Home Festa del Cinema di Roma Roma 2014 – Stonehearst Asylum di Brad Anderson: Recensione in Anteprima

Roma 2014 – Stonehearst Asylum di Brad Anderson: Recensione in Anteprima

13 anni dopo Session 9 Brad Anderson torna in un manicomio con Stonehearst Asylum, titolo ‘gotico’ tratto da uno scritto di Edgar Allan Poe

pubblicato 22 Ottobre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 21:09

Autore di culto ammirato e venerato, l’americano Brad Anderson è sbarcato al Festival Internazionale del Film di Roma con il suo ultimo atteso film, Stonehearst Asylum, tratto da un celebre racconto di Edgar Allan Poe, Il sistema del dr. Catrame e del prof. Piuma, per la prima volta pubblicato nel 1845. Una storia che il celebre poeta dell’orrore visse in prima persona, quando si ritrovò a visitare una casa di cura per malati nel cuore della Francia. Qui, in un’atmosfera decadente, venne accolto da un certo dott. Maillard, poi rivelatosi un paziente ‘ribelle’ che portò i ‘pazzi’ del posto ad un ammutinamento nei confronti del vero direttore e del suo staff, per un mese loro prigionieri.

Anderson, dinanzi ad una storia simile e ad un cast straordinariamente assortito, vedi Kate Beckinsale, Jim Sturgess, Ben Kingsley, Michael Caine, Brendan Gleeson e David Thewlis, avrebbe potuto fare faville. Avrebbe, per l’appunto, perché dopo un intrigante avvio dal taglio giustamente gotico, il regista di Session 9 e L’uomo senza sonno si è lasciato andare ad un evitabile melò, appesantendo un ‘non’ thriller che lentamente perde di tensione e spessore ansiogeno.

Ambientato durante l’ultima settimana del 1899, con un nuovo secolo alle soglie e un mondo, quello della medicina psichiatrica, che nuota nell’orrore di terrificanti torture definite ‘cure’, il film parte con il giovane Edward, medico di Oxford e aspirante psichiatra, far visita allo sperduto Stonehearst Asylum, immerso nel nulla e manicomio più ‘in’ d’Inghilterra, perché con al suo interno i malati di mente più ricchi del Paese. Uomini e donne ‘scaricati’ dalle aristocratiche famiglie perché imbarazzanti alla loro vista. Qui Edward dovrà iniziare l’apprendistato sotto gli ordini del dottor Lamb, che lo accoglie con sentito entusiasmo al suo arrivo. Tra i pazienti della casa di cura spicca la bella Eliza Graves, ricoverata a causa dell’isteria. Ciò che sbalordisce Edward è l’inusuale trattamento riservato dal dottor Lamb ai suoi malati. I celebri e discutibili sistemi medievali della medicina di un tempo, infatti, a Stonehearts non esistono. Lamb lascia liberi i suoi pazienti, assecondando addirittura le loro follie. Avanguardista o pazzo? Domanda che troverà risposta la prima notte, al calar della sera, quando Edward verrà sedotto da strani rumori provenienti dal condotto del suo alloggio. Seguendolo il giovane dottore si ritroverà in un angusto e gelido scantinato. Scoprendo che…

Clamorosamente mai diventato film, se si esclude un corto girato 100 anni fa, Il sistema del dr. Catrame e del prof. Piuma di Edgar Allan Poe avrebbe meritato tutt’altro trattamento dal mondo del cinema contemporaneo. Impossibile non pensare alla tensione emotiva e visiva dello Shutter Island firmato Martin Scorsese, interpretato proprio da quel Ben Kingsley anche in questo caso tra i protagonisti. Peccato che Anderson, già finito in un manicomio con il cult Session 9, abbia deciso di tramutare il romanzo gotico di partenza in un frullato di generi che a fatica si amalgamano, tra stucchevole e ‘folle’ storia d’amore, svolte narrative e autentici freak in costume. Stonehearst Asylum non è un horror nel vero senso del termine così come non è un thriller o un dramma. E’ tutto e il contrario di tutto, con una componente essenziale inizialmente accennata che va sempre più scemando con il passare dei minuti. La suspence. E’ come se in uno dei vostri peggiori incubi Poe incrociasse Cinzia TH Torrini.

Se solo all’apparenza nulla è realmente come sembra, con tutti i personaggi della storia di fatto ‘doppi’ nella loro interpretazione, Stonehearst Asylum gode di ottime intuizioni e straordinarie potenzialità, evidentemente mal sfruttate. L’800 da archiviare e il nuovo secolo da accogliere a braccia aperte; il conflitto medico ed umano tra medicina psichiatrica e i malati di mente, più che curati letteralmente torturati e privati di qualsiasi straccio di dignità; il ruolo del doppio con tutte le sue contraddizioni di genere; il sapore e la giustezza della ribellione; il perdono, la fiducia e la vendetta, sentimenti pronti ad incrociarsi all’ombra di una lampada ad olio.

Registicamente piatto e privo di idee che possano lasciare il segno, anche se aiutato da un impianto scenografico e da una ricostruzione storica di tutto rispetto, il film di Anderson fallisce persino l’appuntamento con i due colpi di scena ‘clou’ dell’intera trama. Solo e soltanto sulla carta ‘spiazzanti’ (e qui si torna a Shutter Island), perché in realtà limitati da una rappresentazione cinematografica inspiegabilmente vuota, a tratti incredibilmente annoiata e nel complesso poco più che mediocre.

Voto di Federico: 4
Stonehearst Asylum (Usa, 2014) di Brad Anderson; con Kate Beckinsale, Jim Sturgess, Ben Kingsley, Michael Caine, Brendan Gleeson, David Thewlis

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