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Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri: Recensione in Anteprima

Torna sul grande schermo Percy Jackson con la sua seconda avventura ne Il mare dei mostri. Mitologia greca attualizzata e CGI sono i principali ingredienti di una pellicola che, manco a dirlo, promette già ulteriori sequel. Ce la farà anche stavolta il giovane Percy?

pubblicato 10 Settembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 09:48

A distanza di tre anni dalla prima trasposizione, torna in sala Percy Jackson col sequel Il mare dei mostri. Mitologia attualizzata, per non dire banalizzata, appartenente alla Grecia antica, quella degli dei che si mescolano con gli uomini ed intervengono nelle imprese così come nelle disavventure. Un mix altamente instabile, che nel suo tentativo di rendere più alla portata certa epica, deraglia, portando a termine un’operazione dalla dubbia riuscita anche in funzione del pubblico al quale si rivolge, ossia quello essenzialmente più giovane.

Stavolta il mezzosangue, figlio del dio Poseidone, è chiamato a salvare, oltre all’Olimpo, anche il proprio villaggio. Protetto da un albero le cui origini vengono rese note in apertura, Campo Mezzosangue non è più sicuro: il pino che genera la barriera volta a proteggerlo è stato avvelenato. Toccherà all’apposita squadra mandata in missione scoprire cosa c’è sotto, oltre che trovare una cura. Da qui parte l’avventura del gruppo di Percy, che al suo fianco avrà non solo la bella Annabeth Chase ed il satiro Grover, bensì anche una interessante new entry, molto vicina al protagonista.

Tra ciclopi coi rasta e creature mitologiche che danno un senso al cosiddetto Triangolo delle Bermuda, di trovate sopra le righe questo sequel di Percy Jackson è colmo. Alcuni potrebbero controbattere a quanto appena rilevato che la “colpa” sia almeno in parte del libro, o che comunque sia opportuno tenere in debito conto il tipo di operazione. Ma quali che siano i presupposti, il risultato è un’accozzaglia di episodi discutibili retti solo da alcune inquadrature notevoli, per via di una spettacolarità alla quale indubbiamente contribuisce una buona computer grafica. Ma non bastano certi suggestivi scorci a mettere una pezza su una sceneggiatura che si limita a costruire macchiette, ovvero profili di supporto a quell’unico protagonista che, come da titolo, è Percy.

Le stesse battute vagamente ad effetto, laddove non cadono nel ridicolo, adoperano un umorismo non sempre efficace, spesso e volentieri giocando immancabilmente con riferimenti a quella mitologia sulla quale l’intera impalcatura narrativa è costruita. Si vorrebbe essere meno netti nel relegare certe misure al rango di raffazzonati escamotage, ma il punto è che il film non aiuta: l’azione, così per come si svolge, potrebbe anche andare, se non fosse per quella confezione in cui si mescola tanto e male.

Non mancano le tematiche chiave, quelle attraverso cui in fondo filtrano certi messaggi positivi, irrinunciabile must quando si tratta di film rivolti principalmente ad un’audience più adolescente: dall’accettazione del diverso che spaventa ma che in realtà è “innocuo” all’ambizione che rende odiosi, passando per il destino “da ribaltare”, sempre e comunque. Tutti temi universali, certo, ancor più nell’ambito di progetti di questo tipo, ma che alla luce di quel tutt’uno che è in ogni caso la pellicola sembrano tutt’al più spunti buttati lì, perennemente in superficie, troppo anche per un’opera dalla quale non va certo pretesa alcuna speculazione vagamente filosofica.

Si tenta disperatamente, dunque, di rimediare a questa vacuità di fondo ricorrendo ad un impatto visivo che renda almeno giustizia ad un budget di tutto rispetto (quasi 100 milioni di dollari), traguardo solo a tratti raggiunto e con non poca fatica. Il risultato è un ambiente per lo più coloratissimo, già a partire dalle prime sequenze durante i giochi del villaggio, dove il pubblico viene munito di maglie variopinte, o quando più avanti nella narrazione ogni richiamo al fantasy contrappone al grigiore dei riferimenti al reale e moderno un’accesa paletta cromatica.

Qualcuno potrà trovare nell’aspetto e nel costante movimento di Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri motivi sufficienti per farci un giro sopra, in particolar modo i meno esigenti e più diretti ragazzini, specie coloro che vanno a nozze con contesti avventurosi. Tuttavia i reiterati limiti di questa trasposizione prestano il fianco a non poche riserve, col risultato che, una volta tanto, il semplice trasporto, per quanto sincero, non riesce a risollevare le sorti di un piccolo eroe dal cui ineludibile paragone con il mago di Hogwarts ne esce ancora più ridimensionato che mai. D’altronde di analogie non ne mancano: quel che risulta del tutto o quasi assente è un contorno che riesca a fare altrettanto presa. Oltre che, aspetto ancor più fondamentale, una narrazione che riesca a trascinare anziché lasciare per lo più indifferenti.

Voto di Antonio: 4,5
Voto di Federico: 5

Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri (Percy Jackson & the Olympians: The Sea of Monsters, USA, 2012) di Thor Freudenthal. Con Logan Lerman, Brandon T. Jackson, Alexandra Daddario, Jake Abel, Douglas Smith, Stanley Tucci, Leven Rambin, Nathan Fillion, Anthony Head, Daniel Cudmore, Missi Pyle, Yvette Nicole Brown, Mary Birdsong, Paloma Kwiatkowski, Robert Maillet, Derek Mears, Alisha Newton, Zoe Aggeliki, Aleks Paunovic, Christopher Redman, Katelyn Mager, Danny Le Boyer, Maxine Miller, Samuel Braun, Bjorn Yearwood, Jordan Weller, Richard Yearwood, Artin John Tsambazis, Eline Sandes, Anthony Shim, Camille Atebe, David Mylrea e Connor Dunn. Nelle nostre sale da giovedì 12 Settembre.