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Victor: La storia segreta del Dottor Frankenstein – Recensione in Anteprima

La storia di Victor Frankenstein vista dagli occhi del ‘fido’ Igor.

pubblicato 5 Aprile 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 07:21

40 giorni dopo il Frankenstein contemporaneo e indipendente diretto da Bernard Rose, i cinema italiani tornano ad abbracciare la spaventosa creatura ideata da Mary Shelley esattamente 200 anni fa grazie a Victor: La storia segreta del Dottor Frankenstein, nuovo film di Paul McGuigan, regista scozzese dell’applaudito Slevin – Patto criminale. Un titolo particolarmente atteso perché incentrato sulla figura schizoide del geniale folle scienziato, visto però attraverso gli occhi del suo fido aiutante, ovvero il ‘gobbo’ Igor.

Ad indossare gli abiti dei due protagonisti due stelle come James McAvoy, qui spaventosamente simile a Silvio Muccino, e Daniel Radcliffe, da anni ormai in balia di scelte cinematografiche alquanto discutibili. E anche Victor, vuoi non vuoi, ne è la triste conferma. Costato 40 milioni di dollari, il film è stato giustamente sbertucciato dalla stampa estera, con un botteghino americano fermatosi sotto i 6 milioni e un totale worldwide arrivato ai 34. Un flop inevitabile visto il pastrocchio diretto da McGuigan, già sette anni fa malamente scivolato con Push ed ora affondato dinanzi all’improponibile script del lanciatissimo Max Landis, sceneggiatore dell’ottimo Chronicle nonché figlio di John Landis, padre del Lupo Mannaro americano a Londra.

Nel pennellare la storia ‘mai raccontata dell’uomo che sta dietro al leggendario mostro’, McGuigan ha scelto una strada a tratti gratuitamente spettacolare, strizzando più e più volte l’occhio a quello Sherlock televisivo da lui diretto nella prima stagione della serie BBC, con due episodi girati su tre. Pronti, via e il dottor Frankenstein di un macchiettistico e involontariamente comico McAvoy sembra quasi scimmiottare lo stupendo Holmes di Benedict Cumberbatch, per poi andare oltre e abbracciare lo stile pirotecnico e al rallenty dello Sherlock cinematografico firmato Guy Ritchie. Un frullato alla Sir Arthur Conan Doyle subito indigesto e presto reso ancor più amaro dall’immediato incontro tra Victor e Daniel Radcliffe, mostro circense con gobba che Frankenstein salverà dai suoi aguzzini, dandogli letteralmente una ‘vita’. Perché sarà proprio grazie a Victor se il ragazzo inizierà a vivere, a scoprire i piaceri dell’amore e a camminare normalmente dopo aver vissuto 18 anni con una gobba che in realtà gobba non era.

Un rapporto tutt’altro che velatamente omoerotico che si fa presto demenziale, perché se da una parte gli scatti isterici di McAvoy sono costantemente esagerati, dall’altra assistiamo alla rapida trasformazione di un mostro cresciuto a pane e abusi improvvisamente diventato genio della medicina e dell’anatomia, tanto da decantare prognosi alla Dr. House e salvarsi dalle acque alla Houdini. Nel provare a ‘motivare’ l’ossessione per la morte da tramutare in vita del dr. Frankenstein, Landis e McGuigan trascinano stancamente un flebilissimo dramma infantile e familiare di Victor, tirato per i capelli nel surreale finale in cui il ‘creatore’ dovrà affrontare e distruggere la propria ‘creatura’.

Nel mezzo un ridondante scontro tra scienza e fede, con lo squilibrato e velocissimo dottore (occhio alla scena in cui si teletrasporta di un piano in un nano secondo) costretto a dover affrontare un ispettore di Scotland Yard più vicino alla teologia che all’investigazione (Andrew Scott, neanche a dirlo il Moriarty di Sherlock), tra dialoghi forzati e svolte improvvise, ira di Dio pronta a scatenarsi e umanità da rivoluzionare, personaggi secondari totalmente privi di spessore e un’assoluta mancanza di tensione che nell’arco delle due ore di durata si farà presto noia.

Un’opera onestamente impresentabile, tanto registicamente quanto recitativamente parlando, sballata nei toni e indigesta nella scrittura, che spazia tra scimmie ‘zombie’ e giganteschi mostri quasi invincibili, per poi concedersi persino un incredibile finale ‘aperto’ con opzione nei confronti di un sequel fortunatamente impraticabile.

[rating title=”Voto di Federico” value=”2″]

Victor: La storia segreta del Dottor Frankenstein (2016, horror) di Paul McGuigan; con Daniel Radcliffe, James McAvoy, Jessica Brown Findlay, Andrew Scott, Charles Dance, Mark Gatiss, Freddie Fox, Adrian Schiller, Louise Brealey, Daniel Mays, Valene Kane, Bronson Webb, Spencer Wilding, Alistair Petrie, Guillaume Delaunay, Di Botcher, Callum Turner – uscita giovedì 7 aprile 2016.