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Il responsabile delle risorse umane – La recensione in anteprima

Il responsabile delle risorse umane (The Human Resources Manager) Regia di Eran Riklis, con Mark Ivanir, Guri Alfi, Noah Silver, Rozina Cambos, Julian Negulesco.L’ennesimo attentato scuote il centro di Gerusalemme. Tra i cadaveri c’è quello di una donna senza documenti. I suoi resti giacciono per oltre una settimana nell’obitorio senza che nessuno chieda di lei.

pubblicato 2 Dicembre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 21:38

Il responsabile delle risorse umane (The Human Resources Manager) Regia di Eran Riklis, con Mark Ivanir, Guri Alfi, Noah Silver, Rozina Cambos, Julian Negulesco.

L’ennesimo attentato scuote il centro di Gerusalemme. Tra i cadaveri c’è quello di una donna senza documenti. I suoi resti giacciono per oltre una settimana nell’obitorio senza che nessuno chieda di lei. Della sua vita si sa solo che si chiamava Yulia, che era arrivata da poco in città e che lavorava in una fabbrica. Non potendo accusare altri, la stampa israeliana si lancia in un linciaggio mediatico nei confronti dell’azienda per la quale lavorava, rea di non essersi interessata dell’assenza della sua assenza. Per dimostrare che i suoi datori di lavoro non hanno avuto una crudele mancanza di umanità, il responsabile delle risorse umane deve rimediare al danno. Il suo compito sarà quello di riportare il corpo della ragazza al suo paese di origine in un viaggio che lo costringe a confrontarsi con il lato più profondo del suo animo per trovare lo stimolo per continuare a vivere.

In un periodo di crisi strutturale, il tema del lavoro diventa fondamentale anche nelle narrazioni cinematografiche. Se poi la crisi non è solo economica, ma come in Israele abbraccia anche la politica e la religione, allora diventa un tema cruciale con cui sembra necessario confrontarsi per riflettere sulla realtà contemporanea. Il mestiere del responsabile delle risorse umane di un’azienda ha paradossalmente un ruolo fondamentale, poiché da lui dipende la costruzione di uno staff funzionale al buon andamento di un’azienda, ma al contempo ha in mano il futuro delle persone che da essa sono dipendenti. Per adempiere a questo ruolo però è necessario un certo distacco, altrimenti il coinvolgimento rischia di minarne l’equilibrio. Il responsabile delle risorse umane, di cui non conosciamo il nome (Mark Ivanir) si è però costruito una scorza troppo dura che rischia di non essere più in grado di valutare la prospettiva dei propri dipendenti. Il viaggio verso il paese natale della ragazza, un villaggio sperduto nella Russia innevata, sarà un’occasione per ritrovare se stesso.

Sebbene il film di Riklis vanti di essere tratto da un romanzo di Abraham B. Yehoshua, è costruito principalmente sulla forma del road movie che smorza la drammaticità del percorso interiore del protagonista con momenti che vorrebbero essere divertenti, ma che riescono principalmente a riportare alla mente due film che analogamente si svolgono lungo una strada. Il responsabile delle risorse umane sembra infatti attingere a piene mani tanto dalla sgangherata comicità di Little Miss Sunshine di Jonathan Dayton e Valerie Faris quanto dai sorrisi intimisti di Ogni cosa è illuminata di Liev Schreiber, paradossalmente senza riuscire a coglierne i lati positivi che hanno saputo trasformare due piccoli film in grandi successi di critica e di pubblico.

Il pubblico cinematografico non è sempre la massa di pecore che certa distribuzione crede che sia. Non basta una locandina ammiccante ad un altro titolo perché il pesce abbocchi. Lo abbiamo già sottolineato per il film Sunshine Cleaning, i film fotocopia possono essere solo uno specchietto per allodole (continuando sulla metafora animalesca), mentre sembra ancora più frustrante quando un film europeo ne riprende (peggio ancora se in modo non esplicito) uno di maggior successo come nel caso di Simon Konianski di Micha Wald. Non possiamo accusare questi film di essere mal realizzati, semmai di poca onestà intellettuale ma è un peccato che spesso rischia di essere più grave, almeno agli occhi di un pubblico che affronta criticamente ciò che sta guardando (questa è anche la motivazione del voto del film).

Poco contano quindi i personaggi di contorno, il figlio ribelle della donna morta, il marito irresponsabile e gli ambasciatori del consolato a cui è affidato il ruolo di spalla comica. E’ il motore del furgone che non funziona, non la carrozzeria.

Il responsabile delle risorse umane uscirà nei cinema venerdì 3 dicembre. Qui potete vedere il trailer.

Voto Carlo: 4

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