Home Curiosità Luca Barbareschi: “Italia paese cattocomunista, in Rai sono un figlio di un dio minore”

Luca Barbareschi: “Italia paese cattocomunista, in Rai sono un figlio di un dio minore”

A pochi giorni dall’uscita del suo ultimo film, l’attore e produttore lancia una dura invettiva nei confronti della Rai e dei colleghi: “Mi trattano come un cretino”.

pubblicato 24 Ottobre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 08:10

Il 7 novembre uscirà Something Good, ultima fatica cinematografica di Luca Barbareschi (guarda il trailer) e nel frattempo l’irruento attore ne ha sparate di grosse, lanciando strali avvelenati dalle pagine del magazine Ciak nei confronti della Rai e dei colleghi.

L’ex Deputato del Popolo della Libertà ha sempre orgogliosamente sbandierato la sua “diversità” politica e il presunto ostracismo del mondo dello spettacolo che ne avrebbe fortemente limitato la carriera. Oggi Barbareschi torna alla carica:

“In un Paese cattocomunista come il nostro, io sono quello cattivo e gli altri i buoni. Sono un rompicoglioni, lo so. In Italia non si può dire la verità e se non sei di sinistra non hai diritto di esistere. Vanto un curriculum di tutto rispetto eppure mi trattano come un cretino e in Rai sono considerato figlio di un Dio minore.”

La continenza e la moderazione non sono mai state doti di spicco del grintoso Barbareschi, protagonista anche di un spiacevole episodio nel quale era rimasto coinvolto un inviato del format tv Le iene. L’attore, comunque, non riserva la sua ira alla sola televisione di Stato, ma si sfoga anche sul trattamento riservatogli da non meglio identificati colleghi:

“Ai David di Donatello, percependo sulla pelle l’odio di tutti i miei colleghi avevo detto: sono un po’ diverso da voi però non mordo e vi voglio bene. Se imparate a volermi bene anche voi potremmo andare d’accordo. Il giorno dopo su twitter commentavano: quel fascista di Barbareschi ci sta provando. Non possono darmi del fascista solo perché ho un punto di vista diverso. Fascista? Sono nato e morirò socialista!”

Chiarita definitivamente (?) la sua posizione politica, fermo restando che agli amanti del cinema interessano maggiormente le doti artistiche di un attore (e regista) piuttosto che l’oratoria da comizio, attendiamo l’uscita del nuovo film. E a questo punto sorge anche il dubbio (meschino, per carità), se queste invettive non siano strategiche e volte a creare un battage mediatico per aumentare l’attenzione sulla sua ultima fatica. Nel bene o nel male, purché se ne parli, scriveva Oscar Wilde…