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Torino 2011: Il giorno in più – La recensione del film con Fabio Volo

Massimo Venier dirige Fabio Volo e Isabella Ragonese dal romanzo Il giorno in più

pubblicato 1 Dicembre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 06:02

Giacomo (Fabio Volo) è un uomo di 37 anni, donnaiolo e single convinto (gli dà fastidio persino avere per casa il cane che gli hanno regalato). Fa un lavoro non meglio definito in ambito presumibilmente finanziario, cosa che fa molto milanese post-yuppie del XXI secolo. Costretto a prendere l’autobus per via del fatto che la sua ex fidanzata gli ha gettato le chiavi della macchina nei navigli, vede ogni giorno una ragazza (che scopriremo chiamarsi Michela e che è ovviamente interpretata da Isabella Ragonese) che desta il suo interesse, ma con la quale non ha neanche il coraggio di reggere lo sguardo.

Una sera, per aggirare le avances della figlia non troppo avvenente di un cliente importante, si inventa di avere una fidanzata e la descrive come la ragazza che vede ogni mattina sul tram. Improvvisamente tutti diventano più gentili con lui e Giacomo decide di usare a suo favore l’esistenza di questa ragazza immaginaria, che torna utile sia per azzittire chi gli consiglia di “mettere la testa a posto” e accasarsi, sia per evitare di essere sempre incastrato a lavorare nei fine settimana. Scopre così quanto possa essere socialmente conveniente non essere soli.

Una mattina, la ragazza del tram lo invita a prendere un caffè. Potrebbe essere l’inizio di una relazione, ma lei, che lavora in una casa editrice, è cinica in proposito, perché pensa che nelle grandi storie d’amore la donna finisce sempre male, se non proprio stecchita, mentre hanno un lieto fine solo i romanzi brutti. E poi, in ogni caso, si trasferisce a New York il giorno successivo. Non si capisce quindi perché abbia attaccato discorso con Giacomo sul tram se non per sbloccare il film dall’impasse. Ovviamente, la storia si sposterà negli States.

il giorno in piu - film

Primo film tratto da un romanzo di Fabio Volo, doveva in origine essere anche da lui diretto, ma, non essendo Orson Welles, almeno la regia è stata esternalizzata a Massimo Venier. Scelta azzeccata, perché il regista conferisce alla pellicola un certo ritmo brioso e un discreto dinamismo, costruendo anche un paio di scenette comiche abbastanza divertenti, soprattutto nelle parti un po’ più cattivelle (mai troppo, per non turbare l’immagine comunque rassicurante, nel suo prevedibile mascalzonismo, di Fabio Volo).

Detto questo, il film è totalmente inutile e inconsistente, di un vuoto disarmante. Storiella d’amore tra due personaggi insopportabili (quello di Fabio Volo non sta zitto un attimo per tutto il film, se non per un paio di sguardi teneroni-ammiccanti ed è supponentemente convinto di poter capire la vita di una persona al primo sguardo, analizzando i dettagli, manco fosse Sherlock Holmes o Tim Roth in Lie to me, quello femminile salvato solo dal fatto di essere interpretato da Isabella Ragonese) di un piatto da lasciare di stucco e priva di ogni sussulto di qualunque genere. Non commuove, non fa ridere, non appassiona. Ogni tanto cita qualche altro film migliore di questo.

La storia si trascina tra qualche finta cattiveria, tante carinerie, situazioni e snodi telefonati e prevedibili, per non parlare della lunga serie di personaggi di contorno che sono per lo più macchiette viste e riviste in mille altri film, il tutto per ricalcare i più ovvi e triti luoghi comuni sull’amore, le gioie e i dolori dell’essere single o in coppia, gli italoamericani, i libri galeotti e sulla magia serendipitesca di New York.

Fabio Volo cerca di fare un po’ lo scapolone alla Hugh Grant di basso profilo, ma in alcune espressioni e modi di parlare è sorprendentemente simile a Renato Pozzetto. Non si capisce mai bene se si prende sul serio oppure no e questa è la sua unica salvezza. C’è anche un cameo di Luciana Littizzetto, che dovrebbe far ridere perché dice una parolaccia.

Tante battute pronunciate dando di gomito allo spettatore, tante frasi che si vorrebbero a effetto (e per la verità, la gente in sala ridacchia, quindi forse sono io che non capisco), tanti sguardi da orsacchiotto-cucciolone-malandrino. Poco cinema.

Come si possa trovare nella selezione del Torino Film Festival è un mistero. Molto probabilmente sarà un successo.

Voto Fulvio: 4

Il giorno in più (Italia, 2011 – commedia – 111′), di Massimo Venier, con Fabio Volo, Isabella Ragonese, Pietro Ragusa, Camilla Filippi, Stefania Sandrelli, Lino Toffolo, Roberto Citran. Dal 2 dicembre nei cinema, ecco il trailer.

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