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Maraviglioso Boccaccio: recensione in anteprima del film dei fratelli Taviani

Con apprezzabile umiltà i fratelli Taviani si cimentano nel Decamerone con Maraviglioso Boccaccio, il quale però manca d’incisività, risolvendosi in una rassegna di volti noti del nostro cinema

pubblicato 21 Febbraio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 17:54

Un gruppo di ragazzi, sette donne e tre uomini, riparano nella campagna toscana per via della peste che miete vittime in quel di Firenze. Siamo metà del ‘300, e questi giovani di rango elevato, insofferenti verso l’alone di morte che copre la loro città, ritengono che non ci sia modo migliore che divertirsi. Per dimenticare, certo, sebbene anche lo svago sia una cosa “seria”. Non a caso i dieci ragazzi impongono al gruppo delle regole: ciascuno racconti una storia, secondo tempi e ritmi opportuni.

I fratelli Taviani decidono perciò di confrontarsi col Decamerone di Boccaccio, tesoro letterario e popolare di quell’Italia che era ancora espressione geografica e nulla più. Un testo spassoso ancora oggi, ancorché pregnante per stile, portata e valore. Senza disattendere il carattere in fin dei conti giocoso con cui il Boccaccio permea il suo racconto, i Taviani decidono a loro volta che il loro film non possa che essere una commedia.

Una di quelle, però, la cui operazione propende per la rassegna dei volti noti. In altre parole, molto si gioca sull’estemporanee apparizioni di una Paola Cortellesi piuttosto che un Kim Rossi Stuart, chiamati non a caso ad interpretare i protagonisti delle storie raccontate dai ragazzi – tra i quali l’unico volto realmente noto è quello della bellissima Miriam Dalmazio. Già dal trailer viene chiarito che si tratta di un ensemble di prim’ordine relativamente al nostro cinema, che chiama a raccolta gli attori e le attrici più in vista.

Scelta interessante, senza dubbio, ma che mostra il fianco ad alcuni problemi. In primis il pericolo che tutto si risolva in niente di più che questo: capire chi interpreta cosa e via. D’altronde non si può negare che le risate più sincere ed “automatiche” si riscontrino proprio in quei passaggi in cui scopriamo uno Stuart nei panni di Calandrino o la Coltellesi piccante badessa di un convento.

In questo senso Maraviglioso Boccaccio resta incastrato a metà strada, ponendosi da un lato come lavoro rigoroso (la fotografia e la messa in scena parlano chiaro), dall’altro come divertissement per un pubblico che, senza certi nomi, e a certe condizioni, a Boccaccio probabilmente non ci si sarebbero avvicinati manco per scherzo. Il che denota un intento ben meritorio, se non fosse che alle intenzioni non seguono dei risultati altrettanto interessanti.

E dire che i Taviani s’industriano a preservare talune componenti dell’opera originale, come il linguaggio sboccato e le situazioni comiche al limite del surreale. Elementi che però non fanno lo stesso effetto che su carta, al di là del contesto storico e letterario, per cui una prosa, alle nostre orecchie, così aulica, suscita ilarità se accostata ad episodi così grotteschi. Ecco, alla trasposizione dei Taviani manca anche questo, il grottesco. Non per mero prurito intellettuale, ché Meraviglioso Boccaccio non ci pare essere il solito pippone anacronistico che rivede un’opera antica sotto la lente di chissà quale ideologia. Solo freddo, asettico, leggermente più del dovuto.

Ci si domanda allora se un prodotto di questo tipo non fosse stato più adatto ad una prima serata su una rete RAI, magari in due tornate, visto tra l’altro che per necessità di starci dentro ai fini della sala il racconto è stato per forza di cose rimaneggiato. Lì, potendo peraltro contare su un pubblico dal bacino più ampio, probabilmente un progetto di questo tipo avrebbe avuto maggior senso. Anche perché i fratelli Taviani si rischia di percepirli per un tipo di cinema che stavolta non hanno proposto; al contrario, Maraviglioso Boccaccio non è opera strettamente d’essai, quantunque ne abbia l’aria.

Ad ogni modo, al di là di simili valutazioni, si tratta di un film generalmente piatto, che purtroppo non regge il passo con le curiose premesse (perché i Taviani che girano il Decamerone da questa parte non ci dispiaceva affatto vederli). Guardandolo da più prospettive, ciò che rimane è quel rigore di cui sopra, per cui scenografie e immagini denotano un gusto ed una ricercatezza a tratti davvero d’impatto. Per il resto risulta difficile trarre qualcosa di altrettanto notevole, o intrigante, laddove la resa generale lascia addirittura un po’ perplessi.

Voto di Antonio: 5

Maraviglioso Boccaccio (Italia, 2015) di Paolo e Vittorio Taviani. Con Lello Arena, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Jasmine Trinca, Josafat Vagni, Eugenia Costantini, Miriam Dalmazio, Fabrizio Falco, Melissa Anna Bartolini, Camilla Diana, Nicolò Diana, Beatrice Fedi, Ilaria Giachi, Barbara Giordano, Rosabel Laurenti Sellers e Niccolò Calvagna. Nelle nostre sale da giovedì 26 febbraio.