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Taxi Teheran: il film proibito di Jafar Panahi da Berlino 2015 al Cinema

Jafar Panahi aggira la censura iraniana al volante di Taxi Teheran, il documentario ‘proibito, Orso d’Oro a Berlino 2015, osannato da critica e pubblico

di cuttv
pubblicato 17 Luglio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 14:09

Ci sono viaggi straordinari che nascono on the road per scelta. Per il regista iraniano Jafar Panahi, interdetto dal regime ad esercitare la sua professione, mettersi al volante di un Taxi per le strade di Teheran, riprendendo la sua vitale e pittoresca società, è una necessità ma il risultato è altrettanto straordinario.

[quote layout=”big” cite=”Jafar Panahi]«Sono un cineasta. Non posso fare altro che realizzare dei film. Il cinema è il mio modo di esprimermi ed è ciò che dà un senso alla mia vita. Niente può impedirmi di fare film e quando mi ritrovo con le spalle al muro, malgrado tutte le costrizioni, l’esigenza di creare si manifesta in modo ancora più pressante. Il cinema in quanto arte è la cosa che più mi interessa. Per questo motivo devo continuare a filmare, a prescindere dalla circostanze: per rispettare quello in cui credo e per sentirmi vivo.»[/quote]

Riprendendo la quotidianità di donne con il velo e pesci rossi, moribondi e avvocati dei diritti umani interdetti, insieme a quella di tanti altri passeggeri del suo taxi, senza trascurare le sfumature più ironiche e spassose delle contraddizioni umane, il docu road movie di Jafar Panahi offre una bella panoramica della società teheraniana, frutto di una pluralità di punti di vista

Taxi Teheran, privo di titoli di testa, non può essere attribuito a Jafar Panahi, anche se lo ha girato da solo a partire dal 2010, quindi ha anche potuto aggirare i limiti che gli sono stati imposti.

[quote layout=”big” cite=”Jafar Panahi]«Il Ministero della Cultura e dell’Orientamento Islamico convalida i titoli di testa e di coda dei film «divulgabili». Con mio grande rammarico, questo film non ha titoli. Esprimo la mia gratitudine a tutti coloro che mi hanno sostenuto. Senza la loro preziosa collaborazione, questo film non sarebbe mai venuto al mondo»
[/quote]

Questo però non ha impedito a “Taxi Teheran” di conquistare critica e pubblico dell’ultimo Festival di Berlino, con una carica di umorismo, poesia e amore per il cinema, premiata con l’Orso d’oro e il Premio Fipresci, consegnati alla piccola Hana Saeidi, interprete e nipote del regista, al quale è stato vietato di essere presente alla premiazione.

[quote layout=”big” cite=”Darren Aronofsky, Presidente della giuria del Festival di Berlino 2015, in occasione della consegna dell’Orso d’oro a “Taxi Teheran”]«Le restrizioni sono spesso fonte d’ispirazione per un autore poiché gli permettono di superare se stesso. Ma a volte le restrizioni possono essere talmente soffocanti da distruggere un progetto e spesso annientano l’anima dell’artista.
Invece di lasciarsi distruggere la mente e lo spirito e di lasciarsi andare, invece di lasciarsi pervadere dalla collera e dalla frustrazione, Jafar Panahi ha scritto una lettera d’amore al cinema. Il suo film è colmo d’amore per la sua arte, la sua comunità, il suo paese e il suo pubblico…»[/quote]

Il film venduto in oltre 30 paese, arriva in Italia il prossimo 27 agosto, come primo titolo di CINEMA, la nuova casa di distribuzione di Valerio De Paolis (giù Bim) dedicata a film internazionali premiati e di successo, seguito entro natale dal documentario su Ingrid Bergman di Stig Bjorkman e da quello di Orson Welles diretto da Chuck Workman, “An” di Naomi Kawase (film d’apertura di Un Certain Regard) e “Much Loved” di Nabil Ayouch (film della Quinzaine a Cannes censurato dalle autorità marocchine).

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Per ingannare l’attesa consiglio di seguire anche gli aggiornamenti social del film, ricchi di informazioni e curiosità, come:

– Nel 2010, Jafar Panahi viene condannato a non poter più realizzare film, scrivere sceneggiature, concedere interviste alla stampa, uscire dall’Iran per un periodo di tempo indeterminato. Jafar, fortunatamente, continua a scrivere e filmare. Il risultato è un film come Taxi Teheran.

-“I personaggi maschili non potranno indossare la cravatta, a meno che non siano delinquenti”. Le regole del cinema secondo la nipotina di Panahi. Sapevate che in Iran esistono 15 punti cui i cineasti si devono attenere?

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