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Benvenuti al Nord con Claudio Bisio: la recensione in anteprima

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pubblicato 18 Gennaio 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 04:55

Ti piace vincere facile? Il tormentone di uno fra gli spot più trasmessi negli ulltimi mesi sulle reti televisive italiane si potrebbe facilmente applicare a progetto di Benvenuti al Nord, attesissimo seguito/fotocopia in negativo del successo di Benvenuti al Sud che lo scorso anno ha sbancato i botteghini italiani. Ritroviamo, alcuni mesi dopo le vicende del primo episodio, il brianzolo Alberto Colombo che da finto disabile è diventato un impiegato delle Poste modello. Dopo un soggiorno forzato nella cittadina di San Marco di Castellabate, nel profondo salernitano, Colombo ha finalmente ottenuto la sospirata promozione che lo vede diventare direttore di una filiale milanese delle Poste.

Adesso però nemmeno Milano, col il suo traffico e l’aria inquinata, sembra andare bene per la moglie di Colombo che vuole a tutti i costi una seconda casa in montagna dove passare i weekend con il piccolo di famiglia. La crisi è dietro l’angolo quando a Colombo viene proposto di gestire un progetto innovativo che punta a sveltire e ottimizzare il lavoro dei suoi dipendenti. A Castellabate però nemmeno Mattia, il pigro e indolente postino del primo episodio, riesce a vivere in pace. La moglie Maria lo accusa continuamente di essere un immaturo, incapace di prendersi le proprie responsabilità. Una serie di circostanze conducono Mattia al nord, nella “fredda e inospitale” Milano, alle dipendenze di Angelo. L’impatto è drammatico, ma l’operosità dei colleghi milanesi riesce a contagiare Mattia facendolo diventare un esempio per tutti, ma i suoi guai e quelli di Alberto non sono certo finiti…

Si vince facile con una commedia come Benvenuti al Nord, che ripropone un modello (ribaltando la prospettiva dei pregiudizi da sud a nord) che a sua volta era già la copia riveduta e corretta di Giù al Nord, commedia campione di incassi in Francia del 2007. La sceneggiatura firmata da Luca Miniero e Fabio Bonifacci offre pane per i denti dei due protagonisti, perfettamente immersi nei loro cliché regionalistici, il lombardo Claudio Bisio e il partenopeo Alessandro Siani, ma soprattutto gli ottimi comprimari (su tutti Paolo Rossi in versione Marchionne e Anna Finocchiaro, antipatica come moglie ma strepitosa nei panni della vecchia suocera), realizzando un commedia che regala quasi due ore di intrattenimento leggero, che però regalano poco di nuovo rispetto al già visto e già sentito. Il ribaltamento dei ruoli tra nord e sud è nuovamente occasione per mettere alla berlina gli stereotipi che ancora esistono e permeano l’immaginario collettivo. Milano, la capitale del nord è il luogo del lavoro, della nebbia, della fretta dei sentimenti freddi e dei rapporti sbrigativi, ovviamente ciascuno di questi pregiudizi avrà modo di essere confutati.


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Il cinema è il nuovo focolare domestico, niente di male quindi a raccontare sempre la stessa storia purché i pargoli siano disposti a stare ad ascoltarla (e a pagare i soldi del biglietto). Piace però che una volta tanto le differenze regionalistiche, i cliché e gli stereotipi servano per unire piuttosto che a dividere, per creare un ponte piuttosto che allargare divari esistenti. Che il Nord e il Sud riescano a fondere le loro anime in un unico spirito comune, mentre purtroppo le cronache spesso ci dimostrano il contrario.

Benvenuti al Nord segna un ulteriore passo avanti nella storia delle sponsorizzazioni cinematografiche, ancora più dell’episodio precedente il marchio “mecenate” del film è presente e incombente con un messaggio piuttosto chiaro (forse l’elemento più interessante del film), rispetto a un modello di rigorosa efficienza (il progetto Erpes) le Poste Italiane si presentano come una società fatta di persone, non di macchine, disposte a “perdere” parte del loro tempo in chiacchiere pur di mantenere un certo rapporto umano con la propria clientela.

Il passaggio di consegne alla sceneggiatura tra Massimo Gaudioso e Fabio Bonifacci non ha certo influito sullo spirito della commedia di Luca Miniero, che necessariamente rivolge tutta la sua reverenza al principe De Curtis di Totò, Peppino e la Malafemmina il cui spirito viene rievocato spesso sebbene il tentativo sia quello di non citare in modo esplicito il capolavoro di Camillo Mastrocinque del 1956 (cosa già fatta nel teaser trailer, per altro). Siamo però ben lontani dai quel gioiello inarrivabile.

Da un film come Benvenuti al Nord, lo scrivo da milanese, ci si sarebbe aspettati una presenza maggiore della città di Milano. L’ambiente urbano può facilmente trasformarsi da semplice location a protagonista di una storia, ma il gioco di scovare location sorprendenti per offrire un punto di vista diverso da quello delle cartoline non è stato approfondito. Il lato bello di Milano è quello che ci si aspetta, poco sorprendente, forse più adatto all’immaginario di chi non conosce la metropoli lombarda se non attraverso quello che i media mostrano solitamente (il Duomo, i Navigli i nuovi grattacieli), insomma non è la Milano che lascia a bocca aperta come quella descritta da Salvatores nel suo Happy Family. Peccato.

Benvenuti al Nord (commedia, Italia, 110 min) Regia di Luca Miniero, con Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini, Nando Paone, Giacomo Rizzo, Nunzia Schiano, Fulvio Falzarano, Salvatore Misticone, Paolo Rossi, Ippolita Baldini, Francesco Brandi, Francesco Migliaccio, Alessandro Vighi, Gianmarco Pozzoli

Voto di Carlo: 6,5

Benvenuti al Nord sarà distribuito da Medusa a partire da mercoledì 18 gennaio 2012. Qui potete vedere il trailer.