori, il regista, la sua compagna Tony Taylor e Amir Zbeda) Peli ha costruito un film horror che prosegue idealmente il percorso tracciato in passato da The Blair Witch Project, ripercorso recentemente da Rec e parzialmente da Il quarto tipo di Olatunde Osunsanmi. L’idea fondamentale rimane quella secondo cui il pubblico di un film riesce a coinvolgere maggiormente il pubblico, e quindi a terrorizzarlo, quanto più il confine tra realtà (anche solo percepita) e fiction tende a confondersi.

In questa prospettiva si spiega la scelta di raccontare tutta la storia di Katie e Micah attraverso le immagin della loro telecamera e dei video ripresi automaticamente durante la notte. L’idea non è certo nuova, anche Brian De Palma ha costruito lo splendido Redacted attraverso la giustapposizione di materiale filmato eterogeneo (firmando però un capolavoro formale). Dal punto di vista di Paranormal Activity invece siamo di fronte a un’idea estremamente furba e accattivante, un ottima strategia per giustificare un’estrema pochezza di mezzi produttivi.

Come nel caso dei film citati in precedenza, Paranormal Activity ha goduto di un grande passaparola dopo le prime proiezioni, tra quelle semi clandestine e quelle di festival tematici dedicati a horror e fantascienza. Una campagna virale, diffusa prevalentemente in rete, ha anche contribuito ad alimentare l’idea che il film fosse la documentazione di un caso realmente accaduto. Ovviamente il polverone sollevato dai media ormai si è inesorabilmente sopito e l’uscita in Italia perde completamente ogni elemento extra-testuale che è stato generato attorno al film.

Ma facciamo un po’ di storia. Paranormal Activity è uscito grazie a una distribuzione indipendente in dodici sale americane, nello spettacolo di mezzanotte. Il successo ottenuto in questa piccola nicchia ha spinto la Paramount ad acquistarne i diritti per una distribuzione massiccia, arrivata a oltre 750 sale solo negli Stati Uniti.

La parabola di Paranormal Activity deve registrare anche l’intervento di un padrino d’eccezione che, a quanto pare è stato folgorato dall’idea e dalla sua messa in scena tanto da sponsorizzarlo personalmente. Stiamo parlando di Steven Spielberg che però ha consigliato al regista alcune modifiche al finale. Il film uscito nelle sale con la distribuzione ufficiale infatti si chiudere con una scena di maggiore impatto rispetto al finale originale, e questa scelta (che sembra azzeccata) è quella che vedremo anche nei cinema italiani.

Vivamente sconsigliato a chi da un horror si aspetta effetti speciali e ritmi elevati. Chi è capace di immedesimarsi nei protagonisti avrà di che spaventarsi. Già previsto l’immancabile sequel.

Paranormal Activity esce nei cinema venerd’ 5 febbraio

Voto Carlo: 6,5
Voto Federico: 5
Voto Carla: 8
Voto Gabriele: 5