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Time di Kim Ki Duk

TIME di Kim ki Duk con, Jung-woo Ha, Hyeon-a Seong. Tredicesimo lavoro di Kim Ki Duk, di nuovo sulla tematica dell’amore, anzi no. Qui si parla di tempo, dello scorrere del tempo e dell’influenza di tale nelle relazioni umane. Seh-hee e Ji-Woo, vivono insieme da due anni, si amano, ma la paure che l’altro si

24 Agosto 2006 10:07

Time di Kim ki Duk TIME
di Kim ki Duk
con, Jung-woo Ha, Hyeon-a Seong.

Tredicesimo lavoro di Kim Ki Duk, di nuovo sulla tematica dell’amore, anzi no. Qui si parla di tempo, dello scorrere del tempo e dell’influenza di tale nelle relazioni umane. Seh-hee e Ji-Woo, vivono insieme da due anni, si amano, ma la paure che l’altro si stufi di vedere “la stessa faccia” e di toccare lo stesso corpo”, spinge la giovane a creare un diversivo, ad essere diversa, per riaccendere la passione, perchè il suo uomo non si stanchi mai del suo (seppure bellissimo) viso. In Time si parla d’amore, si grida, si urla, si parla troppo. Abituati alla poetica leggiadria delle immagini, ai non dialoghi perchè superflui, questo nuovo lavoro che ha tutta l’aria di essere “transizionale”, per certi versi mantiene lo standard al quale il bravissimo regista ci aveva abituato (riservando qualche bellissima e drammatica scena soprattutto un richiamo magrittiano), ma per altri toppa. Questa è un analisi sofferta, nata da due visioni che cercano di essere il più obiettivo possibili. La prima parte del film risulta irritante, piatta, assolutamente normale e lontana dal film che ci si aspettava. La seconda rivela un buon crescendo drammatico, qualche bellissimo sprazzo di genialità, ma molte scelte infelici, forse nate per allentare la tensione ma quasi fuori luogo.

Una fine che colpisce, atipica per Il KIm che aspettavamo, ma seppur nella sua imperfezione, diversità o nel suo essere “opera minore” (come molti l’hanno definito), c’è qualcosa di forte che rimane addosso dopo la visione, che lascia quasi interdetti. Che impedisce di ragionare con obiettività sul film in sè, sui suoi difetti, sulle sue peculiarità sul fatto che sia riuscito o meno. Bellissima l’immagine della scalinata che tende verso il cielo. Un’ analisi introspettiva sulla follia umana e sui sentimenti, che poteva divenire un film meraviglioso e che invece ha dimostrato evidenti limiti.

“Una manciata di sequenze (Ji-Woo che calpesta le fotografie, l’amabile ironia erotica delle statue, il doloroso sarcasmo nel bar dei cuori infranti) insieme al gracile cenno pittorico (il gesto magrittiano di coprirsi il volto per celarne l’identità – cfr. soprattutto Gli amanti, 1928) che si imprimono, restano, sono gradini di un’opera imperfetta e stratificata e cancellano il tenue rimpianto di un film aggraziato, lacerante, solamente minore.”
Gli spietati

“Film raffinato ed aperto a molte possibilità di lettura, Time non scontenterà i fan del maestro Kim ki-duk, che nella sua visione analitica e per certi versi “disturbante” dei rapporti di una coppia al giorno d’oggi, mostra la confusione e la lacerazione degli aspetti fisici e spirituali dell’amore.”
Filmfilm.it

Voto Gabriele: 5