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The fighters – Addestramento di vita: il trailer italiano del film di Thomas Cailley

Arriva in Italia, dopo il successo a Cannes, il film “The fighters – Addestramento di vita”

di carla
pubblicato 15 Aprile 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 16:42

Uscirà domani 16 aprile il film drammatico francese The fighters – Addestramento di vita (in originale “Les Combattants”) diretto da Thomas Cailley ed interpretato da Adele Haenel, Kevin Azais, Antoine Laurent, Brigitte Rouan, William Lebghil, Thibaut Berducat, Nicolas Wanczycki, Frederic Pellegeay, Steve Tientcheu, Franc Bruneau. Qui sopra potete vedere il trailer italiano, qui sotto leggiamo insieme la trama ufficiale:

Tra gli amici e l’azienda di famiglia, l’estate di Arnaud si preannuncia tranquilla fino al momento in cui incontra Madeleine, tanto bella quanto fragile e appassionata di allenamenti estremi e profezie catastrofiche. Arnaud non si aspetta nulla mentre Madeleine si sta preparando al peggio e alla fine del mondo. Tra i due, nasce una storia d’amore e di sopravvivenza (o entrambe…), fuori da ogni canone prestabilito.

Il film ha vinto tre premi alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes (Label Europa Cinemas, SACD, Art Cinéma Award), il Prix Louis Delluc dell’opera prima, tre César 2015 come Miglior Attrice a Adèle Haenel e Miglior Giovane Attore a Kevin Anais e Miglior Opera Prima.

Estratto dall’intervista con Thomas Cailley

La cosa più eccitante di The Fighters è l’intreccio che si crea tra l’ambientazione e i personaggi. La natura sembra essere stata la tua più grande ispirazione. Il personaggio di Madeleine sembra essere stato scritto specialmente per Adèle Haenel.
Sono cresciuto ad Aquitaine (Francia) e ho sempre voluto girare un film nella regione delle Lande, con le sue grandi foresti e laghi. Questa campagna apparentemente pacifica è spesso colpita da disastri naturali, come tempeste invernali e incendi estivi. Questo è stato il mio punto di partenza: l’idea di una campagna tranquilla con un lago calmo improvvisamente colpito da un tifone. Questo tipo di collisione, lo scontrarsi di due elementi contrapposti, è la visione che ho del rapporto tra Arnaud e Madeleine. Da quello ho immaginato il percorso di crescita di questi due personaggi così diversi e dalle personalità opposte, che alla fine si uniscono. Adéle Haenel è stata la prima attrice a cui sia Stéphane Batut, la direttrice del casting, sia io, abbiamo pensato per il ruolo. Adéle ha un’intensità, un qualcosa di speciale che è difficile da definire, oltre ad essere una straordinaria atleta. La forza del personaggio viene dal fatto che non lascia alcuno spazio tra l’agire e il fare. Non si ferma a riflettere. Se qualcosa non le piace, lo attacca. Se cerca il perdono, lo fa sempre in maniera distaccata.

E Arnaud? I tuoi personaggi si evolvono nel corso del film; sembra di vederli crescere.
Le qualità di Arnaud sono meno evidenti, specialmente all’inizio del film. Ciò che mi piace di lui è il suo affrontare gli eventi mano a mano che accadono e il fatto che si dimostri aperto a tutto. Arnaud è una persona senza maschere. Non giudica gli altri. Lui, osservando Madeleine, ne rimane ammaliato e lei lo spinge a essere responsabile, gli dona la forza necessaria a smuoverlo dalla sua inerzia. La forza dietro lo sguardo di Kevin Azïas mi ha colpito. Sia la sua presenza scenica che il suo sguardo hanno una forza innata che vengono catturati facilmente dalla telecamera. Per la sceneggiatura, abbiamo deciso che il personaggio di Arnaud necessitasse di essere il più cinematografico possibile. In altre parole, quello che vedi di lui all’inizio del film è lo specchio di quello che diventerà; sai che evolverà, i suoi tratti diventeranno man mano più definiti e si trasformerà in un vero eroe cinematografico. La storia, però, non riguarda l’aspetto psicologico dei protagonisti. Per Arnaud e Madeleine è tutto concentrato sull’agire, il progresso e l’invenzione. Sono costantemente in movimento. Da qui il titolo The Fighters (Combattenti). Ogni esperienza che vivono è un tassello della loro crescita, che sia combattere, arruolarsi nell’esercito o mangiare una volpe. Ma queste esperienze hanno anche un valore condiviso. La logica dell’azione è il loro piccolo gioco che rafforza la loro relazione e la rende unica.

A un certo punto, comunque, smettono di agire. Sembra che il film sia stato girato in ordine cronologico.
Penso che questo avvenga quando i protagonisti arrivano alla fine della loro avventura, e la loro esperienza di sopravvivenza non sarebbe completa senza il confrontarsi con il vuoto. Ho cercato di strutturare la storia come un viaggio, partendo dal resort sul lungomare, passando per la strana comunità dell’esercito e, infine, il ritorno alla natura. Per arrendersi l’uno all’altro, si devono annullare. Questo era uno degli obiettivi chiave che avevamo Pierre Guyard, il mio produttore, e io. È risultata essere la soluzione migliore, perché in sette settimane di riprese, un sacco di cosa sono cambiate a livello umano. Questo è stato accentuato dal fatto che abbiamo girato in aree remote che hanno creato un senso di isolamento. All’inizio del film, la distanza tra Arnaud e Madeleine è un abisso. Loro crescono insieme, molto gradualmente, così che la progressione del film sarebbe stata distorta se avessimo filmato nell’ordine sbagliato. Ero veramente interessato a vedere come si sarebbero contaminati a vicenda, e come l’onnipresente desiderio l’uno per l’altro potesse causare loro di diventare l’altra persona.

Questo film si confronta con la finzione e con la fantasia come se fossero elementi necessari della vita. Il modo in cui viene rappresentato l’esercito è veramente unico, con humor privo di stereotipi e caricature.
Da quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura, volevo creare la storia di Arnaud e Madeleine come un viaggio dalla realtà alla fantasia. Il film inizia dal punto di vista di Arnaud, mostrando il suo ambiente e tutto quello che comprende la realtà della sua giornata. Madeleine appare dal nulla, come una meteora che precipita nel quartiere. Lei porta la finzione nella storia; velocizza il tempo e mette le cose in movimento. La nostra prospettiva cambia rapidamente dal mondo di Arnaud a quello di Madeleine, il mondo che lei sogna (l’esercito), e che si dimostra essere deludente appena lei rigetta ogni valore che quello rappresenta. In sostanza, nulla succede secondo i loro piani. L’esercito non è il soggetto del film; è più un qualcosa che sta sullo sfondo. La cosa che mi è sembrata più interessante era l’esercito come promessa di avventura, azione e la possibilità di superare i propri limiti, cose queste che attirano le giovani reclute e rivela la loro nascosta crisi esistenziale. Mi sono sottoposto a un addestramento militare mentre scrivevo il film, e questo ha ispirato direttamente scene e personaggi del film. Quello che mi ha colpito, e spesso divertito, è stata la discrepanza tra le aspettative e le fantasie da guerriero dei giovani, e la realtà dell’esercito.

C’è un sacco di humor nel film. La commedia riduce costantemente la distanza tra il pubblico e i personaggi, nonostante alcuni dialoghi e situazioni siano al limite del surreale. Durante il tuo film, la luce sembra seguire il percorso dei personaggi.
La commedia spesso sottintende che il pubblico sarà lontano dall’oggetto dello humor. Non mi piace questa definizione, perché suggerisce che possiamo ridere di personaggi in una maniera accondiscendente, senza empatia. Io credo che la commedia possa, al contrario, essere un modo per ridurre quella distanza e dare l’opportunità di condividere qualcosa con i personaggi. Nella scena della barca, Arnaud e Madeleine, sono piccole silhouette nel mezzo di un grandissimo lago e, nonostante questo, capiamo quello che stanno facendo. La macchina da presa è lontana 500 metri ma ci sembra di essere con loro sulla barca. Questo è il sentimento che mi piace, quando la commedia immerge il pubblico nella storia, crea un’intimità con i personaggi. Condividiamo i loro rituali, le loro fantasie e le cose in cui credono. Il montatore, Lilian Corbeille, e io abbiamo spinto questa idea facendo rimbalzare avanti e indietro le scene tra di loro, per introdurre gradualmente lo spettatore nel modo di pensare di Arnaud e Madeleine. Ho fatto un sacco di lavoro preparatorio con il direttore della fotografia, mio fratello David Cailley. Il film vuole mostrare il viaggio di due personaggi, e noi volevamo che anche la luce lo mostrasse. All’inizio del film, i toni blu sono prevalenti e sono abbastanza freddi; nella seconda parte, invece, note di giallo si mischiano al blu, rimandando al verde dell’esercito, con toni neri e marroni gettati nel mix. La luce inizia gradualmente a scaldarsi. Poi la luce gialla viene enfatizzata maggiormente nella terza parte nella foresta. Qui il verde diventa più accesso, il fiume diventa quasi dorato, come il corpo dei personaggi, e le notti sono illuminate dall’arancione dei falò.

Hai anche usato uno specifico tipo di musica. Come hai lavorato a questo? L’inaspettata piega che prende la trama alla fine del film lo porta ad essere quasi un disaster-movie.
Non volevo usare una musica che fosse “dentro” al film, che riflettesse le sensazioni e pensieri dei personaggi. Mi è da subito piaciuta la musica degli Hit’n’Run perché ha tutto quello che volevo dalla musica elettronica senza essere però fredda e forzata. Sono sicuro che questo sia perché loro hanno trovato il modo di incorporare diversi elementi (acustici, elettrici, vocali, rumori), che tolgono la sensazione meccanica e finta associata alla musica elettronica. I loro brani sono veramente potenti e epici, e quello porta un sacco di energia e gioia alle riprese. È una scena d’azione ma al contempo un momento introspettivo e esistenziale quando la finzione di Madeleine e Arnaud arriva a una fine. Con gli effetti speciali di Alain Carsoux, abbiamo cercato di dare alla sequenza un flusso progressivo. All’inizio abbiamo usato un approccio più realistico, concentrandoci sul disastro. Poi diventa qualcosa di più astratto, creando l’etereo effetto di entrare nelle menti dei personaggi. In questo ambiente, tutto è possibile, persino un invasione aliena. E questo è praticamente quello che succede.


The fighters – Addestramento di vita