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The Wolf of Wall Street slitta al 2014? Martin Scorsese al lavoro per evitarlo

Una corsa contro il tempo per uscire almeno entro Natale e poter concorrere per gli Oscar del 2014. The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese con il fiato sul collo della distribuzione

pubblicato 9 Ottobre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 08:43

Possibile che uno dei film più attesi dell’anno non partecipi a nessun Festival e a poche settimane dall’uscita non abbia ancora annunciato dove terrà la sua anteprima mondiale? Possibile, se il film in questione è The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese. Pochi giorni fa Showbiz 411 ha infatti lanciato un’autentica bomba, rivelando le difficoltà al montaggio e un più che probabile rinvio al 2014. La pellicola, in conclusione, non parteciperà agli Oscar.

Ebbene lo stesso Showbiz 411 è tornato sull’argomento, svelando come Scorsese e la sua storica montatrice, Thelma Schoonmaker, 3 volte Premio Oscar, stiano lavorando giorno e notte per tagliare parti consistenti dal montaggio finale (3 ore di durata al momento) in modo da uscire al cinema non il 15 novembre, come da tempo deciso, bensì entro il giorno di Natale. Una corsa contro il tempo per poter ambire all’Academy 2014 che non potrà però protrarsi oltre il 25 novembre, giorno che vedrà il registra tra i giudici del Marrakech Film Festival. La stessa Paramount avrà poi bisogno di almeno un mese per lanciare degnamente la pellicola, la cui uscita slitterà al 99%. Questo è dato per certo. Tutto sta nel capire il ‘peso’ dello spostamento in avanti.

Protagonisti del film, lo ricordiamo, Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Kyle Chandler, Matthew McConaughey, Jean Dujardin, Margot Robbie, Jon Bernthal e Rob Reiner. Nel caso in cui il Lupo di Scorsese dovesse farcela per Natale, è probabile che la Paramout posticipi l’uscita di Jack Ryan: Shadow Recruit, in sala a metà gennaio. Se il rinvio dovesse invece sfondare il muro del 2014, Scorsese andrà a replicare quanto fatto nel 2010 con Shutter Island, uscito a febbraio e tramutatosi in un clamoroso successo di pubblico, ma senza treno degli Oscar.

Tratto dalle memorie di Jordan Belfort, The Wolf of Wall Street ci riporterà per mano negli anni 90, anni in cui Belfort guadagnò più soldi di quanti riuscisse a spenderne nelle sue leggendarie notti piene di coca, eccessi e squillo di lusso; più di quanti avesse mai osato sognarne ai tempi in cui vendeva carne e pesce nel Queens. Perché a Wall Street, cuore tachicardico della finanza mondiale, niente è impossibile, se sei giovane e affamato abbastanza. E nessuno ha più fame di Belfort, arruolato come semplice telefonista dalla società di brokeraggio LF Rothschild e subito contagiato dalla selvaggia ambizione dei giovani broker che “puzzano di successo lontano un miglio”. Geniale e spericolato, Belfort imparò in un lampo l’ambigua arte di spostare mucchi di soldi e felicità, e giunse, nel giro di pochi anni, a fondare la sua società, la potentissima Stratton Oakmont, la “Disneyland dei broker”, dove il denaro si moltiplicava senza controllo. Ma non bastavano otto Ferrari, la villa più grande degli Hamptons, una moglie trofeo, l’elicottero personale pilotato in stato di ebbrezza, per farti padrone del mondo o, se è per questo, della tua vita. Dipendente da ventidue sostanze diverse, dalle orge, e dal vizio implacabile della grandezza, Belfort si preparò a una caduta più spettacolare persino della sua formidabile ascesa.