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Pitch Perfect 2: Recensione in Anteprima

3 anni dopo il boom del primo capitolo tornano le Barden Bellas con Pitch Perfect 2. Leggi la nostra recensione in anteprima

pubblicato 24 Aprile 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 16:24

Caso curioso quello di Pitch Perfect, nel 2012 film campione al box office Usa con 65 milioni di dollari d’incasso, home-video sbancato e oltre un milione di copie vendute con la sola colonna sonora, trainata dal singolo fenomeno “Cups”. Caso curioso perché il titolo diretto dal debuttante Jason Moore, trasposizione cinematografica dell’omonimo libro scritto da Mickey Rapkin, venne letteralmente gettato alle ortiche dalla distribuzione italiana. Uscito otto mesi dopo la release a stelle e strisce, in piena estate e con titolo inspiegabilmente cambiato (Voices), Pitch Perfect passò di fatto inosservato, con meno di mezzo milione di euro in cassa. Il nulla.

Due anni dopo, nella speranza che il Bel Paese abbia riscoperto quella teen-delizia, tutt’altra musica suona con Pitch Perfect 2, sequel promosso a tamburo battente da Universal Italia, tanto dall’uscire due settimane dopo la release Usa. Il 28 maggio. Perso il regista, che ha preferito dirigere Tina Fey ed Amy Poehler nella commedia natalizia Sisters, il film è stato affidato ad un’altra debuttante, nonché co-protagonista del primo capitolo: Elizabeth Banks, ancora una volta negli abiti della cinica ‘radiocronista pod-cast’ Gail e già Effie Trinket in Hunger Games.

Peccato che tutti i dubbi della vigilia, legati al rischio di un progetto che poteva pagare caro lo scotto della ‘ripetitività’ e della mancanza di originalità, si siano concretizzati sul grande schermo. 3 anni dopo la prima volta, infatti, le Barden Bellas sono tornate. Nel 2012 avevamo imparato a conoscerle, così goffe e ‘sfigate’, eppure così talentuose dal punto di vista vocale. Tanto da vincere il campionato nazionale dei cori a cappella.

Nel costruire quel ‘team’ fondato sull’amicizia universitaria, tra sfide e sfottò, Moore e Kay Cannon, sceneggiatrice, avevano saputo sfornare un teen-movie originale, in grado di portare ad uno step successivo il ‘fenomeno Glee’ che nel 2012 ancora faceva furore in televisione. Ora, con la laurea alle porte, l’Università da abbandonare e un futuro da costruire tra mille paure, Beca, Ciccia Amy, Chloe e le altre sono chiamate ad un’ultima grande prova canora, quella che potrebbe trasformarle nel primo coro a cappella americano a vincere i campionati del mondo. Ma per riuscire nell’impresa dovranno ritrovare quell’armonia di gruppo persa per strada, tra un successo e l’altro, tornando al loro inconfondibile suono.

Un’unica grande novità, ovvero la ‘giraffona’ Hailee Steinfeld 5 anni fa lanciata dai Coen e candidata agli Oscar grazie a Il Grinta; un cameo musicale di peso, ovvero Snoop Dogg, e tante scontate ma necessarie conferme dal primo capitolo, compresa una sfacciatamente ‘svogliata’ Anna Kendrick. Operazione commerciale di fatto ‘doverosa’ dopo il boom del 2012, Pitch Perfect 2 non è altro che la copia sbiadita del film che tanto successo ebbe 3 anni or sono, Italia esclusa. Kay Cannon, ritrovata nella penna di sceneggiatrice, non ha saputo evolversi, reinventarsi, replicando con scarsa originalità quanto pensato e realizzato con il titolo originale. Privo di ritmo soprattutto nella prima parte (eppure l’incipit è così divertente), a lungo balbettante e spesso quasi forzatamente ‘riempito’ da scene particolarmente inutili ai fini della storia (basti pensare alla prima ‘sfida’ sotterranea organizzata da un milionario), Pitch Perfect 2 è un concentrato di canzoni famose, qui rielaborate con ottimi arrangiamenti acustici, e poco altro. Quasi un sequel pensato per la colonna sonora, e non viceversa, in cui le Barden Bellas, sai che novità, dovranno ritrovarsi per vincere un’ultima volta, cancellando incomprensioni e progetti futuri personali.

A stupire negativamente la presenza quasi ‘sopportata’ di Anna Kendrick, mattatrice nel 2012 qui specchio del proprio personaggio che da subito non vede l’ora di voltare pagina con il passato, con Rebel Wilson, già straordinaria nel primo capitolo, ancor più ‘decisiva’ nel riempire i tanti tempi morti, trainando il tutto verso lidi oltraggiosi e finalmente esilaranti. E’ lei a tenere a galla l’intera baracca, che trema pericolosamente sotto i colpi dell’ovvietà di scrittura e della perenne sensazione di deja-vu che avvolge il tutto. Ancora una volta gratuitamente irriverenti, sessisti e razzisti John Michael Higgins ed Elizabeth Banks, mentre a sparire dai radar, se non per qualche inutile incursione, saranno i Ritmonelli, controparte maschile delle Bellas in Voices. Pura e semplice tappezzeria, in questo caso.

Tutto quel che di originale aveva impreziosito il primo capitolo si è tramutato in ‘peso’, allungando un brodo un tempo apprezzato e digerito qui semplicemente riscaldato e ‘mashuppato’ con elementi da teen-movie universitario triti e ritriti. Per la Banks, come detto all’esordio in cabina di regia, un compitino senza infamia e senza lode, con un montaggio frenetico nelle tante (troppe) scene cantate e una mediocrità complessiva dovuta più che altro ad una sceneggiatura inaspettatamente povera. Ogni tanto si ride, questo è innegabile, ma con meno efficacia rispetto al 2012. Immaginando un più che probabile boom al botteghino, in casa Universal potrebbero persino proseguire la ‘saga’ grazie alla new entry Steinfeld, matricola a differenza delle colleghe ‘laureate’, finendo così per serializzare definitivamente un progetto che aveva evidentemente già detto tutto quel che aveva da dire con il capitolo uno. L’unica concreta via d’uscita? Uno spin-off interamente dedicato a Rebel Wilson e alla sua strabordante Ciccia Amy. In caso contrario meglio far cassa e fermarsi qui.

Voto di Federico: 5
Pitch Perfect 2 (Usa, 2015, commedia, musical) di Elizabeth Banks. Con Anna Camp, Anna Kendrick, Rebel Wilson, Elizabeth Banks, Hailee Steinfeld, Brittany Snow, Alexis Knapp, Katey Sagal, Skylar Astin, Hana Mae Lee, Jodi Lyn Brockton, Adam DeVine, Freddie Stroma, Ben Platt, Kelley Jakle, Brea Grant, C.J. Perry, John Michael Higgins, Birgitte Hjort Sørensen – giovedì 28 maggio 2015.