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Lolita: la travagliata trasposizione di un romanzo scandaloso

Trama e curiosità di uno dei film più controversi dell’epoca, nonché più ardui tra quelli girati da Stanley Kubrick, nello sforzo titanico di tirare fuori un film dal romanzo di Vladimir Nabokov

pubblicato 21 Luglio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 14:02

[quote layout=”big” cite=”Tagline del film riportata sulla locandina]Come avranno mai potuto girare un film su Lolita?[/quote]

Ben cinque gli editori americani che rifiutarono il manoscritto di Vladimir Nabokov, intitolato Lolita. Fu in Francia che ebbe più “fortuna”, se così si può dire: la Olympia Press di Maurice Girodias era considerata per lo più una casa editrice di roba pornografica e non mancarono chiaramente le dissuasioni da parte di amici. Nulla da fare. Nabokov siglò un contratto per pubblicare il romanzo col suo nome.

Era il 1955, ed il successo di Lolita passa da Londra, via Sunday Times per l’esattezza, su cui il celebre scrittore Graham Greene inserisce il romanzo di Nabokov fra i tre migliori dell’anno. Non meno utile fu il verdetto del Sunday Express, per bocca di John Gordon: «il libro più osceno che abbia mai letto», scrisse Gordon. Passano mesi, e tra una censura e una messa al bando, finalmente anche gli USA se ne interessano. La G. P. Putnam’s Sons pubblica una prima edizione nell’agosto del ’58 e Lolita diventa il primo romanzo capace di vendere 100 mila copie entro le sue prime tre settimane dai tempi di Via col vento.

[quote layout=”big” cite=”Da «Lolita» di Vladimir Nabokov]Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.[/quote]

Questo per capire fino a che punto fosse un azzardo, malgrado il successo del romanzo, l’idea di trasporlo sul grande schermo. Non a caso, come potete leggere appena più in basso, Kubrick ha sempre ritenuto che il non aver preservato l’alone di erotismo che permea il racconto originale rappresentasse l’unica vera critica che è possibile muovere al suo film. Una critica forte però, oltre che pregnante. Ma alla luce delle numerose peripezie, si ha oramai la piena consapevolezza che all’epoca più di così non ci si potesse proprio spingere, piaccia o meno.

Trama

[quote layout=”big” cite=”Stanley Kubrick]Se potessi rifare il film, evidenzierei la componente erotica della loro relazione (tra Humbert Humbert e Lolita, ndr.) con la stessa forza che Nabokov ha messo nel romanzo. Questo però è l’unico difetto principale per cui ritengo il film possa essere giustamente criticato.[/quote]

Il professore di lettere Humbert Humbert, immigrato negli Stati Uniti, sta guidando verso Pavor Manor, la lussuosa casa del commediografo Claire Quilty. Arrivato alla villa, Humbert accusa Quilty di non meglio precisati atti impuri, leggendo una poesia scritta di suo pugno. Quando Quilty tenta di scappare, Humbert gli spara sulle scale e lo uccide.

Quattro anni prima, Humbert era arrivato negli Stati Uniti con l’incarico di ricoprire la cattedra di lettere al Beardsley College nell’Idaho l’autunno seguente. Per trascorrere l’estate, Humbert decide di fermarsi nella cittadina di Ramsdale, dove prende una camera in affitto. La sua padrona, la vedova Charlotte Haze, si prende immediatamente una cotta per il suo ospite raffinato, ma le attenzioni di Humbert sono tutte per la figlia di Charlotte, la scolaretta Lolita.

Tutto preso a sfruttare ogni opportunità possibile per stare vicino a Lolita (inclusa la partecipazione al ballo della scuola, dove sono presenti Quilty e la sua enigmatica fidanzata Vivian Darkbloom), Humbert resta di stucco quando apprende che Charlotte ha deciso di inviare sua figlia al campo scolastico estivo, architettando un piano romantico a suo vantaggio.

Alla fine Humbert accetta di sposare Charlotte, al solo scopo di continuare a stare vicino a Lolita. Humbert inizia subito a favoleggiare di assassinare la sua neo-sposa, ma lei lo incastra nuovamente con la decisione di mandare Lolita al college, direttamente dal campo scolastico. E’ la stessa Charlotte, suo malgrado, a togliere d’impiccio Humbert, perché un giorno trova il diario dove lui ha confessato spudoratamente tutti i suoi pensieri. Disillusa e ferita, Charlotte fugge via dalla casa e viene investita all’istante da un’automobile.

Humbert va quindi a prendere Lolita al Campeggio Climax e la porta con sé in un viaggio attraverso il Paese, con meta il Beardsley College. I suoi tentativi di sedurre Lolita sono condannati a ripetuti fallimenti (a causa di un letto pieghevole difettoso e un enigmatico incontro con Quilty ad un convegno di poliziotti) e, una volta arrivati a Beardsley, la loro relazione diventa ancor più incerta.

Esasperato e ossessivamente geloso, Humbert vieta a Lolita di partecipare alla recita scolastica, un adattamento di una commedia teatrale di Quilty dal titolo I cacciatori incantati. L’intervento dello psicologo della scuola, il Dott. Zempf (in realtà Quilty) fa cambiare idea a Humbert, ma Lolita lo stupisce nuovamente dichiarando che vuole partire immediatamente per un viaggio verso Ovest, da soli.

Mentre Humbert inizia a sospettare di essere seguito, Lolita si ammala. Humbert la porta in ospedale, da dove la ragazza misteriosamente scompare, portata via da “suo zio”.

Qualche tempo dopo, dopo vani tentativi di trovarla, Humbert riceve una lettera da Lolita, in cui lei lo supplica di inviarle dei soldi. Humbert decide invece di andare da lei, e la trova incinta e in procinto di sposare un certo Richard Schiller. Humbert scopre che l’uomo che l’aveva fatta fuggire, che li aveva seguiti in tutti i loro viaggi e che lo aveva ripetutamente ingannato, era anche il solo uomo che Lolita aveva mai amato, cioè Claire Quilty.

Non potendo tornare insieme con Lolita, Humbert si accontenta di avere l’indirizzo di Quilty in modo da potersi vendicare… Un epilogo scritto ci informa che Humbert morì in prigione, a causa di una trombosi coronaria, mentre aspettava il processo per l’assassinio di Claire Quilty.

via | AK

Curiosità

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[quote layout=”big” cite=”Stanley Kubrick]Se avessi saputo prima della quantità di norme sulla censura, non avrei girato il film.[/quote]

– Sue Lyon fu scelta per il ruolo di Lolita in parte per via del suo seno. Kubrick fu infatti messo in guardia dagli organi censori riguardo alla possibilità di utilizzare una quattordicenne sessualmente attiva ma non ancora del tutto sviluppata.

– Inizialmente Kubrick scelse Joey Heatherton, ma non se ne fece nulla poiché il padre della giovane attrice temeva che la figlia fosse da lì in poi etichettata come una gattina sessualmente promiscua.

– Stante il fatto che i censori non avrebbero permesso anche il solo accenno alla pedofilia, l’età di Lolita è passata dai 12 del romanzo di Nabokov ai 14 del film. Ebbero infatti da ridire pure su una scena in cui Humbert Humbert osserva una foto di Lolita durante un amplesso con Charlotte; la cosa si concluse con Humbert e Charlotte sdraiati sul letto ma completamente vestiti.

– Più avanti Kubrick dichiarò che se avesse realmente considerato tutte le implicazioni morali nell’adattare il romanzo di Nabokov, non si sarebbe mai cimentato nell’operazione.

– Sue Lyon non poté prender parte alla premiere del film per via della sua età: troppo piccola.

– La Legione della Decenza (Legion of Decency) acconsentì alla distribuzione del film purché fosse vietato ai minori di 18 anni.

via | IMDB