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Venezia 2010: The Child’s Eye – La recensione dell’horror in 3d dei fratelli Pang

The Child’s Eye 3D (Tungngaan 3D – Cina 2010 – Horror) di Danny Pang e Oxide Pang Chun con Rainie Yang, Elanne Kwong, Shawn Yue.Un gruppo di amici di Hong Kong in vacanza si trova bloccato in Tailandia per colpa dei tumulti politici che attraversano il paese. Costretti a restare in un albergo sporco e

pubblicato 5 Settembre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 20:51

The Child’s Eye 3D (Tungngaan 3D – Cina 2010 – Horror) di Danny Pang e Oxide Pang Chun con Rainie Yang, Elanne Kwong, Shawn Yue.

Un gruppo di amici di Hong Kong in vacanza si trova bloccato in Tailandia per colpa dei tumulti politici che attraversano il paese. Costretti a restare in un albergo sporco e inquietante, i ragazzi iniziano a vedere cose strane. Finché tutti i maschi del gruppo non scompaiono. Le ragazze allora iniziano a perlustrare tutto l’albergo…

E’ il primo film asiatico dell’orrore in 3D, dicono. Qui al Lido tra qualche giorno si vedrà anche il nuovo film di Takashi Shimizu, sempre in stereoscopia, e non abbiamo ancora ben chiaro chi fra i due abbia il primato. Non abbiamo ancora visto il film di Shimizu, ovviamente, ma per quel che riguarda i fratelli Pang siamo più o meno alle solite…

Disinteressatevi sin da subito della trama quando lo guarderete, tanto non capireste nulla. Nonostante uno schema ripetuto per l’ennesima volta nel cinema dell’orrore orientale (casa, in questo caso albergo, in cui è successo qualcosa di terribile, quindi maledizione, quindi fantasmi), l’illogicità e l’accumulo la fanno da padroni.

The Child's Eye

Ad un certo punto viene pure il dubbio che questa volta i Pang abbiano realizzato un buon film di genere, abusando dell’inutile caos della trama, buttata in caciara, giusto per divertire lo spettatore e torturargli i nervi con tutti i mezzi possibili. In mezzo infatti c’è una parte che fa discretamente paura, che però poi si disperde nel risultato finale. Che è ancora una volta inutile e brutto.

In mezzo al calderone c’è addirittura – attenzione attenzione! – un neonato con la faccia da cane. Che in realtà, per inciso, è una delle trovate più simpatiche del film, anche perché il trucco della creatura è il più delle volte artigianale. Ma infatti anche questo si disperde nel mare di sciocchezze, sempre dominato il più delle volte dalla musica e dal dolby sparato a palla.

Il 3D a tratti funziona pure, se si cerca nella stereoscopia applicata all’orrore armi che vanno in faccia allo spettatore e mostri che si gettano verso il pubblico, ma il motivo di interesse (?) si ferma lì: The Child’s Eye è a tutti gli effetti un film nella media della filmografia dei due registi di Hong Kong, sempre più disinteressati a lavorare sul genere in modo serio e sempre più convinti nel rifare se stessi all’infinito. Tanto il loro target sono i ragazzini, questo ormai s’è capito…

Voto Gabriele: 3

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