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Tangerines – Mandarini: Film della Critica alle radici dell’odio

Tangerines – Mandarini di Zaza Urushadze porta al cinema il valore dell’identità di un popolo scavando alle radici dell’odio

di cuttv
pubblicato 15 Maggio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 11:31

In una momento di elevata tensione internazionale che riporta l’attenzione e gli interessi delle grandi potenze sui paesi baltici, il grande schermo si riempie di Tangerines – Mandarini (Mandariinid, Estonia, Georgia, 2013) con il film di Zaza Urushadze, pronto a tornare alle radici dell’odio e del conflitto esploso nel 1991 tra Georgia e la Repubblica separatista di Abcasia, all’indomani della dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Un viaggio nel tempo di guerra, combattuta tra soldati georgiani e ceceni, le montagne e il Mar Nero, mentre l’anziano esiliato estone Ivo (Lembit Ulfsak) che costruisce cassette per i mandarini del suo vicino Margus (Elmo Nüganen), sono gli unici a non aver lasciato la loro terra e il raccolto di mandarini, nel piccolo villaggio estone della campagna georgiana a ridosso degli scontri, fino a quando la guerra non bussa alla loro porta.

Margus sogna un ultimo raccolto prima di abbandonare il villaggio, Ivo non ha al contrario nessuna intenzione di abbandonare i luoghi che ospitano il suo bene più prezioso, fino a quando, travolto dagli eventi, non accoglie nella sua casa gli unici due sopravvissuti di uno scontro tra georgiani e mercenari ceceni, e prendendosi cura di questi due superstiti delle opposte fazioni, scopre quanto siano profonde le cicatrici della guerra.

Il film, prodotto da Ivo Felt e Zaza Urushadze per Allfilm con Cinama24, arriva nelle nostre sale dal 26 maggio 2016, distribuito da P.F.A. FILMS (2016) e forte di diversi premi e riconoscimenti internazionali, insieme alla Nomination all’Oscar 2015 per il Miglior Film Straniero e ai Golden Globes 2015 per il Miglior Film Straniero.

Oltre al Premio Internazionale al Miglior Regista al BIF&ST – Bari International Film Festival, Il Premio del Pubblico e il Premio Speciale della Giuria al Mannheim-Heidelberg International Film Festival, Miglior Film, Menzione d’Onore al Jerusalem Film Festival,Miglior Film a Oostende International Film Festival, Miglior Film e Premio del Pubblico al Palm Springs International Film Festival e Miglior regia al Seattle International Film Festival, Tangerines – Mandarini è stato designato Film della Critica, Marchio di qualità estetica e culturale attribuito dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI.

“il film scava in profondità le radici dell’odio, dimostrando come le persone contino per quello che rappresentano (l’identità di un popolo) e non per quello che sono, arrivando paradossalmente sul crinale vita/morte a far valere le apparenze sulla realtà”

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Tangerines – Mandarini: note di Regia

Gente senza confini: è questo il leitmotiv del film. È davvero inquietante pensare a quanto irresponsabilmente i politici scatenino guerre che finiscono per mandare la gente comune a morire. Persone normali, che amano la vita e hanno costruito le loro esistenze con fatica e passione. La morte di un essere umano è irreversibile, ma per i politici è solo una questione di statistiche. E spesso, inoltre, la ragione alla base di un conflitto è del tutto arbitraria e artificiale. Questo film è il mio tentativo di dimostrare quanto anche i più acerrimi nemici possano superare questa ostilità innaturale e fermare un massacro istituzionalizzato. Si tratta di una questione di fiducia nella bontà umana che alla fine può e deve prevale, se le persone sono in grado di perdonare, aiutarsi e proteggersi l’un l’altro. Anche a costo della propria vita.
Zaza Urushadze

Via | P.F.A. FILMS