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Luca Ward spara a zero sul cinema italiano

L’attore e doppiatore Luca Ward viene intervistato da Tvblog e non ha peli sulla lingua per quanto riguarda il cinema italiano. Ecco qualche estratto: Qual è l’ultimo film bello italiano uscito secondo te? Il nome della rosa del 1986. Io quando guardo i film italiani mi addormento, capisco che non conto molto ma è così.

di carla
pubblicato 15 Aprile 2010 aggiornato 2 Agosto 2020 02:08


L’attore e doppiatore Luca Ward viene intervistato da Tvblog e non ha peli sulla lingua per quanto riguarda il cinema italiano. Ecco qualche estratto:

Qual è l’ultimo film bello italiano uscito secondo te?
Il nome della rosa del 1986. Io quando guardo i film italiani mi addormento, capisco che non conto molto ma è così.

E se ti offrissero una parte in un cinepanettone?
Ma di corsa ci andrei, è l’unico film che funziona. Tra l’altro dovevo farlo, ma poi non so cosa è successo e la parte è andata a Massimo Ghini.

Questo dei cinepanettoni però è anche cinema italiano, che giudizio ne dai?
E’ l’unico cinema che paga e che funziona. Il cinema interessante è quello che parla un linguaggio che tutti possono capire in qualche modo. Se ho visto dieci minuti di un film di quel genere forse ti dico troppo, però è l’unico cinema che va in Italia. Ogni tanto poi se ne esce un Sorrentino che fa “Il Divo” e mi chiedo pure come abbia fatto a farlo.

Per finire un voto al cinema italiano e alla fiction italiana del giorno d’oggi
N.C. Non classificato tutta la vita. Poi purtroppo io sono malato, faccio il doppiaggio e ne faccio tanto, vedo tutto il cinema mondiale. Io doppio dai tedeschi agli inglesi, francesi, americani, indiani, coreani, giapponesi. Vedo film più o meno belli, ma vedo soprattutto il cinema. Per quello che riguarda il nostro paese già come vedi una battuta capisci che è un film italiano e ti viene voglia di andare via, è noiosissimo. Mancano le sceneggiature, manca la voglia di fare cose interessanti, manca la voglia di sperimentare attori nuovi. Sono in cinque in Italia che fanno cinema, sempre gli stessi cinque e sono anche pettinati sempre uguali. Passano dal settecento al duemila e sono sempre uguali, anche pettinati sempre allo stesso modo. Io quando ho saputo che il buon Favino faceva delle cose interessanti mi sono meravigliato, anzi quando lo vedrò vorrò proprio chiederglielo. Il cinema italiano mi demoralizza, eppure di cose belle ne abbiamo fatte molte, siamo passati da Gassman al nulla.