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Teneramente Folle: Recensione in Anteprima

Mark Ruffalo tenero e folle padre bipolare in Infinitely Polar Bear. Leggi la nostra recensione in anteprima

pubblicato 12 Giugno 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 15:03

Visto al Sundance Film Festival, al Toronto Film Festival e al Torino Film Festival, Infinitely Polar Bear dell’esordiente Maya Forbes si prepara ad uscire tanto nei cinema d’Italia, dal prossimo 18 giugno con Good Films, quanto in quelli d’America, dal 19 giugno con Sony Classics. Un titolo biografico, quello della Forbes, da tempo sceneggiatrice ma in questo caso decisa a raccontare la ‘propria’ storia in prima persona. Da regista.

Perché all’età di 6 anni il meraviglioso mondo di Maya venne travolto da una crisi depressiva che sconvolse il padre, bipolare, e frantumò la sua famiglia. I genitori si separarono, lasciarono la casa di campagna per andarsene a Cambridge, in un piccolo appartamento, vivendo con pochi spiccioli. La famiglia del padre era ricca ma non sborsava un centesimo, così la mamma di Maya, disperata, decise di iscriversi alla Columbia Business School per pendere un diploma avanzato. Era il 1978. In questo modo il futuro delle figlie, pensava la donna, sarebbe stato roseo, perché con i soldi di un nuovo ipotetico lavoro avrebbe potuto mandarle ad una scuola privata. Ma come fare con le bambine? Facile. Le lasciò al padre, all’Orso (bi)polare del titolo, maniaco depressivo e nullafacente. Un piano apparentemente folle che ha invece dato i suoi frutti, ricongiungendo una famiglia implosa e arrivata ad un passo dal burrone, tanto da tramutarsi ora in opera cinematografica. Quasi un omaggio alla propria storia e a quella malattia mentale che ebbe effetti enormi sulla famiglia della regista, prodotta in quest’opera prima dalla Bad Robot di J.J. Abrams e trainata da 2 attori di fama e da due ineccepibili piccole attrici.

Da una parte Mark Ruffalo, rabbioso Hulk per la Marvel qui trasformatosi in un padre-bambino, in un marito inaffidabile, in un uomo bipolare che passa le proprie giornate a cucinare, ad elaborare progetti stampalati e soprattutto a fumare decine di sigarette; dall’altra la bella Zoe Saldana, da subito consapevole delle stranezze di quell’uomo eppure innamoratasi, tanto da sposarlo e farci due figlie. Per poi esplodere. Perché l’inaffidabilità di Cam è totale e lei ha bisogno di un lavoro ‘vero’ per poter permettere un futuro alle bimbe. Se Ruffalo aggiunge anche troppo al proprio personaggio, a lungo esagerato ed eccessivo nell’esternare un’eccentricità che finisce quasi per sfiancare, tra scatti d’ira, dolcezze e fiumi di sigarette, la Saldana va invece di ‘sottrazione’. La sua Maggie è una donna evoluta e combattuta, perché ancora innamorata di quell’uomo logorroico e quasi ingestibile ma soprattutto distrutta dalla forzata lontananza dalle figlie. Bambine interpretate dalle bravissime Imogen Wolodarsky, vera figlia della regista, ed Ashley Aufderheide, entrambe riuscite ad apparire quasi ‘reali’ in quel complicato ed epocale rapporto genitori-figli che a lungo andare, in questo caso, va a toccare le corde del sentimento con fare quasi ‘ricattatorio’ nei confronti dello spettatore.

Perché il racconto romanzato della Forbes appare edulcorato, a tratti divertente ed emotivamente pungente, questo è innegabile, ma anche volutamente scritto e diretto per ‘piacere’, per commuovere, per trasformare il tutto in una (in)credibile favola moderna. Suddiviso in stagioni, perché 18 saranno i mesi che la Saldana passerà lontana da casa e dalle figlie, Teneramente folle, questo l’azzeccato titolo per il mercato italiano, racchiude tutti i cliché produttivi dell’indie-movie a stelle e strisce. L’ambientazione anni ’70 con tanto di richiamo femminista, la splendida colonna sonora, i filmini Super 8 che saranno piaciuti da matti al produttore J.J. Abrams, la fotografia patinata e quel saper continuamente oscillare tra risate e lacrime che più volte il cinema indipendente americano riesce a cogliere. Ma a lungo andare, in questo caso, le marcate intenzioni sono diventate posticce, virando vistosamente verso lo smielato spinto e facendo perdere peso e paradossalmente credibilità all’intera storia.

Perché è evidente che nessuno se non Maya Forbes, un tempo bimba che vide tutto ciò con i propri occhi, poteva raccontare il dramma di un simile confronto con una malattia mentale tanto travolgente, ma l’averla voluta rendere così esageratamente ‘mainstream’ ha finito quasi per svuotarla, cancellando con un colpo solo quell’etichetta di ‘storia vera’ che la regista, giustamente, rivendica con orgoglio.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6″ layout=”left”]

Teneramente folle (Usa, 2015, drammatico, commedia, Infinitely Polar Bear) di Maya Forbes; con Zoe Saldana, Mark Ruffalo, Keir Dullea, Wallace Wolodarsky, Georgia Lyman, William Xifaras, Brianne Brozey, Mary O’Rourke, Adam Wolf Mayerson, Beth Dixon, Ashley Aufderheide, Mike Jablon, Chris Papavasiliou, Alicia Love, Christopher S. Porter, Imogen Wolodarsky, Mark S. Cartier, Christopher Alan, Liam McNeill, Nekhebet Kum Juch – uscita giovedì 18 giugno 2015.