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Big Hero 6: presentato in Italia il prossimo film Disney

Disney Italia presenta a Milano il prossimo film d’animazione Disney, Big Hero 6. Noi c’eravamo e questo è il nostro breve resoconto

pubblicato 16 Settembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 22:09

Nella giornata di ieri noi di Cineblog, insieme ad altri colleghi, abbiamo avuto l’occasione di “testare” all’incirca 18 minuti di Big Hero 6, prossimo film Disney in uscita nelle nostre sale il 18 dicembre – non più il 25, come precedentemente annunciato. Progetto che arriva immediatamente dopo il fenomeno Frozen, anche se il produttore Roy Salvatore Conli (vero nome Coniglione, di chiare origini italiane, sicule per la precisione. Ma come dice lui, gli americani hanno il vizio di accorciare ogni cosa) ammette che la pressione è dalla loro parte: «meglio arrivare dopo un successo di questo tipo anziché no».

Prima di procedere alle danze, ecco arrivare il corto Feast: protagonista un cagnolino vorace che non tollera cibo per cani e verdure. La tecnica adoperata è simile a quella vista in Paperman, primo corto della Walt Disney che risale a due anni fa. In questo caso si è cercato di portare avanti, tecnologicamente parlando, il discorso aperto nel 2012, ci dice Conli, «anche per capire quanto il tutto sia applicabile ad un lungometraggio». Abbiamo chiesto lumi a riguardo, ma il produttore ha cordialmente dribblato le nostre domande sia perché non se n’è occupato in prima persona, sia perché evidentemente non era il caso di sbottonarsi troppo. Ciò che abbiamo ottenuto è che dal punto di vista tecnico si tratta del medesimo lavoro, con in più la colorazione. Oltre che cordiale, il buon Roy è anche simpatico.

Big Hero 6 invece non è che il primo esperimento post-acquisizione tra l’universo Marvel e quello Disney. Mash-up analoghi, per così dire, nel recente passato hanno riscosso non pochi consensi. Su tutti il fenomeno videoludico Kingdom Hearts, nato dall’incontro tra la nota software house nipponica Square Enix e Disney, per l’appunto. Un’operazione che ovviamente tra queste mura si muoverà in maniera leggermente diversa, ma non meno attenta a preservare entrambe le fonti di ispirazione.

Basti pensare alla location scelta per questo 54° classico della Disney, ossia San Fransokyo, chiaro mix di San Francisco e Tokyo (di nome e di fatto) volto a legittimare a priori certi elementi chiave. Per esempio, è stata ferma volontà degli autori evitare New York, città sin troppo affine a Marvel, optando per un’altrettanto caratteristica metropoli della costa opposta. La San Fransokyo di Big Hero 6 è stata concepita come un’unione quanto più bilanciata tra la città americana e quella giapponese, sebbene il risultato tenda ad esasperare le peculiarità di ciascuna di esse. Per riuscirci lo studio si è servito del CityEngine, software di modeling grazie al quale sono state infilate nel film all’incirca 80 mila edifici reali.

Tornando a bomba proprio sulla trama del film, il protagonista sarà Hiro, o forse sarebbe meglio dire che saranno sia quest’ultimo che Baymax, un robot soccorritore iper-tecnologico. Costruito dal fratello di Hiro, Tadashi, Baymax si appresta ad essere un potenziale concorrente dei personaggi più amabili sfornati negli ultimi anni dalla casa di Mickey Mouse. Non intendiamo scomodare altri nomi (anche se per riflesso incondizionato viene in mente Wall-E), ma vi possiamo assicurare che Baymax ha le carte in regola per fare breccia; tutto dipenderà, manco a dirlo, da come il film sarà accolto.

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Big Hero 6, per stessa ammissione di Conli, rappresenta una fusione di elementi contrastanti, e a più livelli: Marvel/Disney, umani/robot, occidente/oriente e via discorrendo. Il fulcro sta nel rapporto tra Hiro e Baymax, ed in come quest’ultimo aiuta a il ragazzino a superare un lutto che lo ha segnato. In tal senso si tratta di un film sulla perdita, tematica che potrebbe rivelarsi alquanto interessante unitamente al contesto. I registi, Don Hall e Chris Williams, hanno cercato di trovare il giusto equilibrio tra azione, commedia e sentimenti. E se in relazione a quest’ultimi non abbiamo modo di proferirci, quanto alle prime due qualcosa possiamo già dirla, dato che le clip a cui abbiamo assistito sono piene zeppe di momenti esilaranti, tutti facenti capo a Baymax, che è il classico gigante buono piuttosto che un goffo o buffonesco comprimario – coccoloso e di gomma, il che è di per sé atipico per un robot, anche se la scelta del rivestimento un senso ce l’ha eccome.

Ai Fall Out Boy è toccato invece occuparsi del brano del film, che ricorre in una scena specifica, ossia quella in cui i vari protagonisti prendono possesso delle rispettive armature. Proprio questa scena ci è sembrata una delle più indicative in merito al tenore del progetto: contempla praticamente tutte le vocazioni sopracitate, alla luce di una serie di intuizioni interessanti, buon ritmo e qualche sano sorriso. Un progetto che, insomma, sulla carta si presenta piuttosto bene. E pensare che quando Big Hero 6 fu proposto a Lasseter l’idea era di ricavarne un corto; fu il direttore creativo dei Walt Disney Studios a suggerire di farne qualcosa di più grande.

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Ed infatti Big Hero 6 si presenta come un’accattivante avventura il cui incipit di certo incuriosisce: da robot-infermiere qual è, Baymax viene “aggiornato” con una serie di stili di combattimento, infilato in un’armatura super-accessoriata (con tanto di propulsori à la Iron Man) e pronto all’impresa. Impresa che vede lui e Hiro, aiutati da alcuni stravaganti amici, scoprire chi c’è dietro l’incidente in cui ha perso la vita un caro del giovane Hiro, episodio scatenante dell’intera vicenda. Ma soprattutto perché. Tuttavia, non teniamolo per noi, finora è Baymax il vero motivo per cui correremo a vederlo. E già da ora sappiamo che, se non irresistibile, sarà comunque difficile restargli indifferenti.

Per ciò che rimane, non resta che fidarsi di Conli, il quale promette già da ora un film in linea con la filosofia Disney, incentrato sui personaggi, attento alle emozioni (di svariati tipi). Abbiamo preferito glissare sulle clip mostrateci, anche sotto spoiler, perché ci pare opportuno che siate voi a scartare questo regalo per il prossimo Natale da parte di Disney. L’esperimento è senz’altro interessante, tanto che Conli, incalzato sulla possibilità di assistere ad ulteriori progetti-fusione di questo tipo (visto il numero di acquisizioni da parte di Disney, le opportunità non mancano), ha risposto semplicemente: «se qualcuno dovesse tirar fuori una bella idea, con una bella storia, perché no?».

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