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Che strano chiamarsi Federico: trailer e poster felliniano di Ettore Scola a Venezia 2013

“Che strano chiamarsi Federico!” nel 20° anniversario della scomparsa di Fellini. Ettore Scola racconta l’amico e l’artista con un docu-film-ricordo Fuori concorso alla 70^ Mostra del Cinema di Venezia, in sala con Bim e Istituto Luce Cinecittà dal 12 settembre 2013.

di cuttv
pubblicato 5 Settembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 11:32

Da Venezia 2013, con il trailer di oggi, arrivano pagliacci con la tromba, lucciole della strada, mangiafuoco, Mastroianni e La Dolce Vita che fa il bagno in fontana con Anitona, insieme a tutte le sfumature dei tramonti nell’amarcord colorato, musicale e circense di Federico Fellini con la poesia presa in prestito da Ettore Scola per il documentario “Che strano chiamarsi Federico!”, realizzato a venti anni dalla scomparsa dell’amico e collega.

Che strano chiamarsi Federico – Ettore Scola racconta Fellini, Fuori concorso a Venezia 2013

Ettore Scola torna a Cinecittà, per riportare al cinema e ai nostalgici, ricordi, frammenti, istanti d’eternità (cinematografica) e amicizia eterna, di quel grande Pinocchio che per fortuna non è mai diventato “un bambino per bene”, con il ritratto filmico e il ricordo documentale, che prende in prestito il verso di una poesia di Federico Garçia Lorca.


Che strano chiamarsi Federico!, è un viaggio nel tempo dei ricordi e dei frammenti, che parte dal debutto del giovane disegnatore nella rivista satirica “Marc’Aurelio”, complice nel 1947 dell’amicizia con Scola, per spingersi a quell’Oscar alla carriera ricevuto nell’anno del suo settantesimo e ultimo compleanno (1993).

“Il mio ultimo film è di 10 anni fa, non volevo più girare per una serie di motivi psicologici, perché non riconoscevo più nulla delle logiche che mi avevano guidato e della voglia di fare cinema che avevo sempre avuto. Ma questo non è un film che somiglia a quelli che ho già fatto e l’ho fatto perché non è un film e non è un documentario. Non volevo ricordare Federico a 20 anni dalla sua morte con la solite silloge di repertori. Anche chi non ha visto un suo film .così come succede con le poesie di Leopardi, è come se lo conoscesse, vive nel mondo che lui ha fatto di tutto per rendere più vivibile e più bello. Nel film non c’è il tentativo di ricostruire certe emozioni della sua visionarietà, ma posso dire che è composto da angoli, come rispecchia bene la scenografia di Luciano Ricceri fatta di piccoli ambienti attigui. Non sono necessariamente consequenziali o in ordine cronologico, ma sono i luoghi di alcune emozioni provate durante quasi 50 anni di conoscenza con Federico”.

Un viaggio nei set ricostruiti nello storico Teatro 5 di Cinecittà (da sbirciare nel video backstage), dove Fellini ha girato quasi tutti i suoi film, mentre Scola ha realizzato “La Famiglia” e “Il viaggio di Capitan Fracassa”, con la voce narrante di Vittorio Viviani, la fotografia di di Luciano Tovoli e le musiche di Andrea Guerra, ad accompagnare lo spettatore, dalla redazione satirica al salottino dell’appartamento dove Scola leggeva al nonno cieco, dai bagni diurni di piazza dei Cinquecento, per rappresentare il racconto ‘Ma tu mi stai sentire ragazza dei bagni pubblici Cobianchi?’, al bar che ospitava le notti insonni di Fellini, con gli amici chiamati a raccolta e caricati nella Lincoln nera di Federico, insieme a barboni e battone, un teatrino di avanspettacolo, e tutto quello che può capitare in una scorribanda della Roma by night. Stessa cosa per gli incontri con un madonnaro (Sergio Rubini) molto pieno di sé, e con una prostituta simil-Cabiria (Antonella Attili).

Che strano chiamarsi Federico

Un film corredato dai materiali di repertorio d’epoca, scelti dagli archivi delle Teche Rai e dell’Istituto Luce, che ha come attori i due nipoti di Scola, Tommaso Lazotti (Fellini giovane) e Giacomo Lazotti (Ettore Scola giovane), insieme a Maurizio De Santis (Scola giovane) e Giulio Forges Davanzati (Scola anziano) mentre Marcello Mastroianni sarà Ernesto D’Argenio.

“Gli attori, per quello che rappresentano, per quello che raccontano, dovevano essere più che degli strumenti mnemonici; possedere un cuore di attore non sarebbe bastato, avrebbero dovuto avere un forte interesse nel costruire qualcosa che riguardasse i personaggi. Tommaso Lazzotti (Fellini giovane) e Giacomo Lazzotti (Scola giovane) hanno dentro qualcosa che li anima, un’apertura alla sperimentazione e sicurezza nelle scelte che un giovane deve essere pronto a fare”.

Il docu-film-ricordo di Scola, sceneggiato insieme alle figlie Paola e Silvia, con le musiche di Andrea guerra, prodotto da Paypermoon-Palomar, Istituto Luce-Cinecittà con Rai Cinema, Cinecittà Studios, in collaborazione con Cubovision di Telecom Italia, e con il sostegno della Direzione Generale Cinema, sarà Fuori concorso alla 70^ Mostra del Cinema di Venezia, mentre arriva nelle nostre sala distribuito da Bim con Istituto Luce Cinecittà, dal 12 settembre 2013.

“Con Federico fino all’ultimo giorno c’è stata una vicinanza particolare, ci facevamo fitte telefonate all’alba per 10 giorni poi magari non ci sentivamo per un mese. Lui veniva spesso a casa mia a cena, ci si trovava bene, ma a causa della cappa per togliere gli odori, che faceva vento, a volte cenava con cappotto, sciarpa e cappello e mi accusava dell’influenza che avrebbe preso per colpa mia”.

Che strano chiamarsi Federico

Via | CinecittàBIM