Home Curiosità Iron Sky: intervista al regista, sinossi e pioggia di curiosità produttive dal film

Iron Sky: intervista al regista, sinossi e pioggia di curiosità produttive dal film

In sala ad ottobre, torniamo a parlarvi del folle Iron Sky con un fiume di curiosità. Nazisti dalla Luna? Esatto!

pubblicato 15 Settembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 22:09

Se ieri vi abbiamo mostrato il trailer italiano, ecco oggi arrivare una ricca intervista al regista, la sinossi ufficiale e una pioggia di curiosità produttive su Iron Sky, dall’11 ottobre nei cinema nostrani. Diretto da Timo Vuorensola e costato poco meno di 8 milioni di dollari, Iron Sky ha conquistato il Festival di Berlino, incassando poco meno di 5 milioni di dollari in patria. Circa la metà del budget (7,5 milioni di euro) è arrivato dalla Finlandia, mentre il restante da Germania e Australia. Un milione di euro del budget è stato messo insieme dai tanti fan di “Iron Sky”, letteralmente ‘trovati’ su internet. Il resto proviene da fonti più “classiche”: Finnish Film Foundation, Hessen Film Invest, Eurimages, Nordisk Film & TV Fond, Screen Queensland, Media development e istituti finanziari come il DFFF in Germania e il Qape in Australia.

Ciò che fa di “Iron Sky” un progetto speciale, infatti, è la fattiva collaborazione tra i filmmaker e la web community. Il team di “Iron Sky” è in contatto con 250.000 fan a settimana: 100.000 “incontrati” su YouTube, 60.000 su Facebook, 60.000 sul sito ufficiale del film e così via. Numeri in crescita costante. Tutti i fan di “Iron Sky” hanno offerto il loro contributo al film con l’invio di idee, finanziamenti e promozione. Se dopo il saltino vi aspettano ulteriori curiosità, oltre ad un’intervista a Timo Vuorensola (tutto made in Moviemax), ecco a voi la sinossi ufficiale e definitiva:

“La Seconda Guerra Mondiale è ormai agli sgoccioli. I Nazisti riescono miracolosamente a salvare dalla distruzione un segretissimo programma spaziale e scappare sul lato oscuro della Luna. Dopo 70 anni hanno messo in piedi una enorme fortezza spaziale, con tanto di armata di dischi volanti. Dalla segretezza assoluta all’attacco alla Terra il passo è breve: la flotta spaziale vuole invadere il Pianeta e governarlo in nome del Quarto Reich! Quando James Washington, un astronauta statunitense in missione sulla Luna, atterra con il suo modulo lunare un po’ troppo vicino alla base segreta Nazista, il Fuhrer lunare decide che il momento di gloria del suo esercito è arrivato. Forse un po’ prima del previsto, ma non è mai troppo presto. Catturato, Washington rivela che la missione altro non è se non una trovata propagandistica per aumentare la popolarità del Presidente degli Stati Uniti, ma il Fuhrer ordina lo stesso l’attacco immediato alla Terra. Ma prima di poter effettuare l’invasione, bisogna completare il Crepuscolo degli Dei, la gigantesca nave ammiraglia. Ma servono nuove tecnologie, sconosciute in tempo di guerra, come quella utilizzata dallo smartphone trovato nella tasca di Washington. Il quale è costretto a tornare sulla Terra con i due ufficiali nazisti, lo spietato Klaus Adler e l’idealista Renate Richter, per rimediare un certo quantitativo di computer necessari al completamento della Crepuscolo degli Dei. Chiaramente, Klaus non intende tornare sulla Luna una volta atterrato. In realtà ha intenzione di conquistare il potere allenandosi prima con il Presidente degli Stati Uniti e, poi, usurpando il trono del Fuhrer lunare. Ma quando l’armata nazista oscura il cielo, pronta a conquistare la Terra, uomini, donne e nazioni intere, saranno costretti a rivalutare le loro priorità”.

IL FILM
“Iron Sky” è una commedia noir di fantascienza, prodotta dalle finlandesi Blind Spot Pictures ed Energia Productions, co-prodotta dalla tedesca 27 Films e dall’australiana New Holland Pictures.
La maggior parte delle riprese hanno avuto luogo a Francoforte, in Germania, e negli Warner Studios di Brisbane, in Australia. Gli effetti di CGI (Computer Grafica) sono stati prodotti in Finlandia da Energia Productions.

IRON SKY – L’INCONTRO TRA IL FILM, I FAN E INTERNET
“Iron Sky” è ambientato nel 2018, quando un gruppo di Nazisti fuggito 70 anni prima sulla Luna decide di tornare per invadere la Terra. Il film è una coproduzione fra Finlandia, Germania e Australia; è diretto da Timo Vuorensola e prodotto da Tero Kaukomaa (Blind Spot Pictures), Samuli Torssonen (supervisore agli effetti visivi, Energia), Oliver Damian (27 Films), Cathy e Mark Overett (New Holland Pictures), e San Fu Maltha (produttore esecutivo).
Nel cast compaiono Julia Dietze (“1 ½ Ritter”), Götz Otto (“Schindler’s List”, “La Caduta – Gli ultimi giorni di Hitler”), Christopher Kirby (“Matrix –Reloaded”, “Matrix – Revolution”, “Daybreakers – L’ultimo vampiro”, “Space: Above and Beyond”), Udo Kier (“Dogville”, “Dancer in the Dark”), Peta Sergeant (“Satisfaction”), Stephanie Paul (“Separation City”, “Film School Confidential”) e Tilo Prückner (“La storia infinita”, “Il falsario”). La sceneggiatura è tratta dall’omonima storia scritta da Johanna Sinisalo, famosa per i suoi lavori di fantascienza e nominata al Nebula Award 2000 e al Finlandia 2000, ed è stata scritta dal regista stesso insieme a Michael Kalesniko (“Private Parts”).

Le idee
I fan di “Iron Sky” hanno contribuito alla realizzazione del film interagendo con la produzione sul sito Wreckamovie.com, dove i realizzatori hanno lanciato una serie di sfide dalle più semplici (come trovare il nome di un personaggio) a quelle più complesse (costruire il modello tridimensionale di una nave spaziale).

Finanziamenti
Come già detto, il 10% circa del budget di “Iron Sky” (7,5 milioni di euro in totale) è stato coperto dai fan. Una forma di finanziamento basata sulle vendite dei prodotti ufficiali del film (store.ironsky.net) e sulle donazioni spontanee (minimo 100 euro). Finanziamenti che durante la produzione sono arrivati con una cadenza costante sul portale www.ironsky.net/finance.
Promozione
La diffusione pubblicitaria di “Iron Sky” è passata attraverso social network come Facebook, Youtube, Twitter etc., grazie ai quali i fan del film hanno contribuito a “passare parola”.
Una parte fondamentale della campagna informativa su “Iron Sky” è stata costituita da un sistema chiamato Demand to See “Iron Sky” (www.ironsky.net/demand), un motore di ricerca interno al sito ufficiale grazie al quale in ogni città è stato possibile trovare la sala in cui il film era in programmazione. Il sistema di convalida delle richieste passava attraverso l’indirizzo di posta elettronica per dar modo ai realizzatori di tracciare più facilmente la posizione geografica dei fan.
I follower di “Iron Sky” hanno avuto parte integrante nell’ideazione del merchandise ufficiale del film. Grazie al free download di un Design Kit (comprensivo di loghi, elementi grafici, foto e altri materiali), ognuno ha creato una serie di prodotti che la produzione ha poi vagliato. I suggerimenti più validi sono stati realizzati e inseriti nella linea ufficiale dei prodotti distribuiti dalla EMI, mentre ai loro ideatori sono stati dati in premio biglietti per le anteprime di “Iron Sky” e buoni cinematografici.

Il making of – Documentari in tempo reale
Durante la produzione del film, sono stati realizzati dei mini documentari relativi al making of di “Iron Sky” e pubblicati ogni mese sul canale “energiaproductions” di Youtube. In ogni video, la troupe incaricata del making of ha accompagnato lo spettatore nei vari reparti produttivi mostrando come nasce un film di fantascienza dal budget multimilionario. In più, sono stati pubblicati dei “video diari”, una sorta di “Diario del regista”, realizzato giorno per giorno da Timo Vuorensola.

Qualche minuto del film in anteprima
Durante i primi giorni di riprese sul sito ufficiale di “Iron Sky” è stata messa a disposizione la feature chiamata Iron Sky Sneek Peek (www.ironsky.net/sneekpeek) grazie alla quale, al costo di un solo euro, è stato possibile vedere in anteprima i minuti iniziali del film. Tra i contenuti disponibili anche i making of e la creazione, passo per passo, di intere scene, storyboard, etc. Una possibilità senza precedenti di vedere come si fa un film.

“IRON SKY” – PIÙ DI UN SEMPLICE FILM
Il film al cinema è solamente una piccola parte del gran numero di prodotti a marchio “Iron Sky” che sono stati realizzati. Oltre al merchandise ufficiale, infatti, prima e dopo la release è prevista la messa in commercio di una consistente serie di prodotti a tema. “Iron Sky” è di fatto una macchina ben oliata costituita da moltissimi prodotti diversi.

Fumetti e romanzi: “Iron Sky” avrà tre prequel pubblicati in altrettanti comic-book, nei Paesi dove il film è già uscito al cinema, insieme a una graphic-novel che ne racconta invece la storia. Tra i realizzatori di questo nuovo prodotto figura l’artista Gerry Kissell, già realizzatore del comic-book ispirato all’A-Team e del videogame Army of Two. “Iron Sky-Il film” diventerà anche un romanzo, mentre più in là è prevista la realizzazione di un libro dedicato al making-of.

Videogiochi e applicazioni: a breve sarà messo sul mercato un videogame nelle versioni per iPad e PC. Nel frattempo i tecnici stanno progettando le versioni compatibili con altre piattaforme, come gli smartphone. Nel prossimo futuro, infatti, dovrebbero essere messe sul mercato una versione del gioco per iPhone e un’applicazione gratuita con tutte le news relative al film.

INTERVISTA CON IL REGISTA TIMO VUORENSOLA

Ti aspettavi il grande successo di “Star Wreck”? E’ stato questo a darti la spinta per fare un lungometraggio commerciale?

«Inizialmente “Star Wreck” doveva essere un piccolo film dedicato a un gruppo di amici “geek” (malati di tecnologia, ndt), ma quando è stato distribuito gratis su internet è diventato un cult. La stampa se ne è occupata così tanto che alla fine è diventato famoso in tutto il mondo, ma davvero non me lo aspettavo! Devo dire che il potere di internet è affascinante. Il feedback positivo di “Star Wreck”, ad ogni modo, è stato la molla che mi ha fatto decidere di cimentarmi con qualcosa di più grande».

Perché un film su un argomento così? Qual era il tuo obiettivo? Ti sei ispirato ad altri film per ottenere il risultato sperato?

«L’idea di base di “Iron Sky” ci è stata sottoposta da Jarmo Puskala, che aveva già partecipato alla stesura dello script di “Star Wreck”. All’inizio era un po’ buttata là, ci scherzavamo in sauna, poi però è diventata più ambiziosa e noi con lei. Credo che la forza di un progetto che ha per protagonista un gruppo di Nazisti sulla Luna risieda nel fatto che è in grado di suscitare una gran curiosità, e credo che sia una buona base di partenza per un film. Dopo aver buttato giù un’immagine, ci abbiamo costruito intorno una storia noir e voilà, ecco un gran film. Riferimenti? Ce ne sono tanti, a cominciare da “Alien” spaziando per film come “Captain Sky and the World of Tomorrow”, “Delicatessen” e “La città dei bambini perduti”, e naturalmente tutta la saga di Guerre Stellari».

Come si è sviluppata la storia?
«Lo sviluppo della storia è stata la parte più difficile del lavoro. Avevamo così tante possibilità che abbiamo dovuto lavorare duramente per tenere insieme le fila del discorso senza perdere di vista il nodo focale della vicenda. Abbiamo lavorato con grandi scrittori come Johanna Sinisalo, che ha di fatto inventato la storia, e Michael Kalesniko, col quale ho scritto la sceneggiatura».

Hai mai avuto paura di oltrepassare i limiti e diventare politicamente scorretto?
« “Iron Sky” è costantemente sul filo del politically uncorrect, ma ho scoperto che il modo migliore per fare bene un film è concentrarsi solamente su ciò che si sta facendo, senza avere paure, perché è a quel punto che improvvisamente ci si trova con in mano un film che non solo è troppo soft, ma alla fine riesce a far arrabbiare più di qualcuno».

La collaborazione con artisti e produttori tedeschi era prevista fin dall’inizio?
«Assolutamente sì, dato il soggetto. Ho voluto attori tedeschi sin dalle prime fasi del progetto».

Puoi parlarci dei personaggi e degli attori che li interpretano?
«Il filone centrale della storia riguarda Renate Richter, fisicamente la classica ragazza della porta accanto, una insegnante/ricercatrice che vive nella base lunare nazista. Interpretata da Julia Dietze, Renate è un personaggio versatile, fantastico, divertente, e che ricopre una parte importantissima della storia. Götz Otto interpreta il suo promesso sposo, Kalus Adler, il classico tedesco nazista ariano, che vuole diventare Fuhrer. Si avventurano insieme in questo viaggio verso la Terra, un viaggio che li cambierà entrambi. Klaus diventa, se possibile, ancora più astioso e distruttivo di quanto non sia mai stato, mentre Renate capisce che per tutta la vita le hanno riempito la testa di balle e solo quando arriva sulla Terra apre gli occhi. L’elemento catalizzatore della vicenda è James Washington, l’astronauta americano interpretato da Christopher Kirby, atterrato per sbaglio sulla Luna e del quale Renate si innamora. Lavorare con questi attori è stato esplosivo, tutti hanno preso sul serio i loro personaggi: nonostante la storia li inquadri in un contesto brillante, infatti, ci siamo resi conto che la resa comica era maggiore quando riuscivano a mantenere un’espressione seria. Abbiamo lavorato moltissimo sui tre personaggi principali, per trovare il ritmo giusto e far collimare i diversi stili recitativi degli attori. Credo proprio che ci siamo riusciti».

Per la prima volta hai diretto un cast internazionale. Ti è piaciuto il lavoro con questi attori? Cosa hai imparato?

«Certamente mi è piaciuto, non avrei sostituito nessuno, e ho amato tutti i personaggi. Lavorare con attori così preparati è stato istruttivo, mi ha letteralmente aperto gli occhi, perché per la prima volta ho capito che non c’è limite a quello che può fare un attore veramente preparato se sei in grado di comunicare con lui. A volte però, devo ammetterlo, la comunicazione è stata una vera e propria sfida. Sul set parlavamo molte lingue diverse (finlandese, tedesco, per non parlare dei tanti accenti inglesi), e spesso alcune sfumature andavano perse con le traduzioni. Si sono creati momenti di incomprensione, che a volte hanno portato ad attimi di tensione, ma alla fine mi sembra che tutti siamo sopravvissuti.
La più grande lezione che ho imparato durante questo lavoro è stato chiedere “per favore”. Non esiste in finlandese un corrispettivo dell’espressione “per favore”, e spesso dimentico che esista anche in altre lingue; infatti molti pensano che noi finlandesi siamo poco educati, se non addirittura maleducati. E’ stato grazie a Götz, che mi ha dato una bella lezione, che penso non lo dimenticherò più
».

Qual è stata la sfida più dura della lavorazione del film?
«Sicuramente la sceneggiatura. Avevamo un gran numero di situazioni dagli sbocchi molteplici, che potevano diventare qualunque cosa. Il lavoro più difficile è stato bloccare l’istinto di fare digressioni, per quanto simpatiche, dalla storia centrale e dai personaggi principali, sui quali siamo rimasti estremamente concentrati. Uno sforzo che ha reso più duro il lavoro di scrittura ma che, alla lunga, ci ha regalato uno script di cui andare fieri».

C’è stato un momento in cui hai dubitato di riuscire a portare a termine il film?
«Il film è stato sul punto della distruzione totale in ogni momento, perché da un punto di vista prettamente pratico era impossibile riuscire a realizzarlo. Abbiamo dovuto lottare ogni giorno per la mancanza di risorse fondamentali alla realizzazione, ma credo che questo lottare quotidiano ci abbia dato la forza di andare avanti nonostante tutto».

Il lavoro scenografico è stato meraviglioso, specialmente la fortezza a forma di svastica e la nave ammiraglia sono dei veri capolavori.
«Il nostro art director, Jussi Lehtinlemi, ha costituito il vero valore aggiunto della produzione. Ha disegnato interni ed esterni di tutte le ambientazioni, comprese le navicelle dei nazisti sulla Luna, tenendo a mente una sola parola: “Jönssi”. E’ un suono che in realtà non significa nulla, ma che se pronunciato nella maniera corretta rende perfettamente l’idea di cosa abbia ispirato il design di “Iron Sky”. Gira tutto intorno all’esagerazione: strutture enormi, proporzioni sbilanciate, paesaggi brulli e monocromatici di grande impatto visivo».

Come sei riuscito a convincere i Laibach a comporre le musiche del film?
«Non ho voluto altro fin dall’inizio. Ho tentato di avvicinarli durante un concerto a Tampere, avevo con me una borsa piena di gadget di “Iron Sky”, ma non mi hanno fatto entrare nel backstage. O perlomeno, non mi ha fatto entrare la sicurezza. Sai com’è, no? Un altro matto che parla di nazisti sulla Luna, avrà pensato. Ma poi uno dei produttori è riuscito a mettersi in contatto con loro (avevano degli appartamenti in affitto nello stesso palazzo) ed è stato allora che la ruota ha iniziato a girare a dovere. Avevano sentito parlare del film e volevano assolutamente farne parte. Lavorare con i Laibach è stato grandioso, sai sempre che non si fermeranno mai all’idea più ovvia e ne cercheranno una migliore, e la qualità è la loro priorità».

Sei contento del risultato finale?
«Non sarebbe ironico se dicessi di no? Se dicessi che “Iron Sky” è solo un ammasso di spazzatura con il quale non voglio più avere a che fare? Ma per fortuna non è così. “Iron Sky” è migliore di quanto abbia mai sperato, e penso che dipenda dal fatto che è una buona produzione. Le buone produzioni non sono mai realizzate da una sola persona ma sono il risultato di un lavoro di squadra, la perfetta combinazione delle idee condivise da grandi artisti. Il regista poi le mette insieme e il risultato, quando è buono, è senz’altro maggiore della somma delle sue parti».

Come vorresti che il pubblico reagisse a questo film?
«Spero che la gente rida a crepapelle mentre si chiede se effettivamente è giusto o meno ridere. Che lasci la sala con la sensazione che il film abbia superato le sue aspettative, e che pensi al messaggio che questa pellicola lancia. Spero che generi tante discussioni».