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La pellicola in celluloide andrà il pensione a partire dal 2013

Un recente report ci informa che la pellicola in celluloide si avvia alla sua inesorabile “estinzione”. Entro il 2015 tutti gli studi cinematografici l’avranno definitivamente abbandonata

pubblicato 12 Giugno 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 00:41

A quanto pare l’annoso dibattito tra pellicola e digitale si avvia al termine. Stando ad un report di IHS Screen Digest (via Ars Technica), compagnia specializzata nel vaglio delle tendenze in ambito di media digitali, gli studi cinematografici cesseranno di produrre pellicole 35mm per i mercati principali entro la fine del 2013. Previsione netta ed inequivocabile questa, che rincara la dose fissando la definitiva dipartita della pellicola in tutto il mondo entro il 2015.

Il tutto, manco a dirlo, a vantaggio dei supporti digitali, che diverranno lo standard. Su queste pagine ne avevamo già parlato qualche mese fa, allorquando la Kodak dichiarò bancarotta. Anche in quell’occasione paventammo un futuro, molto prossimo, in cui pressoché tutti i film sarebbero stati girati facendo a meno della pellicola. Alla base di quello che oramai da tempo è considerato un avvicendamento “obbligato” ci sarebbe il dispendio, sia in termini logistici che (soprattutto) economici, che la pellicola comporta. Nulla a che vedere con la praticità ed i costi risibili di un qualunque supporto di archiviazione digitale, insomma.

Tuttavia tale svolta epocale giunge non senza aloni di scetticismo. Fondati a nostro parere, essenzialmente per due motivi. Il primo, più importante, riguarda l’affidabilità di questi supporti di memorizzazione. Come tutti sanno, per cancellare un qualunque dato su una qualunque memoria basta praticamente un click. A questo si aggiungono i dubbi inerenti alla totale mancanza di un supporto che fisicamente “conservi” il materiale: la pellicola, come ogni cosa, col tempo si usura… ma dei dati invisibili e immateriali quale garanzia assicurano a lungo termine?

In secondo luogo, fa notare un altro report, circa il 10% delle sale americane potrebbero essere costrette a chiudere per via dei costi. Se, infatti, produrre un film facendo a meno della pellicola comporta dei benefici immediati piuttosto evidenti, per gli esercenti sarebbe tutto il contrario. Adeguarsi al nuovo standard imporrebbe anzitutto l’acquisto di appositi proiettori, i cui costi variano dai 70 ai 100 mila dollari. In pratica per loro sarebbe come avviare una nuova, esosa attività. A parte certe grosse compagnie proprietarie di cinema multisala, quanti saranno in condizione di “aggiornarsi” in tutto il globo?