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Cannes 2016, Pericle il Nero: recensione in anteprima del film in Un Certain Regard

Festival di Cannes 2016: Riccardo Scamarcio è Pericle, un camorrista non in cerca di redenzione ma di verità, perciò d’amore. Stefano Mordini porta a Cannes l’unico film italiano della selezione ufficiale, in Un Certain Regard

pubblicato 10 Maggio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 11:34

Pericle (Riccardo Scamarcio) viene da Napoli ma vive in Belgio. Lavora per Don Luigi, un boss della camorra che ancora intrattiene rapporti con la sua terra, perché da quelle parti ancora conta qualcosa. Il lavoro di Pericle consiste nel «fare il culo alla gente», letteralmente: chi sbaglia viene sodomizzato. Infatti, per arrotondare, Pericle di tanto in tanto si dà pure al porno in qualità d’attore; non è che abbia bisogno di soldi, ma se hai un talento tanto vale sfruttarlo.

Un giorno però le cose non vanno come sperato; Pericle uccide la persona sbagliata ed è costretto a darsi alla macchia. In fuga da un altro boss che lo vuole morto, il nostro si spinge fino a Calais, in Francia, magari sognando di attraversare la Manica e prendere quella nave per Dover che in più occasioni osserva con speranza mista a disillusione. Qui incontra Anastasia (Marina Foïs), una donna che incontra per caso in un bar e di cui, vuoi per necessità vuoi per altro, s’invaghisce.

Il percorso è meno diretto di così e Stefano Mordini riesce a concedere del tempo al suo protagonista per maturare. Assecondando uno stile più da cronaca che altro, Pericle il Nero è quanto promette il suo titolo, ovvero la parabola di un ragazzo che cerca di liberarsi da un ambiente al quale sembra relegato a vita. Quell’esistenza che lì in Belgio è una gabbia: nessuno lo prende sul serio, c’è chi immancabilmente lo sfotte per via della sua mansione. Finché l’evento imprevedibile non innesca la svolta, ed allora tutto cambia. In questo il film di Mordini, tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Ferrandino, ha un che di fiabesco, pur tenendo fede alla connaturata propensione noir, non a caso richiamata titolo, come già accennato.

Un processo comunque differente rispetto ad un altro film a tema, quel Salvo che a Cannes nel 2013 vinse alla Semaine de la Critique; lì l’irrompere del soprannaturale all’interno di una vicenda di stampo fortemente realistico, qui il caso, al quale possiamo affibbiare la provenienza che vogliamo, ma resta pur sempre in un ambito che vuole e riesce a fare a meno del mistero. Certo, malgrado in Pericle il Nero certi passaggi tendano un po’ a tradire quest’impronta così spontanea, se vogliamo “naturalistica”, specie in relazione al rapporto tra Pericle ed Anastasia. In realtà non si tratta nemmeno di un rapporto, né, a ragion veduta, la questione verrà chiarita entro la fine del film.

Storia anzitutto di un ritorno, perciò, poiché il Pericle delle ultime sequenze è un altro solo per chi non l’ha conosciuto da vicino come noi spettatori, che già all’inizio ne ascoltiamo le semplici ma centrate considerazioni su sé stesso, su dove si trova, sugli altri. Mordini adotta un registro che porta avanti sino alla fine, il che, da un punto di vista squisitamente stilistico, ha un suo perché ma tende ad affaticare un po’ lo svolgimento. Non tanto nel ritmo, sebbene ci si conceda svariati passaggi, per così dire, interlocutori, quanto alle coordinate.

Questa storia parla di Pericle, non c’è dubbio, ma risulta più riuscito nel suo essere ancorato all’ambiente camorristico. In qualunque punto del film ci si trovi, infatti, è all’interno di questo scenario che avvengono le cose più interessanti, che il racconto appare più risolto. Al Pericle che forse sarà ci si crede poco, ma perché sostanzialmente poco sembra crederci Mordini, meno incisivo quando si tratta di tirare fuori il suo protagonista dallo stagno putrido che quasi quasi si tende a preferire, proprio perché più vero. In altre parole, tristemente più accettabile.

[rating title=”Voto di Antonio” value=”6″ layout=”left”]

Pericle il Nero (Italia/Belgio/Francia, 2016) di Stefano Mordini. Con Riccardo Scamarcio, Marina Foïs, Valentina Acca, Gigio Morra, Maria Luisa Santella, Lucia Ragni e Eduardo Scarpetta. Nelle nostre sale da giovedì 12 maggio.

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