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Roma 2014 – La prochaine fois je viserai le coeur – Recensione in Anteprima

Guillaume Canet nei panni del folle omicida che sconvolse la provincia francese nel 1978. La prochaine fois je viserai le coeur al Festival di Roma

pubblicato 20 Ottobre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 21:14

Giornata ad alta tensione quella vissuta quest’oggi al Festival di Roma. Perché dopo Gone Girl di David Fincher un altro thriller è sbarcato nella Capitale. Ma questa volta in arrivo dalla Francia e ispirato a fatti realmente accaduti tra il 1978 e il 1979. La prochaine fois je viserai le coeur il titolo diretto da Cédric Anger, presentato nella sezione Mondo Genere e in uscita a metà novembre in patria. Interpretato da uno straordinariamente inquietante Guillaume Canet, Next Time I’ll Aim for the Heart ha portato al Festival uno degli inizi più intriganti di questa nona edizione. I primi 10 minuti del film sono semplicemente straordinari.

Un uomo che non vediamo mai in faccia insegue e aggredisce una giovane ragazza in motorino, nel cuore della notte. E’ inverno, c’è la nebbia, le strade di provincia sono deserte. I fari dell’auto si avvicinano sempre più alla giovane, ovviamente impaurita. La macchina prima la sperona e poi la travolge. Non contento l’uomo apre la portiera e spara 3 colpi. E fugge. Stacco. Siamo nell’abitazione del folle assassino. Che si spoglia e va a dormire nudo. Ma non sul letto bensì in una tenda da campeggio. Stacco. L’uomo si veste. Indossa la divisa di Gendarme. Primo piano tanto atteso, è Canet.

Fin qui, come detto, applausi. Partenza tesa come una corda di violino, grazie anche alla fredda fotografia di Thomas Hardmeier e all’angosciante musica di Grégoire Hetzel. Che il Festival abbia trovato il suo capolavoro? Purtroppo no, perché Anger perde smalto con il passare dei minuti. Le donne da assassinare per il pazzo Canet si sommano. Senza logica alcuna le abborda, neanche le sfiora e le uccide a sangue freddo crivellandole di colpi. Per poi gettare i corpi, abbandonare le auto con cui le ‘carica’, far sparire ogni traccia e ovviamente sfidare le forze dell’ordine.

Un gioco al gatto al topo che a lungo andare portò alla rovina il vero Alain Lamare, ex soldato nonché omicida seriale rimasto con la testa ai dolori, alle fatiche, alle regole e alla furia dell’esercito. Perché il Lamare di Canet è masochista. Passa le notti a fustigare il proprio corpo. Con del filo spinato da stringere attorno al braccio, delle vasche piene di ghiaccio in cui fare il bagno e dei ramoscelli con cui colpire violentemente la propria schiena. Canet sa di essere uno psicopatico. E un serial killer. Ne è consapevole, tanto da confessare che mai si fermerà. Continuerà ad uccidere fino a quando non verrà trovato. E ucciso.

Una ricerca che, come detto, si fa quasi surreale nel film di Anger (basti pensare alla scena dell’identikit), che ha ovviamente messo molto di suo all’interno dello script. Fatti realmente accaduti, questo sì, ma come ricordato dai titoli di testa anche molta fantasia per romanzare il tutto ed arrivare ad inquadrare un noir alla ‘Chabrol’, con tutte le differenze del caso. Adrenalinico al punto giusto, La prochaine fois je viserai le coeur vede Canet nuovamente sugli scudi negli abiti di un ‘nuovo’ Norman Bates, in quanto ‘pazzo totale’. Intensa la sua prova d’attore, con occhi diabolici, fisico messo a dura prova, cuore di ghiaccio, misoginia sfacciata e mascella serrata, tra paesaggi mozzafiato per quanto desolati e spaventosi e una regia particolarmente solida, ma anche terribilmente gelida. La tensione esplosiva dei primi minuti va via sempre più scemando, finendo così per raggiungere l’ovvio finale senza particolari ma dovuti sossulti. Un difetto di non poco conto per un noir che tanto meravigliosamente era partito, ingolosendo lo spettatore per poi lasciarlo affamato.

Voto di Federico: 6.5

La prochaine fois je viserai le coeur (Next Time I’ll Aim for the Heart, Francia, 2014, thriller) di Cédric Anger; con Guillaume Canet, Ana Girardot, Arnaud Henriet, Douglas Attal, Jean-Yves Berteloot, Patrick Azam, Alexandre Carrière, Alice de Lecquesaing, Jean-Paul Comart, Laura Giudice

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