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Fantozzi torna al cinema restaurato in 2k

Il tragicomico ritorno del mitico Fantozzi di Salce, al cinema con l’arte di esorcizzare le frustrazioni dell’italiano medio(cre)

di cuttv
pubblicato 16 Settembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 12:48

Per festeggiare capodanno c’è ancora tempo ma per tornare con Fantozzi nella fredda e squallida cantina del veglione organizzato da Filini, ogni occasione è buona. Approfittando dell’evento Eagle Pictures, direttamente al cinema restaurato in 2k, con “Fantozzi” a bordo della mitica bianchina, dal 1975 al 26, 27 e 28 ottobre 2015, seguito da “Il secondo tragico Fantozzi“, dal 1976 al 2, 3 e 4 novembre 2015, dopo la proiezione speciale e un incontro con Paolo Villaggio durante la Festa del Cinema di Roma (il 22 e 23 ottobre il primo, il 23 e il 24 ottobre il secondo).

Due vere perle per un tragicomico ritorno sul grande schermo del popolare Fantozzi Rag. Ugo, matricola 7820/8 bis della MegadittaItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica, da quaranta anni impiegato dell’ufficio sinistri e icona del nostro immaginario.

Un saggio sull’arte di esorcizzare le frustrazioni dell’italiano medio, asservito a media e consumismo, pronto a diventare più di un personaggio e tante maschere, con la complicità di un autore e attore come Paolo Villaggio, dalla Italsider di Genova dove era impiegato ad uno dei palcoscenici dove si esibiva, successivamente in qualche sketch televisivo per “Quelli della domenica”, dai racconti pubblicati sul settimanale L’Europeo ai best seller Rizzoli da Premio Gogol, “Fantozzi” (1971) e “Il Secondo tragico libro di Fantozzi” (1973).

Due testi usati fedelmente (“Una partita di biliardo”) o solo come traccia, per le grottesche disavventure del primo Fantozzi cinematografico, sceneggiato dallo stesso Villaggio con Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi e Luciano Salce che lo dirige ammantando la storia di tutta la miseria della realtà, necessaria a trasformare la pellicola in un vero cult e il personaggio in un mito longevo.

Un affresco sociale cinico e arguto dell’italiano medio(cre), vittima e ingranaggio di un sistema ossequioso con i potenti/prepotenti e cinico con i deboli/perdenti, che emerge dalla parete del bagno dell’ufficio ristrutturato dove è stato murato per 18 giorni, sogna di venir crocifisso in sala mensa, sopravvive a ‘gioie familiari e ricreazioni culturali, moti di orgoglio e brevi risvegli di coscienza, adattandosi a fare la “triglia umana” nell’acquario del megadirettore galattico con poltrona di pelle (umana anche quella).

Il primo fondamentale capitolo di una lunga saga, “fantozziana” anche nel lessico, stravolto da verbi sbagliati e congiuntivi originali, “pomodorini a 18.000 gradi fahrenheit” e locuzioni entrati nel gergo comune … “Com’è umano lei…” 

Filini: “Allora ragioniere, che fa, batti?”.
Fantozzi: “Ma come ragioniere, mi dà del tu?”.
Filini: “No, intendevo, batti lei”.
Fantozzi: “Ah congiuntivo”.

Le fondamenta di un universo grottescamente affilato e squallidamente realistico, popolato da maschere indimenticabili, quanto gli attori che gli hanno dato volto e verve, con la dimessa signora Pina di Liù Bosisio e la Mariangela aka “cita” di Plinio Fernando, il miope ragionier Filini di Gigi Reder e l’amata (invano) collega sig.rina Silvani di Anna Mazzamauro, insieme ai poveri ma crudeli che si vendicano con vittime ideali come il povero ragioniere ossequioso, al pari del cameriere del veglione o il Maestro Mario Canello (ha capito, coglionazzo?).

Il dissacrante primo atto di un “successo mostruoso”, non solo per il genovese Paolo Villaggio, osannato da pubblico e critica, in patria e all’estero, seguito da “Il secondo tragico Fantozzi”, “Fantozzi contro tutti”, “Fantozzi subisce ancora” (con Pina interpretata da Milena Vukotic), “Superfantozzi”, “Fantozzi va in pensione”, “Fantozzi alla riscossa”, “Fantozzi in paradiso”, “Fantozzi – Il ritorno” e “Fantozzi 2000 – La clonazione”.

[quote layout=”big” cite=”Fantozzi Rag. Ugo]«Io, Pina, ho una caratteristica: loro non lo sanno, ma io sono indistruttibile, e sai perché? Perché sono il più grande “perditore” di tutti i tempi. Ho perso sempre tutto: due guerre mondiali, un impero coloniale, otto – dico otto! – campionati mondiali di calcio consecutivi, capacità d’acquisto della lira, fiducia in chi mi governa… e la testa, per un mostr… per una donna come te» [/quote]

[rating title=”voto di cut-tv’s” value=”10″ layout=”left”]

Fantozzi (Italia, 1975, 98 min) di Luciano Salce con Paolo Villaggio (Rag. Ugo Fantozzi), Anna Mazzamauro (Sig.na Silvani), Gigi Reder (Rag. Renzo Filini), Giuseppe Anatrelli (Geom. Luciano Calboni), Umberto D’Orsi (On. Cav. Conte Diego Catellani), Liù Bosisio (Pina Fantozzi), Dino Emanuelli (Collega di Fantozzi), Plinio Fernando (Mariangela Fantozzi), Paolo Paoloni (Megadirettore Galattico), Elena Tricoli (Contessina Alfonsina Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare), Pietro Zardini (Rag. Fonelli). Al cinema restaurato in 2k il 26, 27 e 28 ottobre 2015.

Fantozzi (1975): citazioni

“Per arrivare a timbrare il cartellino d’entrata alle 8.30 precise, Fantozzi sedici anni fa cominciò col mettere la sveglia alle sei e un quarto. Oggi, a forza di esperimenti e perfezionamenti continui é arrivato a metterla alle 7 e 51. Vale a dire al limite delle possibilita’ umane. Tutto é calcolato sul filo dei secondi: cinque secondi per riprendere conoscenza, quattro secondi per superare il quotidiano impatto con la vista della moglie e sei per chiedersi come sempre senza risposta, cosa mai lo spinse un giorno a sposare quella specie di curioso animale domestico.
Tre secondi per bere il maledetto caffè della signora Pina: 3000 gradi Fahrenheit. Dagli otto ai dieci secondi per stemperare la lingua rovente sotto il rubinetto. Due secondi e mezzo per il bacino a sua figlia Mariangela. Caffelatte con pettinata incorporata. Spazzolata dentifricio mentolato su sapore caffe’, provocante funzioni fisiologiche che puo’ cosi espletare nel tempo di valore europeo di sei secondi netti. Ha ancora un patrimonio di tre minuti per vestirsi e correre alla fermata del suo autobus che passa alle 8.01. Tutto questo naturalmente salvo tragici imprevisti”

“Abbigliamento di Filini: gonnellino pantalone bianco di una sua zia ricca, maglietta Lacoste pure bianca, scarpa da passeggio di cuoio grasso, calza scozzese e giarrettiere; doppia racchettina Liberty da volano. Fantozzi: maglietta della GIL, mutanda ascellare aperta sul davanti e chiusa pietosamente con uno spillo da balia, grosso racchettone 1912, elegante visiera verde con la scritta “Casinò Municipale di Saint Vincent”

“Armatura di Fantozzi: banderuola 4 venti in funzione di pennacchio, pauroso elmo vichingo con visibilità azzerata, sospensorio in bronzo sottratto alla statua di Pipino il Breve e ai piedi ferroni da stiro a carbonella di piombo fuso…”

“Signorina Silvani, posso avere l’onore di averla a colazione da Gigi il Troione? Ho già prenotato”

“Noleggiarono due tragici frac: Filini sembrava un mutilato, Fantozzi praticamente in bermuda!”

“In ogni agglomerato urbano, c’è sempre la figura funesta dell’organizzatore di manifestazioni ricreative: per la società di Fantozzi, era un certo Filini. Ovviamente dell’ufficio sinistri”

“Spaghettone aglio olio e peperoncino, birrona gelata e rutto libero!”

“Mariangela: “Papà, perché mi chiamavano Cita?”
Ugo: “Ma chi?”
Mariangela: “Chi è Cita?”
Ugo: “Cita Hayworth. Una famosissima attrice di Hollywood” ”

“Era il Megadirettore Galattico in persona. Colui che nessun impiegato al mondo era mai riuscito soltanto a vedere. Correva anzi voce che non esistesse neppure; che non fosse un uomo, ma un’entità astratta. Verso il diciannovesimo piano, Fantozzi ebbe una mostruosa allucinazione punitiva: crocefisso in sala mensa.”

“Fantozzi: “Vedo… che nell’acquario… manca… la triglia… posso avere l’onore?”
Il megadirettore: “Oh, ma certo!”.

Fantozzi (1975): curiosità

Nel 1971, in seguito all’uscita del primo libro, la Rizzoli e Paolo Villaggio avevano deciso di portare Fantozzi sul grande schermo contattato Salvatore Samperi per la regia, il progetto arenato fino al successo del secondo libro, nel luglio 1974 annunciò l’inizio della produzione, con Luciano Salce come regista.

La parte di Fantozzi era stata pensata e proposta inizialmente a Renato Pozzetto e poi a Ugo Tognazzi. 

Ne “La voglia matta” (1962) di Luciano Salce si possono intravedere i germi di quello che sarà il personaggio di Fantozzi.

Le riprese iniziarono a Roma a metà ottobre del 1974. Per il set della Megaditta fu scelto il palazzo della Regione Lazio alla Garbatella, con le insegne oscurate.

Tra i dirigenti della Mega ditta di Fantozzi nell’incontro di natale si riconoscono i caratteristi dell’epoca sempre nei ruoli di alto borghesi Enrico Marciani ed Ettore Geri, doppiati dalle belle voci di Nino Marchetti,Mario Milita e Gianfranco Bellini

La madre di Catellani (o CatellaMi da lapide che dir si voglia) è interpretata da Iolanda Fortini.

Le voci dei turisti tedeschi che si lamentano dei rumori fatti dai due ‘taliani Fantozzi e filini sono di Max Turilli e Luciano Salce.

La sigla integrale del film è composta dal trio Franco Bixio/Fabio Frizzi/Vince Tempera.

Fantozzi è arrivato per la prima volta nelle sale italiane il 27 Marzo 1975, pur dividendo la critica si confermò un successo incassando più di sei miliardi di lire e rimanendo in prima visione per più di otto mesi.

[quote layout=”big” cite=”Paolo Villaggio]«Sì, sono diventato un box-office vivente. Il film uscì dopo Pasqua e rimase in cartellone fino al Natale seguente… ne ho fatti 10, i primi 3 erano portentosi, la cosa più nuova era il linguaggio, completamente diverso da quello dei comici e degli imitatori che imperversavano all’epoca. Fantozzi e Filini non parlavano in dialetto, ma in un italiano che ne esprimeva la condizione esistenziale, una specie di sintesi di ignoranza endemica… me lo diceva anche Fellini, “Paolino, tu hai ampliato e modificato la lingua italiana”». [/quote]

Il film è inserito nei “100 Film da Salvare”

Per anni il piccolo schermo ha trasmesso una versione tagliata del film.

Nell’edizione DVD e in seguito anche in quelle televisive, subito dopo la partita a tennis con Filini è stata introdotto un episodio tagliato per problemi di lunghezza del film. Nella scena il ragioniere si ricovera alla clinica dimagrante Le Magnolie, una sorta di prigione che vieta severamente di mangiare e bere di giorno quello che vende di notte. Fantozzi, dopo aver dilapidato un patrimonio in cibo, decide di acquistare gli “spaghetti alla Montecristo”, evadendo dalla clinica grazie alla lima inclusa nella pietanza. Questa storia sarebbe poi stata reinterpretata e ampliata in “Fantozzi contro tutti”, riutilizzando anche la location originaria della scena, ovvero il complesso monumentale di San Michele a Ripa Grande.[9]

In una recente intervista su Dagospia, Marta Marzotto ha rivelato che il personaggio della Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare è stata concepito pensando proprio alla pirotecnica ex-mondina.

Fantozzi (1975): Scene cult

Via | Wikipedia – Davidotti
Foto | Wikipedia
Poster | kinopoisk – Listal

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