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Torino 2010: L.A. Zombie di Bruce LaBruce scandalizza il Festival

L.A. Zombie sbarca al Festival di Torino 2010, e da oggi lo troverete in videoteca grazie alla QueerFrame. Dopo aver scatenato polemiche e discussioni a Locarno, dove era finito in concorso scandalizzando i più, il nuovo film di Bruce LaBruce viene proiettato al festival nella sezione più sperimentale della rassegna, ovvero Onde. Durante l’incontro con

pubblicato 4 Dicembre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 17:23

L.A. Zombie sbarca al Festival di Torino 2010, e da oggi lo troverete in videoteca grazie alla QueerFrame. Dopo aver scatenato polemiche e discussioni a Locarno, dove era finito in concorso scandalizzando i più, il nuovo film di Bruce LaBruce viene proiettato al festival nella sezione più sperimentale della rassegna, ovvero Onde.

Durante l’incontro con il pubblico, prima del film, il regista cult ha voluto nuovamente precisare di che film si tratta: un porno-gay-zombie-splatter-gore movie. E questo effettivamente è: un porno in cui uno zombie uscito dall’Oceano Pacifico riesce a riportare in vita dei ragazzi dopo aver avuto rapporti con loro.

L’intuizione è “rivoluzionaria”: stravolgere la figura dello zombie, in questo caso eroico portatore di vita e non causa di morte e contagio. Sul tema del contagio LaBruce non ha dubbi: da quando l’AIDS è entrato prepotentemente nella vita di tutti dagli anni ’80, il cliché dell’omosessuale portatore del virus si è radicata nell’immaginario collettivo. Attraverso la figura eroica di uno zombie, LaBruce sovverte questo stereotipo: anzi, scopando si ritorna in vita.


Qualche giorno fa, nello spazio dei commenti relativo alla recensione di Kaboom di Araki, abbiamo avuto modo di discutere brevemente sul significato di cinema porno. Ecco, L.A. Zombie è un film porno, nonostante la versione a Torino sia quella softcore di 63 minuti (ma è in preparazione quella unrated, molto più spinta a livello sessuale).

C’è del sesso, c’è nudità, c’è anche una scena di pissing. François Sagat, già visto in Homme au bain, si concede ovviamente gentilmente, ma quello che vediamo per la maggior parte del tempo non è il suo pene, bensì un gran fallo posticcio allungato sulla punta. Come fare a salvare le persone? Eiaculando sangue, of course.

Il lato divertente della faccenda è però proprio quella di unire il porno, girato proprio come un porno ad episodi, con l’horror con una bella dose di sangue. Il risultato è un film che diverrà sicuramente un cult, meriti artistici raggiunti o meno. Anche perché il trucco verde di Sagat con tanto di denti appuntiti in fuori resta impresso. Una curiosità: la locandina ufficiale è un evidentissimo omaggio a quella di Zombi (Dawn of the Dead) di Romero.

Qui trovate foto e trailer del film.

– Per conoscere meglio Francois Sagat vi rimando ad una sua galleria di foto.

– Naturalmente di Francois, del film e di Bruce LaBruce si parla anche su Queerblog.

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