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Annie: Recensione in Anteprima

La piccola protagonista di Re della terra selvaggia canta e balla in Annie, musical con Jamie Foxx e Cameron Diaz

pubblicato 25 Giugno 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 14:44

Celebre musical di Broadway trionfatore ai Tony Awards negli anni ’70, Annie è sbarcato al cinema nei primi anni ’80 con il maestro John Huston alla regia. Trainato dalla hit ‘Tomorrow‘ il film ebbe un discreto successo di pubblico, con tanto di due nomination agli Oscar e una colonna sonora in grado di sbancare le chart a stelle e strisce. Passati 33 anni ad Hollywood hanno ben pensato di rifare il look ad Annie, aggiornandolo ai nostri tempi. Se nel film originale la protagonista era una coraggiosa bimbetta dai capelli rossi in fuga dall’orfanotrofio che viene incredibilmente scelta per passare una settimana con il famoso e ricco Papà Warbucks, in questo ‘remake’ targato Will Gluck Annie non è altro che una solare bimbetta dai capelli ‘esplosivi’, nera di pelle, senza genitori e con un multi-milionario candidato Sindaco di New York che deciderà di prenderla in ‘affido temporaneo’ solo ed esclusivamente per far breccia nell’elettorato. Se non fosse che quel dolce sorriso finirà per aprirgli il cuore, fino a quel momento chiuso a doppia mandata e orgogliosamente solitario.

Dalla Grande Depressione di Huston siamo quindi passati al Grande Cinismo politico dei giorni nostri di Gluck, pensato e impacchettato dalla Sony per essere gustato e digerito dagli spettatori d’America durante le feste di Natale. Uscito in patria il 25 dicembre, il nuovo Annie ha infatti incassato la bellezza di 85,911,262 dollari, puntando con forza a quello stucchevole cinema realizzato con ostentati buoni sentimenti, lacrime e redenzione che viene solitamente ‘accettato’ da tutta la famiglia solo e soltanto tra Natale e la Befana. Perché si sa, durante le feste siamo tutti più dolci. Stride quindi l’uscita estiva all’italiana, Paese in cui i musical già di suo funzionano poco o niente, per un rifacimento che ha puntato tutto o quasi sulla piccola e talentuosa Quvenzhané Wallis, 2 anni fa nominata agli Oscar per Re della terra selvaggia.

Cresciuta e sinceramente adorabile nel trascinare l’allegro e fastidiosamente ‘ultra-positivo’ personaggio di Annie, la Wallis paga la visibile carenza vocale, vero e proprio punto debole del film di Gluck. Perché tolto Jamie Foxx, premio Oscar per Ray e di fatto cantante con tanto di album pubblicati, il resto del cast è uno strazio. Suddivise le canzoni con il bilancino (almeno una per attore), il regista non è riuscito ad ottenere prove di qualità canora dai propri protagonisti, con la disastrosa Cameron Diaz da questo punto di vista in prima fila. Più che cantare la bionda Cam, ovviamente ancora una volta ‘arpia’ alla Bad Teacher, sembrerebbe ragliare. Banalissimo nella sua evoluzione e alquanto scontato nel criticare un certo tipo di politica (‘son tutti uguali‘), di elettorato (dipinto come una massa di idioti), di imprenditoria (le società telefoniche dominano il Globo) e di giornalismo (media creduloni e facilmente pilotabili), il nuovo Annie inciampa maldestramente proprio nei tanti momenti musical disseminati da Gluck, il più delle volte goffi nella loro rappresentazione scenica (coreografie sconcertanti) e assai discutibili anche dal punto di vista registico.

Se ogni tanto si ride grazie al personaggio di Rose Byrne, a lungo andare simpatica nel sottolineare continuamente la propria timidezza ‘sociale’, il film prodotto da James Lassiter, Jada Pinkett Smith & Will Smith, Caleeb Pinkett, Jay-Z, Laurence “Jay” Brown e Tyran “Ty Ty” Smith finisce per sopperire dinanzi all’originale dei primi anni ’80, più quadrato e solido, meglio interpretato e meno forzato, anche perché gratuitamente sdolcinato in alcuni passaggi chiave, neanche a dirlo contraddistinti da svolte introspettive trancianti (vedi la ‘strega’ Diaz). Probabilmente pensato per un pubblico adolescenziale al femminile (bimbette tra gli 8 e i 12 anni), e incredibilmente costato 60 milioni di dollari (il 75% dei quali forse ffiniti nelle tasche di Jamie e Cameron) questo nuovo Annie straborda nell’eccessiva lunghezza e perde di senso se visto all’interno del genere musical, qui riproposto nella sua peggior chiave rappresentativa: quella del no-sense, in cui si inizia a cantare mentre chi assiste alla scena all’interno del film stesso si chiede perché tu stia cantando e/o ballando. Una scelta rischiosa che diventa discutibile nel momento stesso in cui cavalcata più e più volte, tanto dall’andare incontro al più inevitabile dei trionfi di stagione. Quello del peggior remake, reboot o sequel ai Razzie Awards 2015.

[rating title=”Voto di Federico” value=”4″ layout=”left”]

Annie – La felicità è contagiosa (Usa, Annie, 2014, musical) di Will Gluck; con Jamie Foxx, Quvenzhané Wallis, Rose Byrne, Bobby Cannavale, Adewale Akinnuoye-Agbaje, David Zayas, Cameron Diaz, Zoe Colletti, Nicolette Pierini, Eden Duncan Smith, Amanda Troya, Dorian Missick, Tracie Thoms – uscita mercoledì 1 luglio 2015.