Home Torino Film Festival The Babadook: recensione in anteprima del film horror in concorso a Torino 2014

The Babadook: recensione in anteprima del film horror in concorso a Torino 2014

Torino Film Festival 2014: la maternità è un sacrificio giornaliero, e l’Uomo Nero fa paura oggi come ieri. Bello, davvero femminile e intenso: The Babadook non sarà il vostro horror per fare quattro salti sulla sedia, ma se volete una storia intensa e atmosfere alla Espressionismo Tedesco è il vostro film.

pubblicato 25 Novembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 20:14

Che The Babadook sia diretto da una donna non sorprende affatto: vi sfidiamo a trovare un horror così femminile, e ovviamente anche piuttosto intelligente, tra quelli usciti negli ultimi anni (ma potremmo anche allargarci). Forse solo l’australiana Jennifer Kent, perché donna e perché indipendente, poteva portare sullo schermo una storia del genere.

Se vi aspettate un horror tutto basato sullo spavento state pure alla larga da The Babadook. Volete una definizione più convincente? Osiamo ‘dramma intimo a tinte forti’ (più un paio di balzi sulla sedia che non fanno mica male). Perché è piuttosto palese che alla Kent interessino innanzitutto i personaggi e la trama, punto di partenza per l’atmosfera e la tensione strisciante che vuole creare.

Sette anni dopo la morte violenta del marito, Amelia (Essie Davis) non è ancora riuscita a superare il trauma. A complicare le cose c’è il difficile rapporto con il figlio Samuel, bambino irrequieto tormentato da incubi popolati di creature mostruose. La comparsa in casa di un inquietante libro intitolato The Babadook rende Samuel incontrollabile: per lui il mostro che lo perseguita è proprio il protagonista che dà il nome al libro.

“Ho fatto ancora quel sogno” dice Samuel all’inizio del film, e così si ripete per la donna lo stesso rito di ogni sera: controllare sotto il letto e nell’armadio se c’è l’Uomo Nero. Però quando Samuel legge il libro su Mr. Babadook inizia a crederci in modo davvero convinto, provando anche a convincere gli amici e chi gli sta attorno della sua esistenza. Per Amelia è l’inizio di un vero e proprio incubo.

C’è da dire che Amelia si rivela un po’ insofferente verso il figlio sin dalle primissime scene. Non riesce a trattenere qualche scatto di rabbia improvvisa, anche se il comportamento fuori dalle righe del bimbo non aiuta di certo. Ne combina davvero di ogni colori, con le sue armi create in casa, e ne combina tante persino a scuola. Amelia poi, barcamenandosi tra casa e lavoro in un ospizio, fa quel che può.

Il fine di The Babadook è chiaro e limpido sin da subito. Come ogni horror con qualche pretesa che si rispetti, anche il debutto della Kent è una grande metaforona. Tempo fa Amelia era sposata ed era una scrittrice: ogni non ha più un marito e non scrive più. L’elaborazione del lutto è stata lenta, e la solitudine la sta divorando.

The Babadook è praticamente quasi tutto ambientato nella casa dei protagonisti. La casa ha uno stile che richiama direttamente l’espressionismo tedesco, citato più volte a mani basse. Stile fatto di linee e geometrie, e di bianchi e neri, ben di sposa a scale, specchi e interni delle case che devono incutere un senso di angoscia e paura. Diventa quindi un vero e proprio stato mentale (tra l’altro la regista dev’essersi vista di sicuro Passion di De Palma…).

In questo clima molto minimale s’inseriscono le paure dettate dal Babadook. Notate come le scene più graphic, come la prima apparizione dell’Uomo Nero, sono risolte visivamente in un modo molto “infantile”. Come a dire che le paure saranno pure cambiate rispetto a quando eravamo bambini, ma l’Uomo Nero continua a fare paura allo stesso modo, ieri come oggi. Dalle proprie paure non si fugge mai: bisogna solo imparare a controllarle.

Raccontare troppo di più della trama sarebbe un peccato, perché rovinerebbe l’intensità di una storia piuttosto semplice ma raccontata in modo giusto. Una storia bella e intensa, davvero femminile, in cui la regista ha il coraggio di dire una cosa quasi “scandalosa”: la maternità può essere un vero sacrificio. Perché un figlio è anche una “scommessa” che va vinta giorno dopo giorno…

Voto di Gabriele: 8

Voto di Pietro: 8

Voto di Carla: 8,5

The Babadook (Australia 2014, horror 93′) di Jennifer Kent; con Essie Davis, Noah Wiseman, Daniel Henshall. Dal 15 luglio 2015 al cinema

Torino Film Festival