Home Curiosità Se sposti un posto a tavola – trailer italiano della commedia francese di Christelle Raynal

Se sposti un posto a tavola – trailer italiano della commedia francese di Christelle Raynal

Esci il prossimo 25 luglio nei cinema italiani Se sposti un posto a tavola (Plan de Table), la commedia francese diretta da Christelle Raynal e interpretata da Elisa Zylberstein,e Franck Dubosc.

pubblicato 24 Luglio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 11:39

Quella della Raynal è un gradevole digressione sul destino che miscela film alla Sliding Doors che sfruttano il dilemma “Cosa sarebbe accaduto se…” alle modaiole comedy a sfondo nuziale.

l banchetto di nozze sta per iniziare. Un ragazzo ed una ragazza hanno fatto cadere inavvertitamente i segnaposto e in gran fretta li ripongono a casaccio sul tavolo. Per gli ignari invitati, seduti a quel tavolo, questa nuova disposizione farà la differenza. Come “SlidingDoors”, un’ affascinante commedia sugli scherzi del destino e le sue trame sottili…

Cosa accadrebbe se per errore l’ordine prestabilito delle cose cambiasse per una fortuita coincidenza?

Intervista alla regista:

Lei viene dalla pubblicità. Ha sempre desiderato realizzare un lungometraggio?

Mi è sempre piaciuto creare immagini e raccontare, a prescindere dal tipo di supporto che usavo: cartoni animati, pubblicità, cinema. Ho sempre disegnato personaggi, esclusivamente ragazze, e per ognuna di loro inventavo delle storie. Vengo da Clermont–Ferrand, non conoscevo nessuno e mi sono trasferita a Parigi per studiare in una scuola di grafica; volevo confrontarmi con gli altri per sapere quale era il mio livello Appena diplomata un giorno ho visto alla tv Jacques Seguela: mi sono presentata nella sua agenzia, il direttore creativo ha guardato il mio book e mi ha assunto. Poi sono diventata assistente alla direzione artistica, lavoravo sui promozionali della Citröen. Ho cominciato a trasformare le idee degli altri in immagini, a fare lo storyboard per i registi. E quando mi sono resa conto che ogni inquadratura che disegnavo arrivava sullo schermo, mi sono sentita autorizzata a sognare di fare la regista…

Comunque ho dovuto aspettare altri dieci anni prima di girare una pubblicità. Ne ho fatto cento, anche la campagna per la Croce Rossa con Adriana Karembeu. E poi un giorno Bruno Le Moult, il mio mentore, l’uomo che mi ha insegnato tutto quello che so, un genio della pubblicità, l’uomo che ha inventato le campagne della Kodak e di Kookai, solo per ricordare quelle più famose, è morto improvvisamente. E questo mi ha fatto passare la voglia di lavorare per gli altri. Ho creato la mia agenzia e da cinque anni mi occupo delle campagne pubblicitarie per Bourjois.

Cosa l’ha spinta a girare un cortometraggio?

Un giorno il mio produttore di pubblicità mi ha detto “Hai un corto nel cassetto? Ti dò otto giorni per farmelo leggere. E io gli ho risposto: “Certo!” Anche se non avevo niente. Ma sentivo che era arrivato il momento, che ero pronta e che quella era un’occasione che non potevo perdere. E ho scritto “J’attendrai”, la storia di un principe affascinante… dei tempi moderni.

Ho girato questo cortometraggio sperando che poi un produttore cinematografico mi proponesse di realizzare un lungometraggio. E’ andata così. Gilles Paquet-Brenner e Stéphane Marsil hanno visto il mio lavoro e mi hanno chiesto un film vero e proprio. Ho letto una sceneggiatura della quale avevano acquisito i diritti, ma da quel testo non sono riuscita a trarne alcuna ispirazione. Allora mi hanno parlato di questo pitch che avevano ricevuto da Francis Nief: “Plan de table (Se sposti un posto a tavola”. L’idea di base c’era: tre posti tavolo e l’innamorato che vuole riprendersi la sposa. Francis, abituato a scrivere per la televisione, l’aveva trasformata in un poliziesco. E invece a me sembrava che a un matrimonio si dovesse parlare di sentimenti. Gli ho chiesto di considerare il film come una commedia romantica. Ho pensato che andare su quel terreno poteva essere una sfida e spero di averlo dimostrato. Basta con gli stranieri che monopolizzano le commedie romantiche…

Come è stato scrivere insieme?

Ho capito subito che io e Francis eravamo un binomio perfetto. Ci piacciono l’eleganza e lo stile. Il mio lato combattivo, quello da ragazzo mancato -anche un po’ rozzo- si adatta perfettamente alla sua sensibilità, che è più sottile, più femminile. Ridiamo delle stesse cose, siamo complementari, anche considerate le nostre esperienze precedenti, io con la pubblicità e lui con la televisione. Io ero ossessionata dal realizzare un film a sketches e lui era ossessionato dallo scrivere un telefilm. La nostra coppia ha funzionato da subito.

Abbiamo lavorato per due anni, ma giravamo intorno alla storia. I produttori erano entusiasti, ma non abbastanza costruttivi ed erano presi da un film importante che gli impediva di dedicarsi a noi. Abbiamo chiuso il rapporto senza rancore. E il caso ha voluto che indirettamente, grazie ad un matrimonio, io abbia incontrato la persona che poi è diventata il produttore del film. La mia migliore amica si sposava a Saint-Tropez: sulla spiaggia ho conosciuto Maxime Japy, per caso, e abbiamo cominciato a chiacchierare. Mi dice “Sono un produttore”. E io “ Ah, io sono una regista!” E continua “ Non ho ancora prodotto niente. Mi piacciono solo le commedie” Io rincaro la dose “Anche a me!” Il nostro sodalizio è nato così!

Come ha costruito il casting?

C’è voluto un pò di tempo, perché era la chiave del film. Bisognava scegliere le persone giuste, singolarmente, ma anche fare in modo che l’insieme, cioè la troupe, fosse originale, armonica e divertente .

Jérôme Daran è stato il primo. Avevo visto il suo one-man show e ho pensato subito che sarebbe stato perfetto nel ruolo del DJ.

Mathias Mlekuz, che interpreta il proprietario della galleria, l’ho amato dal momento in cui l’ho visto in “Nos enfants chéris”. Per me è l’uomo ideale da sposare, l’ho detto e lo ripeto, impossibile fare il film senza di lui!

Arié Elmaleh, nel ruolo del fotografo, l’ho scoperto nella pubblicità SFR e ho pensato che fosse quel tipo divertente, ma anche super affascinante. Adoro questo genere di uomini, alti e dinoccolati. Nel film è il ragazzo con scarso talento che però incanta le ragazze.

Lannik Gautry è l’innamorato, l’ho scelto dopo averlo visto in “ Nos jours hereux” . È il prototipo del bravo ragazzo, l’animatore del villaggio vacanze che tutte sogniamo. Assolutamente sublime.

Louise Monot, la sposa, è la persona che conosco meglio, ha recitato per tutte le mie pubblicità Bourjois: ho scritto il personaggio pensando a lei. Mi piace la sua freschezza, ha un sorriso incredibile! È la nostra Julia Roberts francese, straordinaria.
Scegliere l’attore che avrebbe impersonato suo marito non è stato difficile. Ho scritto il ruolo per mio fratello, Tom Raynal, attore comico; sapevo che avrebbe incarnato quel ruolo alla perfezione. Il suo è un personaggio meno semplice di quanto non sembri. Paul è simpatico, ma anche coraggioso. Non è uno stupido, è un bell’uomo, non gli si può rimproverare niente. È solo che scopriamo molto presto che Marie non ha scelto la persona giusta…

Shirley Bousquet, che interpreta il ruolo della moglie di Mathias Mlekuz, l’ha scoperta mio fratello. Il suo era un personaggio piuttosto difficile da trovare. C’era bisogno di una donna bella, sexy, che non avesse paura di osare, che ci facesse ridere e che ci commuovesse. Quando ho incontrato Shirley, ho capito che era lei quella che cercavo. Mi ha detto “ Se avessi letto la sceneggiatura per scegliermi un ruolo, avrei scelto questo”. E infatti il personaggio le calza alla perfezione.

Elsa Zylberstein è un’idea geniale di Maxime. Per il suo personaggio mi sono ispirata a mia zia, e infatti Elsa non ha potuto cambiare niente.
La gente pensava che mia zia fosse pazza: aveva pena di mio zio, che tutti ritenevano un uomo simpatico. In realtà era odioso ed è vero che mia zia fosse sull’orlo di un esaurimento. Poi lui se n’è andato con la donna delle pulizie e questo è stato un duro colpo per lei; ma è stata la cosa migliore che le sia accaduta. Oggi mia zia è felice e libera, finalmente. Elsa ha dato vivacità al personaggio: è un’attrice sofisticata senza dover fingere, ha portato al suo ruolo quel necessario pizzico di follia. Sono felice che abbia voluto cimentarsi in una commedia: si è molto divertita a creare il suo personaggio.

Franck Dubosc nel film recita la parte del suo odioso marito. Gli ho scritto una lettera molto sincera per spiegargli che lo avevo apprezzato in “Incognito” e che sognavo che accettasse di interpretare questo personaggio: marito affabile per tutti, ma in realtà un uomo vile come un Gallico. Non ho dovuto aspettare molto il suo si per il film ed è stato all’altezza di tutte le mie aspettative.

Alla fine abbiamo Franck e Elisa, la “coppia-guida” del film, due attori conosciuti circondati da volti nuovi. Esattamente ciò che speravo: mischiare le categorie.

E poi…c’è Audrey Lamy. La mia Marjorie, la mia eroina. Quando l’ho vista in “ Tout ce qui brille” ho avuto la certezza che il film non avrebbe potuto esistere senza di lei, ed ero pronta ad aspettarla per tutto il tempo necessario. Ma ha detto si, subito. E più la conoscevo, più mi rendevo conto di quanto mi somigliasse. Del resto, spesso mi ha detto “ In realtà, io sono te”….
La verità è che io sono un mix di Marjorie e di Marie. Ma sono soprattutto le ragazze, sono loro il vero mix di Marjorie e di Marie.

 

Se sposti un posto a tavola – locandina italiana e foto della commedia francese

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