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Onde Road: recensione sulla frequenza delle radio libere

Sulla frequenza delle radio libere con la recensione ONDE ROAD di Massimo Ivan Falsetta, al cinema dal 26 marzo 2015

di cuttv
pubblicato 25 Marzo 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 17:12

Sfidando il monopolio delle reti pubbliche nazionali, il 1 gennaio del 1975 una piccola emittente radiofonica emiliana si lanciò alla conquista dell’etere, inaugurando la stagione delle radio libere italiane.

Un fermento culturale di portata rivoluzionaria, pronto a dar voce ai cambiamenti politici, sociali e di costume, in atto negli angoli più insospettabili del paese, soprattuto del ‘nostro’ paese.

Il proliferare di un numero impressionate di radio libere e voci indipendenti che, dalla “liberazione” dell’etere sancita dalla Corte Costituzionale nel 1976, al freno posto dalla legge Mammì (legge 6 agosto 1990, n. 223), con pochi soldi, mezzi e soprattuto in poco tempo, sono riusciti a cambiare i codici espressivi del panorama radiofonico, entrando nel quotidiano di chiunque.


Gli stessi storici speaker Awanagan (Antonio Costantini) e Federico l’Olandese Volante (Friedrick Van Stegeren) cresciuti a Radio Montecarlo che, insieme a colleghi improvvisati, disc-jockey/fruttivendoli e intrattenitori/meccanici, Massimo Ivan Falsetta ha reso protagonisti della sua incursione nostalgicamente retrofuturitica nel fermento radiofonico degli anni ’70 e ’80.

Un docu-film ‘onde road‘ a caccia di frequenze, voci e testimonianze, con l’ambizione di raccontarle cinematograficamente, con la stessa libertà espressiva del palinsesto di una radio libera, mescolando fiction e realtà, una spy story con tanto di “Agente Bi” (Barbara Cambrea, tra i punti deboli del film) a digressioni allucinate, macchine d’epoca e astronavi ferme di alieni con la faccia di Fabrice Quagliotti dei Rockets, artefici di una colonna sonora che forse non rende al meglio la varietà del fermento musicale dell’epoca.

Onde Road

La fantomatica ricerca della voce pirata (Francesca Zavettieri) che inonda le frequenze nazionali con materiale di repertorio delle vecchie antenne libere, dopo che il romantico terrorista dell’etere Awanagana, citando il personaggio del mitico White Pop Jesus di Luigi Petrini, blocca le frequenze moderne. Una ricerca elevata a punto di sutura per le testimonianze di chi la stagione delle radio libera l’ha vissuta sul serio.

Un viaggio di sola andata che il regista e sceneggiatore di Catanzaro, vincitore di un bando della Regione Calabria per il finanziamento di progetti inerenti alle radio libere (a 40 anni dalla loro nascita), ha deciso di spingere e concentrare sulla regione che si fatica a immaginare libera da qualsiasi forma di potere, ma forse anche per questo è stata ricca di pirati dell’etere.

La Calabria dove gli speaker radiofonici contano anche il fratello maggiore di Massimo Ivan Falsetta, le storie di Radio Talpa, Radio Elle, Radio Antenna 1 Rossano o Radio Valentina, emergono dalle indagini dell’agente nell’ambiente degli speaker dell’epoca e il ritratto appassionato di un epoca ha smarrito il confine tra realtà e finzione.

Onde Road

Un viaggio in un’epoca affascinante anche per chi non l’ha vissuta, animato da ottime intenzioni, effetti speciali, momenti di notevole fascino e un’autonomia produttiva che purtroppo non riesce a soddisfare l’ambizione di liberare la messa in scena cinematografica da meccanismi imprenscindibili, come hanno fatto le radio negli anni ’70 e ’80, anche nell’insospettabile Calabria di Massimo Ivan Falsetta.

La prima uscita di primavera nelle sale del circuito di Distribuzione Indipendente, da giovedì 26 marzo 2015.

Voto di Cut-tv’s: 6½

Onde Road (Italia, 150′) di Massimo Ivan Falsetta, con Awanagana (terrorista), Federico l’Olandese Volante (il Capo), Barbara Cambrea (l’agente Barbara Bi), Francesca Zavettieri (La Speaker), Fabrice Quagliotti (Rockets, l’alieno), Battaglia e Miseferi (indiziati), Paolo Pasquali (Doctor Vintage). Al cinema dal 26 marzo 2015.

ONDE ROAD poster