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Dancing With Maria: Recensione in Anteprima

Venezia 2014 | la mitologica Maria Fux protagonista dell’unico documentario italiano in Concorso nella sezione La Settimana della Critica

pubblicato 1 Settembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 22:39

Arzilla e infaticabile 92enne, Maria Fux è una sorta di ‘mito’ della danza argentina. Un monolite alla Carla Fracci, per intenderci, sbarcato al Festival di Venezia grazie all’italiano Dancing with Maria, primo documentario della storia nella sezione La settimana della Critica. Ovazione a fine proiezione, con lunghi applausi in arrivo probabilmente da chi già conosceva la storia della Fux e soprattutto la sua ‘famosa’ danzaterapia.

Il documentario diretto da Ivan Gergolet è infatti una sorta di ibrido di genere. Non è un biopic ne’ un lungo omaggio storico alla quasi centenaria danzatrice, bensì un punto di vista ad ampio raggio su quella che è la sua arte. Attraverso le parole della stessa Fux, adorabile alla vista in quanto sempre sorridente, saggia e pronta a ballare dinanzi ai propri allievi, e soprattutto di chi per anni ha seguito i suoi insegnamenti, Gergolet ha provato a ‘spiegare’ l’idea di danza di Maria. Chiunque può infatti cavalcare il ‘metodo Fux’. Che tu sia cieco o sordo, su una carrozzina o con le stampelle, giovane o vecchio, magro oppure obeso.

L’importante sarà ‘vedere’ la musica, essere in simbiosi con lei. Toccarla con mano. Sentirla al tatto e non solo all’udito. Perché si può ballare anche in silenzio. Il movimento del corpo e degli arti dovrà arrivare dall’interno. L’alunno sarà così portato alla scoperta del gesto sincero, quasi naturale. Nessuna coreografia da imparare, bensì un puro e semplice benessere psicologico da incontrare, insieme all’integrazione sociale che andrà a comprendere anche soggetti normodotati e portatori di handicap. 70 anni di insegnamento hanno reso la Fux un’autentica icona per chi pratica i suoi insegnamenti, se non fosse che il documentario di Ivan Gergolet sia troppo statico per suscitare quell’onda chiamata movimento ritmico che sarebbe stata ben accetta anche da parte dello spettatore cinematografico.

Gli alunni incrociati dal regista si dilungano nel motivare il perché Maria sia speciale, se non fosse che la danzaterapia stessa venga in qualche modo ‘limitata’. Maggiore attenzione visiva nei confronti di questa curiosa e famosa tecnica sarebbe stata cosa buona e giusta, con la stessa Fux ultima ‘allieva speciale’ della scuola. Questo perché a 92 anni d’età i limiti fisici da superare per poter ‘danzare’ sono enormi, eppure la meravigliosa e propositiva Maria non vuole conoscere pause ne’ opposizioni di alcun tipo. La vediamo quindi insegnare e ballare, allenarsi e sbuffare dalla fatica, piegarsi e diffondere saggezza. Verità ancora oggi quotidiane di una donna straordinaria, a cui l’empatico Dancing with Maria avrebbe dovuto saper rispondere con un maggior senso del ritmo, abbandonando quell’immobilismo registico a lungo andare soporifero. Perché se la musica va ‘vista e toccata’, Fux docet, in questo caso è stata a malapena percepita.

Voto di Federico: 5,5
Dancing With Maria (documentario, 2014, Italia, Argentina, Slovenia) di Ivan Gergolet; con Maria Fux, Martina Serban, Maria José Vexenat, Marcos Ruiz, Macarena Battista

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