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Lucy di Luc Besson: Recensione in Anteprima

Tanto X-Men quanto Dio. Scarlett Johansson ‘mutante’ sci-fi in Lucy

pubblicato 16 Settembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 22:07

Luc Besson e la fantascienza. E’ il 1983 quando un giovanissimo regista francese fa il suo debutto cinematografico con un film ambientato in un futuro apocalittico, Le dernier combat il titolo, per poi replicare il tutto 14 anni dopo con Il quinto elemento. Uno dei classici di Besson insieme a Leon e Nikita. Un titolo con un divo dell’action a stelle e strisce nel cast, Bruce Willis, e una giovane modella che negli anni a venire diverrà non solo la sua fidanzata ma una star dell’action, Milla Jovovich. La pellicola incassa 263,920,180 dollari in tutto il mondo. Esplode una stella sul suolo americano, incapace però di replicare quell’inimmaginabile successo nei successivi 17 anni. Fino al 2014.

Perché il ritorno al genere fantascienza di Besson ha folgorato i botteghini di mezzo mondo. Lucy, costato 40 milioni e interpretato da Scarlett Johansson, di dollari ne ha incassati 354,493,195. Un’enormità che quasi sicuramente neanche in casa Universal si aspettavano. Per riuscire nell’impresa Besson ha come al suo solito sceneggiato la pellicola, prendendo non poco spunto dall’ottimo Limitless di Neil Burger, uscito nel 2011, nato dal romanzo Territori oscuri di Alan Glynn ed interpretato da Bradley Cooper.

Cosa succederebbe, infatti, se riuscissimo a sfruttare il 100% delle nostre capacità intellettive, utilizzando automaticamente il 100% del nostro cervello? 3 anni fa fu una ‘pillola’ ad aiutare la coppia Burger/Cooper a scovare un’ipotetica risposta, mentre in questo caso Besson si è affidato ad una droga in polvere, tipo cocaina, dal colore blu come cristalli e di una potenza disarmante. Una sorta di bomba atomica in grado di stravolgere l’esistenza di chi l’assume. Le somiglianze tra i due titoli, va detto, si fermano qui. Perché se Burger aveva dato vita ad un trip cinematografico di tutto rispetto, Besson ha con vigore cavalcato la strada della fantascienza dura e pura. Elemento fondamentale e da non dimenticare, mai, perché è il ‘genere’ in questo caso a fare la differenza. Gli eccessi a tratti ridicoli sbandierati dal regista francese vengono in qualche modo ‘giustificati’ da quel vestito ‘fantascientifico’ in cui tutto o quasi è permesso. Almeno in teoria, perché in pratica si scivola più e più volte. Pro e contro di una pellicola che deraglia nel momento stesso in cui prova a darsi una credibilità scientifica, volando oltre i propri limiti di scrittura.

L’inizio, va detto, è folgorante. Scarlett Johansson è Lucy, fascinosa ragazza che si trova di fronte ad un hotel di lusso al fianco di un uomo, che da circa una settimana frequenta assiduamente. Lucy vuole tornare a casa, perché deve preparare un esame universitario. Ma lui ha bisogno di un favore. Lei si nega. Lui le ricorda come la prima donna apparsa sulla Terra, milioni e milioni di anni fa, si chiamasse proprio Lucy. Lei ride. Si volta per andarsene ma qualcosa la blocca. E’ una manetta. L’uomo le ha ammanettato una valigia al polso. Ora Lucy è ‘costretta’ ad entrare in quell’hotel e a portare a termine il favore da lui richiesto. E’ furiosa e riluttante. Ma non ha altra scelta. Lucy varca la soglia dell’ingresso. Colei che ne uscirà sarà un’altra donna. Un’altra Lucy…

Immagini documentaristiche che ‘anticipano’ e/o ‘commentano’ quel che stiamo vedendo. O ascoltando. Besson ce le mostra, dando vita ad un’idea simpatica e intrigante che porterà avanti più o meno per l’intero arco della pellicola. Prima la ‘preda’ cacciata dal ‘predatore’. Poi una stampella visiva per rendere più fruibile e facilmente intuibile ciò che il ‘dottor’ Morgan Freeman proverà a spiegare ad un’intera platea, ovvero noi, poveri spettatori che dovranno provare a ‘capire’ perché Scarlett Johansson da normalissima studentessa qual era si è tramutata prima in X-Men e poi in Dio.

Le fasi che vedranno l’attrice ‘evolversi’ in qualcosa di disumano vengono esplicitamente mostrate dal regista. 10%. 20%. 30%. 40%. 50%. 60%. 70%. 80%. 90%. 100%. Ovvero la percentuale di neuroni utilizzati dall’uomo, e da Lucy in questo caso. Perché l’uomo medio non va mai oltre il 15%. Lucy arriverà al 100%. Ogni gradino significa poteri maggiori. Dalla telecinesi al volo. Dalla forza disumana all’incapacità di provare dolore. Lucy diventa un cyborg ‘umano’. Privo di emozioni e in grado di far tutto. Una divinità bombardata da una droga che le permette di viaggiare nel tempo, di ricordare il sapore del latte della prima poppata una volta nata, di leggere nelle menti altrui e di sfruttare i collegamenti neurali per sapere tutto di tutti.

Tanta, troppa carne da gestire, cucinare, masticare e digerire in 90 minuti appena di pellicola. Besson ingrana la marcia con velocità supersonica, perché in 24 ore appena il cervello della protagonista assume proporzioni spaventose. A rimetterci è l’ossatura stessa della trama, forzatamente imboccata e troppe volte frenata da eccessi paradossali. Immancabili alcuni punti fermi del regista francese, vedi la corsa mozzafiato tra le strade di Parigi, contromano e diretta con la sua solita maestria, per poi perdersi in pipponi filosofici sull’uomo, sulla natura stessa della vita e sulla (neuro)scienza, come se le tante assurdità seminate lungo l’arco del film meritassero credibili motivazioni. Ed è qui che Besson fallisce. Perché Lucy è tendenzialmente una pellicola stupida, eppure coinvolgente, pop nel dna, splendidamente fotografata e con delle affascinanti trovate estetiche. Ma Luc vuole tramutarla in altro, evolvendola come il cervello della protagonista. E sbaglia. Perché nel momento stesso in cui si prende troppo sul serio, e ahinoi inizia a farlo decisamente presto, Lucy perde la presa della logica. Anche solo fantascientifica. Impossibile soprattutto nella parte finale non pensare al terribile Transcendence di Wally Pfister, al contrario di questo flop di stagione anche perché privo di quel ritmo di regia a cui Besson ci ha più volte abituato. E qui riproposto in più punti, ma con dei limiti narrativi spaventosi e a lungo andare inammissibili.

Voto di Federico: 5
Lucy (2014, fantascienza, Usa, Francia, azione) di Luc Besson; con Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Amr Waked, Min-sik Choi, Pilou Asbæk, Analeigh Tipton, Mason Lee, Claire Tran, Frédéric Chau, Jan Oliver Schroeder, Yvonne Gradelet, Renaud Cestre, Cedric Chevalme, Paul Chan – uscita giovedì 25 settembre 2014.